Il futuro è anche un obiettivo da perseguire, da raggiungere. La promozione a scuola, trovare un lavoro, una fidanzata (o un fidanzato), raggiungere una stabilità economica, sposarsi, vivere bene, eccetera.
Però, arrivati a una certa età, gli obiettivi si fanno più piccoli, meno impellenti, meno numerosi. Tranne due, che di anno in anno diventano sempre più grandi e importanti: trascorrere quanto ci rimane da vivere godendo di buona salute, cercando di stare meglio possibile a livello economico, nonostante la riduzione del nostro reddito che avremo una volta andati in pensione.
E se sulla salute c’è poco da dire, e da fare, ti devi prendere quello che ti arriva, devi solo augurarti che nei decenni precedenti tu abbia vissuto in modo “sano” e che i malanni dell’età ti arrivino il più tardi possibile e in forma quanto più blanda si possa, per quanto invece riguarda la vita da pensionato, molto dipende dalle scelte che fai e, cosa non secondaria, dagli zeri che ci sono sull’assegno che ogni mese l’Inps staccherà a tuo nome
Purtroppo, chi sta per andare in pensione adesso, e ancor di più chi ci andrà nei prossimi anni, nel prossimo futuro, non potrà aspettarsi nulla di buono. L’assegno sarà piccolo, parecchio più piccolo rispetto a quello che fino al mese precedente era lo stipendio su cui poter contare.
Ed è proprio per questo che da un po’ di anni, per sfuggire alla quasi certezza di condurre, da pensionati, una vita grama, sempre più italiani, chiuso il proprio rapporto lavorativo, una volta diventati “dipendenti Inps”, scelgono di andare a vivere all’estero, in quei Paesi nei quali la pensione viene percepita al lordo, cioè non viene tassata, o comunque c’è un regime fiscale più vantaggioso rispetto a quello italiano, e il costo della vita è mediamente inferiore al nostro. Insomma, si “emigra” per provare a vivere meglio. Ma dove vanno i nostri connazionali?
A leggere i dati Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) la maggior parte dei nostri connazionali che vivono all’estero causa “pensione” hanno deciso di risiedere in Portogallo o alle Canarie (in entrambi i casi circa 4.000). Ma poiché questi dati risalgono al 2017 e in questi ultimi anni sono stati tanti i pensionati ad aver scelto di risiedere in Portogallo, probabilmente è in quel Paese che è presente la più grossa colonia di pensionati italiani, nonostante dal 2020 il parlamento lusitano abbia approvato una legge che prevedeva l’introduzione di un’aliquota fiscale del 10% sulle pensioni dei residenti stranieri (prima le pensioni erano completamente esentasse).
Il perché sempre più italiani siano andati a trascorrere la loro vita da pensionati in Portogallo va ricercato, oltre che in una tassazione bassa (nelle Canarie, ad esempio, l’aliquota sale al 19%) anche nella qualità dell’assistenza sanitaria (si sa che quando ci facciamo vecchi lo studio del medico di famiglia e l’ospedale saranno due posti che saremo costretti a frequentare spesso), nel clima mite (mediamente 300 giorni di sole all’anno), nel costo della vita inferiore rispetto a quello italiano e nella possibilità di poter tornare in patria, qualora dovesse servire, in maniera facile ed economica.
È vero che ci sono altri Paesi che sarebbero molto più vantaggiosi dal punto di vista fiscale rispetto a quella portoghese (in Tunisia, per esempio, le pensioni sono tassate al 7% ma solo sul 20% dell’imponibile; a Cipro l’aliquota è invece del 5%; In Slovacchia, in Albania e in Bulgaria addirittura le pensioni degli stranieri sono completamente esentasse), ma evidentemente, per i nostri connazionali in pensione, ostacoli come il clima meno gradevole, l’instabilità politica, le difficoltà legate all’apprendimento di una nuova lingua, la distanza, fanno propendere per il Paese più a ovest d’Europa.
Purtroppo però, per chi inizia a sognare una vecchiaia lusitana, alla frase “evidentemente […] fanno propendere per il Paese più a ovest d’Europa” dovremo tra qualche mese aggiungere anche un “finora” perché il Primo Ministro portoghese ha infatti appena annunciato che, a causa delle sempre più frequenti proteste dei propri connazionali per la disparità di trattamento tra i pensionati “indigeni” e quelli stranieri e, non di meno, per l’aumento senza freni del costo degli immobili, dal primo gennaio 2024 non sarà più concessa l’esenzione fiscale ai “residenti non abituali”.
E se dal prossimo gennaio chi andrà in pensione non potrà più godere dei vantaggi che ci ha riservato “finora” il Portogallo, quale sarà la nuova terra promessa dei nuovi pensionati italiani?
Foto di 5780453, Pixabay
Meno Occhipinti, giornalista e scrittore, è nato a Ragusa nel 1961. È tra i fondatori di questo mensile e ha collaborato con il quindicinale La Città e con il portale di informazione Italianotizie.it
Ha pubblicato i romanzi Le parole sono chiuse (1996) e Fragili legami (1998). È stato l’addetto stampa del Padua Rugby e ne ha raccontato la nascita nel libro Ragusa Rugby, genesi di una passione (2018). Nel 2021, insieme a ‘U Gaddru, ha pubblicato Ragusa grande di nuovo, una raccolta di articoli satirici, e nel 2023 ha pubblicato Interviste, i musicanti, i teatranti, gli altri.
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