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Il futuro, come sarà da grande?

Agata Raineri 14 ottobre 2023


Quando ero molto piccola mi crogiolavo nella dolce convinzione che mai sarei diventata grande e che nulla sarebbe mutato: il mio letto, i miei giocattoli, la televisione a tubo catodico, il telefono fisso della SIP, i cartoni animati che non erano poi così animati come oggi, mio padre, mia madre, i compagni di scuola, gli amici, i passanti, i vicini di casa, la casa, persino le fiabe e le morali, la storia, la moneta, le facce dei politici e quelle famose in TV, le persone, la natura e le cose.
Crescendo, ho appurato che esiste la trasformazione fisica, chimica e sociale e me ne sono fatta una ragione anche alla soglia del mezzo secolo raggiunto che è già un bel traguardo! Mi sono chiesta: come ci sono arrivata così in fretta? Il tempo che passa inesorabile sembra volgere al passato quando si è adulti perché tutto o quasi appare compiuto e le prospettive come i progetti, prendono altra forma: più consapevole, realistica.
Ebbene, parlare di futuro oggi, diviene semplice speranza per nuovi propositi e miglioramenti ma ciò che sta venendo a mancare sempre più è il sogno. Questo è l’accostamento che più mi piace dare al termine futuro: una onirica voglia di svincolarsi dall’inerzia dei giorni che passano apparentemente tutti uguali dove le priorità inevitabilmente vengono date alla famiglia e al lavoro. Per chi come me si occupa di sviluppo tecnologico e ricerca, dovrebbe essere incentivante il fatto di studiare e osservare il mondo per un futuro migliore e non accomodante.
E così, i passi da gigante fatti dalla scienza ci restituiscono la forza di andare avanti e ci semplificano la vita, edulcorata, oramai, da gesti che non siamo più capaci di compiere da soli o inventarci per risolvere l’oggi e pensare al domani ed in alcuni casi è una fortuna che sia così. Basti pensare a quelle malattie invalidanti o a quegli handicap che, grazie all’innovazione tecnologica, sembrano essere immuni da sforzi e da arrendevoli pregiudizi per ciò che l’essere umano è in grado oggi di compiere.
Penso al futuro come a qualcosa che procuri un sentimento nostalgico in realtà. Mi fa tornare indietro nel tempo riflettendo su quanto la trasformazione abbia portato frutti buoni e maturi o mele marce. È il risultato di ciò che siamo e di cosa potevamo essere. È modernità, proiezione atopica verso l’antico, rifugio e speranza, opportunità da cogliere e alternative da intravedere. È anche destino, vicolo cieco o lunga e impervia strada sconosciuta in cui la creatività e la fantasia di ciascuno di noi accompagnano per mano la nostra esistenza, in cui solo l’amore può porre le basi affinché ciò che vogliamo si realizzi nel tempo, un giorno. Una lente di ingrandimento sull’umanità intera che possa far chiarezza e riscattare da desideri inespressi, da indietreggiamenti, da inutili guerre, dall’economia dei sentimenti, dall’inappetenza del conversare guardandosi negli occhi, dalle mancate strette di mano, dalla rincorsa al progresso e a tutti i costi; una luce che come un raggio di sole dopo un terribile temporale, ci faccia ancora vivere, rivivere, provare e decidere cosa fare della propria vita partendo dall’immediato anche senza pensare troppo al prossimo futuro.

Agata Raineri

Agata Raineri nasce a Catania il 30 agosto 1976. La sua formazione si basa specificatamente su studi scientifici che la portano, da più di vent’anni ad oggi, ad occuparsi di ingegneria dei processi industriali e attività di reporting per una importante azienda multinazionale e l’università. Tuttavia, fin dalla tenera età, sviluppa l’interesse per le arti dello spettacolo e frequenta corsi di improvvisazione e laboratorio teatrale, canto, musica e comunicazione affinando le doti che si affacciano durante il suo percorso e che contemplano l’altra parte di emisfero cerebrale (non razionale) legato fortemente alla sua indole e alle proprie attitudini su tale versante. In parallelo, da circa dieci anni, collabora con diverse compagnie del panorama artistico locale e con il Teatro del Canovaccio di Catania sia in qualità di performer in diverse pièce musicali sia come autrice di testi teatrali di cui ha anche curato la regia riscontrando pareri favorevoli di pubblico e critica. Incrementa il diletto per la scrittura, specie negli ultimi anni, sia con la stesura di brani per cui si avvalora della collaborazione del musicista e compositore Alessandro Cavalieri, sia scrivendo monologhi e poesie, finalisti di concorsi in diversi premi letterari in ambito nazionale. Da qualche anno, collabora con la testata on web di Operaincerta editore in qualità di critico di opere edite di letteratura contemporanea e, di pubblicista, su temi di culturale generale.    

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