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Ritorni senza ritornelli

Antonio La Monica 14 settembre 2023


È davvero strano il destino toccato in sorte a quel genio musicale che è Lucio Battisti. Impossibile, affrontare un discorso che riguardi la sua carriera artistica, senza impantanarsi sempre o quasi nella disputa che vede al centro i testi di Mogol o Pasquale Panella.
Il primo, per i 3 che ancora non la sapessero, è autore delle parole dei massimi successi di Battisti (Emozioni, Mi ritorni in mente, Il mio canto libero, Una donna per amico... possono bastare?). Il secondo, invece, co artefice della rivoluzione che porta il musicista lungo territori impervi di musica elettronica e brani senza dubbio di minore accessibilità.
In tutto ciò sembra venir meno una considerazione importante, ovvero che è il talento di Lucio Battisti che ha dato valore a versi altrimenti banali o, viceversa, quasi del tutto incomprensibili.
In ogni caso, la mostruosa bravura del musicista è stata quella, da un certo punto in poi, di cambiare pelle e di non tornare mai sui passi calcati in precedenza.
Se la struttura della canzone prevede un incipit, una strofa e un ritornello, Battisti spiega con i fatti che questa struttura può essere una gabbia, una soluzione banale per nascondere la povertà melodica di un brano, a prescindere dalla bontà del suo testo.
Fateci caso: ogni tormentone estivo, quasi tutti i brani che oggi trovano spazio a Sanremo (e simili) sono canzoni che poggiano la loro struttura principalmente sul ritornello, talvolta rendendo la strofa stessa un ritornello.
Battisti, con l'anticipo di chi sa e di chi può, prende la distanze e pone i termini per una scommessa audace: ciò che io canto deve essere talmente perfetto da non consentire repliche. Se devo costruire un ritornello vuol dire che la melodia che sto presentando non vale granché.
I dischi "bianchi", quelli del periodo che va da "Don Giovanni" (1986) ad "Hegel" (1994) sono il manifesto estremo di questo paradigma artistico.
Un brano in particolare colpisce ed emoziona. Si intitola "I ritorni" ed è inserito nel disco "La sposa occidentale" del 1990.

Qui la versione strumentale: 
https://www.youtube.com/watch?v=e6J0lzb0Z98

Oltre ad essere funzionale al tema del mese del nostro giornale, il brano è perfetto per descrivere il modello compositivo di Battisti. Trombe irreali irrompono su un tappeto di chitarre e tastiere. Percussioni ipnotiche danno il tempo per accompagnare un susseguirsi di immagini di grande lirismo. Ma nessun ritorno su passaggi già affrontati. Le trombe sempre più sintetiche variano il loro giro armonico seppure impercettibilmente, le chitarre insistono ma non ripetono in modo banale il loro incedere. Ogni nota che viene fuori dalle tastiere, ogni accordo, sembra suggerire che l'aspetto più importante per definire il brano sia il suo procedere. Andare avanti per raccontare il ritorno.
E cosa ne sarebbe di un verso come "E i sogni si allontanano / Come i cavalli scossi / Caduti i sognatori / Bocconi tra le fragole, ma / Più dolci e più rossi / Ridotti a dolenti spifferi" senza questa costruzione sonora di primo livello?
Certamente questa strada presenta dei rischi enormi da un punto di vista del successo facile, del consenso. Battisti lo sapeva bene essendo stato anch'egli un cantante popolarissimo. Tuttavia, ad avviso di chi scrive, la magia di questi brani è tutta qui: non ripetere per instillare la voglia di riascoltare, di capire. Un suono che nel suo variare rende indispensabile il ritorno all'ascolto, a prescindere se i versi siano popolati da fedifraghe Francesche, avvenenti Anne o da spose occidentali e don Giovanni.
L'enigma della canzone, di questa magia breve che unisce parole e musiche per regalare emozioni, cristallizzare sentimenti è tutto qui. Lo si può cantare ripentendo fino a sfinirsi "Ti amo, ti odio e ti amo", oppure cercando di non tornare più di una volta, o meglio di non tornare mai sugli stessi passi già compiuti.

Link utili:
La sposa occidentale:
https://www.youtube.com/watch?v=GaQhqDO3aKc
Non è Francesca:
https://www.youtube.com/watch?v=pqAskYcH3EE

Antonio La Monica

Operatore del sociale, referente per la comunicazione per il mio ente di lavoro, giornalista per iscrizione all'albo da alcuni anni. Appassionato di musica e family man per vocazione. Da un po' di tempo in linea con l'idea che da grande vorrei continuare a svolgere ancora a lungo tutte queste mansioni.

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