Il futuro è il pensiero fisso della mia quotidianità. Guardo i miei figli e penso al brutto mondo che, purtroppo, gli dovrò lasciare, prima o poi. Così, guardandoli, mi sono immaginato cosa potranno diventare. Per prima cosa ve li presento: la più piccola, Viola, ha 2 anni e tanta voglia di crescere (forse troppa), Anna, quella di mezzo, è bella in maniera incredibile (e non lo dico perché sono il padre) e ha un senso della moda e del gusto per il vestire che forse ha preso dal vero padre (sono ironico); a chiudere questo trio c'è Edoardo, un bambino felice della vita, troppo dolce verso il prossimo e con una voglia incredibile di conoscere. Ok, fatte le presentazioni, torniamo a parlare di futuro. I pomeriggi a casa, Edo ed Anna fanno i compiti, mentre Viola cerca di attirare la loro attenzione, io li osservo e penso a cosa potranno diventare da grandi. Partiamo dal presupposto che tutti e tre dovranno sempre inseguire i propri sogni e cercare di fare quello che vorranno fare. Mai ci sarà un'imposizione da parte mia o di Giulia (mia moglie). Ecco, quindi, cosa immagino io per il loro futuro.
VIOLA
Carattere da vendere. Il tutto compresso in una bambina che vuole fare la grande, ma ha ancora tanta voglia di mamma e papà. Lei da adulta potrebbe fare la scrittrice (di successo). Tra un riccio e l'altro è tutta attenzione e fantasia. Sarà una donna con la D maiuscola. Nessuna mezza misura e sempre ben schierata dalla parte giusta, chiaramente.
ANNA
Lei è la mia ragazza fashion. Ha un'innata capacità di vestirsi alla moda, presa da non si sa chi visto che io e sua madre non siamo proprio "modaioli", ma soprattutto si muove con gentilezza ed eleganza. Lei è curiosa in maniera incredibile. Vuole sapere. Se la guardo me la immagino da grande tra le strade di Parigi a fare l'artista. Artista nel senso più ampio del termine. A gestire una boutique di moda, con vestiti disegnati da lei stessa. O a dipingere e cantare. Uno spirito libero, insomma. La mia piccola, grande Viola da aiutare a sbocciare.
EDOARDO
Lui è il mio primogenito. Ha due grandi passioni: il rugby e la pasticceria. Il rugby lo pratica, mentre per la pasticceria svolge corsi dedicati tutte le settimane che può. Durante la malattia mi ha detto: «Papà non mollo anche perché voglio giocare contro gli All Blacks». Con il carattere che ha può fare davvero tutto quello che vuole. Quando lo immagino da grande lo vedo entrare in un campo da rugby, qualsiasi, sempre con il sorriso stampato in faccia. Perché per me ogni partita che giocherà sarà sempre contro quegli All Blacks che tanto ammira.
Insomma il futuro, per loro, me lo immagino sempre radioso e farò di tutto per garantirglielo. Certo è che le paure di un genitore, soprattutto in questo momento storico, sono tante. Tuttavia, almeno per me, sono più legate al fatto che non riescano a raggiungere i propri obiettivi. Perché per il resto spero di dargli quell'educazione che gli permetta sempre di cavarsela nel mondo di oggi, anche nelle situazioni più difficili.
Davide Macor è nato a Udine il primo aprile 1983. Rugbista da una vita, giornalista sportivo, scrittore, speaker. Allenatore, addetto stampa, padre e marito.
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