Andare e tornare. Si viaggia da un paese all’altro, si parte da una città, una regione o finanche da un continente verso un altrove, vicino o lontano. In genere ci si sposta per turismo, lavoro, studio o semplice svago; si viaggia nello spazio, attraversando pianeti, oceani, praterie, lingue di asfalto; lo si fa, infine, con vari mezzi di trasporto: treni ad alta velocità, comodamente in aereo, in bus, traghetti, barconi e aliscafi. Oggi è anche possibile prenotare un giro nel cosmo in astronave, provare l’esperienza in fondo al mare immergendosi dentro un sommergibile, volare liberi nei cieli in mongolfiera. È possibile, a conti fatti, pianificare qualunque tipo di viaggio.
Esiste, però, un altro tipo di spostamento che ancora non è realizzabile. Si tratta di un viaggio, preferibilmente con ritorno incluso, su una De Lorean Dmc 12. Farlo magari con delle istruzioni di guida puntuali e precise fornite da uno scienziato un po’ sui generis. Insomma scegliere di andare indietro nel tempo, per poi ritornare nel futuro. Un percorso non più spaziale ma temporale. Dunque, la macchina del tempo ancora non è possibile prenotarla. Di certo, però, è un’idea che, almeno una volta, ha attraversato la mente di tutti. Tornare indietro, dieci anni o un secolo, per qualche istante o un anno intero, per rivivere momenti importanti, compiere scelte diverse, conoscere personaggi storici o partecipare ad eventi epocali. Un’idea dicevamo, che ha ispirato poeti, scrittori e registi di diverse epoche e con differenti modalità: trattazioni originali, curiose, orrorifiche e perfino romantiche.
Una fascinazione che in pieni anni ottanta è diventata un film, anzi tre. Ritorno al futuro di Robert Zemeckis prodotto da Steven Spielberg con protagonisti lo straordinario Micheal J. Fox, che interpreta il giovane americano Marty McFly e Christopher Lloyd nei panni dello scienziato “Doc” Emmet Brown.
Il film è noto ai più: la provincia americana, una famiglia assolutamente nella media, l’amicizia tra un inventore visionario e un adolescente curioso, un arco temporale tra il 1985 e il 1955 e un’auto avveniristica che funge da macchina del tempo. Un misto di tecnologia, umorismo, fantascienza e commedia che porta il film a sbancare nei cinema di mezzo mondo e a vincere premi prestigiosi con svariate candidature agli Oscar. L’idea, dicevamo, non è originale ma il film diventa un cult senza tempo. La storia possiede una forza particolare, un guizzo di lucida follia che rende il protagonista capace non solo di tornare indietro nel tempo, muoversi nella sua stessa città trent’anni prima interagendo con i propri genitori coetanei, ma anche di compiere azioni che possono influenzare la sua stessa possibilità di esistere nel futuro. Il successo è stato così clamoroso che al film del 1986 ne hanno fatto seguito altri due Ritorno al futuro II e Ritorno al futuro III rispettivamente nel 1989 e nel 1990, ma è stato lo spunto anche per svariati tentativi di imitazione, trasposizioni teatrali e commoventi reunion.
La forza della trovata risiede senza dubbio nel concetto di poter ritornare indietro nel tempo, ritrovarsi bambini o adolescenti, giovani o anziani, mentre tutto procede regolarmente, luoghi e persone, perfettamente in sintonia con il periodo storico. È così, infatti, che potrebbe essere possibile incontrare persone care che non ci sono più, per un ‘ultima chiacchierata, un caffè e un abbraccio, confondersi tra i partecipanti ad un concerto negli anni Settanta, assistere in diretta allo sbarco sulla Luna o sentire dalla radio che la guerra è finita. Probabilmente però la forza del film risiede nel far provare la vertigine di avere il potere di intervenire sul passato per cambiare il futuro e, dunque, il presente. Avere cioè la possibilità, conoscendo ciò che è adesso, di cambiare al momento giusto l’epilogo di un evento, la sorte di una persona, il finale di una storia. Viaggiare nel tempo ci renderebbe perfettibili, senza errori e sbavature; fornirebbe a chiunque l’opportunità di rimediare all’errore o alla distrazione, di cancellare, modificare o determinare qualcosa che poi non è andato come avrebbe dovuto o potuto. Tornare indietro e cambiare la Storia oppure andare avanti e sapere cosa succederà nel futuro per regolare le scelte di oggi.
Un viaggio fantastico ma senza dubbio pericoloso. Una frontiera che rappresenterebbe un punto di non ritorno. Meglio, dunque, continuare a muoversi dentro coordinate geografiche e lasciare il tempo al suo inganno, senza passato e senza futuro. Proprio come afferma la battuta dello scienziato “Doc” nella terza pellicola della trilogia "Il vostro futuro non è ancora stato scritto, quello di nessuno. Il vostro futuro è come ve lo creerete. Perciò createvelo buono".
Formazione tecnica, studi umanistici, lavoro sociale e, oggi, responsabile delle risorse umane di una Fondazione. Da oltre vent’anni professionalmente divisa tra numeri ed essere umani, parole e cifre, discipline artistiche e rendiconti. Ho collaborato con varie testate giornalistiche e faccio parte del consiglio di disciplina del CROAS. Operaincerta, dunque, ma stabile nei valori essenziali, primo su tutti, la famiglia. Scrivere, come leggere e viaggiare, sono passioni per condividere esperienze, impressioni e sogni.
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