Registrazione numero 12.639
Strano. Davvero strano. O forse tutto rientra in qualche Tuo progetto imperscrutabile. Ho lavorato per anni come pilota d’aviazione e adesso eccomi qui nel Tuo spazio nero mentre lei, chiusa come me in una scatola di ferro tanto resistente eppure così sottile, giù in fondo al mare, fa la biologa marina. Forse in qualche modo vuoi farmi capire che non siamo fatti l’uno per l’altra? Nessuno dei due sulla terraferma da così tanto ormai! Entrambi a studiare, a cercare di capire i segreti dietro i quali noi non Ti vediamo. Per lei, gli esseri unicellulari, microscopiche unità dove hai inoculato la vita. Per me, l’imponenza della Tua opera maestosa: i battiti, i respiri, le pulsazioni del Tuo immenso corpo cosmico. Lei dice che la prima forma di vita sulla Terra è stata negli oceani. E io so che la vita per prima è venuta dallo spazio. Entrambi scrutiamo. Entrambi crediamo in Te e sappiamo che ci sei. Se ci pensi, queste Tue lentiggini sono per me lontanissimi batteri in una cosmica piastra di coltura e io li guardo con la stessa distanza siderale con la quale lei guarda gli abitanti delle profondità oceaniche. Tutta questa vita attorno e non siamo mai riusciti a parlarci. Tutti e due Ti cerchiamo nel Tuo micro e nel Tuo macro e non sappiamo trovarTi dentro di noi. Oggi sono ventitré mesi che contemplo la bellezza della Tua creazione e che affido le mie semplici parole ammirate alla memoria del mio sofisticato interlocutore, Model Dominus o Moddom, come lo chiamiamo noi, il computer più avanzato che siamo mai riusciti a progettare finora. Come siamo banali e blasfemi coi nostri giocattolini costosi, vero? Saprai perdonarci? A cosa ci servirà mai tutto questo sapere, questo così poco sapere di cui ci gloriamo? Viaggiamo così lontani da casa sperando di scoprire chissà cosa e da nessuna parte riusciamo a dimenticarci il dolore. Ma non Te lo eri portato Tu in croce il nostro dolore? Scusami! Ti prego, perdona la mia insolenza. Ma ultimamente sento che stai cercando di dirmi qualcosa e io, forse, dico troppo. Oppure, non dirò mai abbastanza. È che nei secoli Ti abbiamo chiamato con tutti i nomi e Ti abbiamo cercato in ogni luogo. Tu, ad esempio, per me sei il Sommo Poeta e mai avrai la mia stessa faccia o quella di un altro uomo: sarebbe sminuirTi! Che arroganza, la nostra, pensare a una somiglianza che ci accomuni! Tu sei le stelle e al contempo questo universo che mi incanta. Sei la musica del silenzio più profondo e l’Amore ultimo dopo qualsiasi possibile scienza. Sai, Infinito, il telescopio potentissimo qui a bordo funziona con un sistema innovativo: non cerca le Tue efelidi più lontane, ma scruta tra le pieghe della Tua pelle oscura. Sì, io credo di trovarmi dentro Te o, minuscolo batterio, sulla Tua pelle carbonifera dove cerco minime eco della luce primordiale. E qui, noi due, possiamo confrontarci sul mistero dell’esistenza. Sì, come sono arrogante! Noi due, confrontarci! Potrebbe mai interessarTi il punto di vista di un nanobatterio come me, di uno di cui neanche Ti accorgi? Uno su miliardi? Ti senti mai solo? Che domanda! Tu sei solo. E com’è la Tua solitudine? Non punirmi se oso chiederTelo, ma hai mai pensato di essere stato creato a Tua volta? Ci hai resi talmente grandi da intristirci con la consapevolezza di essere meno che infinitesimali mentre Tu sei il Tutto in ogni luogo. Sul serio, Tu provi mai solitudine? Oppure, siamo un gioco nel Tuo ripostiglio o un esperimento che stai aspettando di validare? Pensi mai che sapremo meritare di incontrarTi? Ci sentiamo guardati da Te sempre da una distanza insondabile, eppure il Tuo occhio non lo scorgiamo mai.
Registrazione numero 12.640
Non so dirTi cosa sia la paura. Se sia la morte immediata o lenta. Né so dirTi come mi senta lontano da lei e dalla mia casa. Il fatto è che io mi sento a casa. Questa complessa nave è solo una latta che mi protegge, come un autobus che non so bene dove mi farà scendere, se mai ne verrò fuori. Sono l’autista o il passeggero? Eppure, sento come se Tu mi stessi tenendo tra le braccia. Come se mi stessi sussurrando qualcosa. Dovrei forse interrogarmi di più su altro. Cercare la vita e sperare di comprendere perché ci hai creati. Ma Tu hai occhi per investigare il mio cuore. Non chiedermi di dar suono ad altre mie parole. Sai quanto sono insignificante. Come i suoi batteri: piccolo e indifeso. Viaggio per sapere mentre potrei, a mia volta, essere studiato.
Registrazione numero 12.641
Comunicare con la Terra richiede sempre più tempo. L’altro ieri lei mi stava raccontando dell’importante scoperta riguardo alla permeabilità della membrana citoplasmatica dei microorganismi che continua a studiare quando il video si è interrotto all’improvviso. Moddom ha registrato uno sciame di micrometeoriti che hanno temporaneamente messo fuori uso il sistema di comunicazione.
Registrazione numero 12.642
Si definisce sincronicità quando due eventi non correlati tra loro avvengono nello stesso momento. Nello stesso momento in cui le parlavo e scaricavo un file sulla caduta di alcune meteoriti sulla Terra, quello sciame ci ha separati. A volte, Ti capita di arrabbiarTi e ci mandi segni di rovina dal cielo. Ne saprò di più tra qualche ora. Non dovrebbe stupirmi in quanto possibilità; ciononostante, è una curiosa coincidenza. Ovunque, dal macro al micro, sembra che alcuni fenomeni rimangano immutati. Sembra che dal micro al macro Tu abbia adottato certi schemi ripetitivi. Ordine e caos tra le galassie e tra gli infinitesimali quanti. Quanto sei inafferrabile! E se noi fossimo davvero un Tuo esperimento?
Registrazione numero 12.643
Non posso credere a quello che vedo. Moddom! Stai registrando, Moddom? Un’esplosione lontanissima e un bagliore intenso. Una supernova? Analizza questo quadrante, presto! I sensori rilevano altissime concentrazioni di radiazioni gamma. In direzione della Terra! Perché non risponde più nessuno? Oh no! È troppo lontana. Sono troppo lontano! Nooooo! E cosa sta succedendo allo spazio? È diventato improvvisamente cilindrico! Cos’è questa luce sulla mia testa? Un occhio! Moddom, registri anche tu? È uno spaventoso occhio enorme che si è schiuso in prossimità della fonte luminosa! Io… io vedo un occhio aprirsi e chiudersi. Una pupilla, un enorme buco nero, il più grande mai osservato! Terra! Terra! Qualcuno mi sente? Un obiettivo? Cosa? Qualcuno mi scruta da dentro un obiettivo! Ci estinguono! Dio, Tu, Tu chi sei?
– Ha eseguito l’Ordoviciano?
– Sì, Direttore, la procedura è stata attuata correttamente: l’intero sistema è stato irradiato con raggi gamma per una durata di tre secondi.
– Eppure, su questo vetrino c’è un batterio ancora vivo, incapsulato in una struttura insolitamente rigida. Proceda subito con l’incisione del guscio. Forse si tratta di una nuova specie.
Foto di 51581, Pixabay
Sono nato a Catania il 09.05.1974. Insegno Inglese.
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