Cosa dice il giudice quando condanna una persona all’ergastolo? Stai in carcere fin quando sei in vita. Cosa mi ha detto il medico in relazione alla mia pressione arteriosa? Devi prendere questa pillola una volta al giorno fin quando sei in vita. E poi la cardioaspirina per la circolazione del sangue accompagnata da un’altra pillola per controbilanciare gli effetti negativi della prima. E tutte e due assieme provocano un altro effetto indesiderato per cui, ogni anno, per tre mesi una combinazione di punture e pillole. Il tutto: fin quando sei in vita. E poi l’oculista: questo collirio mattina e sera e quest’altro solo sera, fin quando sei in vita.
Insomma mi sono reso conto che la vecchiaia non si misura col numero degli anni ma col numero di pillole e ammennicoli vari da ingerire ogni giorno fin quando sei in vita. E la vita diventa un ergastolo!
Certo puoi uscire, andare a spasso, al cinema, al teatro… puoi guardare la TV, puoi leggere…. ma puntualmente, come un condannato agli arresti domiciliari, all’orario stabilito, devi presentarti all’armadietto dei medicinali, ingerire quello prescritto e segnare la “presenza” perché è fondamentale prenderlo ma una sola volta e non due o tre.
Ecco il futuro di un ottantenne: l’ergastolo!
Il direttore ha elencato una sfilza di spunti: l’intelligenza artificiale, i viaggi su Marte, il turismo del futuro, l’ambiente, il siciliano lingua senza futuro, la lingua del futuro, i figli e i nipoti… Ma caro direttore che me ne importa a me di tutta sta roba?! Io vivo alla giornata. Tra un appuntamento e l’altro all’armadietto dei medicinali, mi riempio la giornata delle cose che mi piace fare compatibilmente con le ridotte capacità fisiche e ce n’è tante: leggo, scrivo, vedo YouTube, vado a teatro, ascolto musica, mi preparo squisiti pranzetti oppure compro cibi preparati, non ho da dar conto al alcuno e faccio ciò che voglio e me lo godo appieno, perché so che, appena finisce, è morto. Ogni giorno si vive e si muore per ogni cosa che si fa. È importante pensare alla morte, ti fa godere appieno ciò che fai! Se sono a teatro non metto il cellulare in modalità silenziosa, lo spengo. La mia mente è là e anche la possibilità di un contatto esterno, disturba
Rimpiango le gambe con cui nel 1962 vinsi la 80 metri ad ostacoli al Criterium studentesco regionale? No, assolutamente! Quella vittoria l’ho goduta sessanta anni fa, ora ho altre cose di cui godere.
L’intelligenza artificiale… Io che sono stato analista software e ho progettato i programmi gestionali per le segreterie scolastiche più usati in Italia, so che i pregi del computer sono due: la velocità di elaborazione e la cretineria. Importantissima la cretineria perché il cretino esegue pedissequamente quello che gli ordini senza distrarsi e senza sbagliarsi mai. I lavori gestionali: calcolo degli stipendi, gestione finanziaria, elenchi alunni, ecc. sono lavori ripetitivi e il cretino computer li fa meglio dell’uomo, basta indicargli i passaggi da fare e lui li esegue pedissequamente. Se vuoi avere una idea della intelligenza di una persona, mettila a fare lavori ripetitivi: uno che ha scarsa intelligenza li esegue senza errori, un creativo dopo un po' va in tilt e combina pasticci. Ora si vuole istruire il computer, che in quanto macchina cretino è, e cretino resta, ad essere intelligente, ad imitare cioè il ragionamento umano. Dargli cioè delle istruzioni per cui, da un insieme di parole, ne tiri fuori alcune che costituiscono una frase sensata. Un esempio potrebbe essere la formulazione della diagnosi. Man mano che il paziente elenca i sintomi accusati, il medico pensa alle malattie che contemplano quei sintomi e formula la diagnosi. Un computer informato di tutti i collegamenti tra sintomi e malattie può, imitando il ragionamento del medico, più facilmente e più velocemente di lui, individuare la malattia che affligge il paziente. Un mio amico accusava dei sintomi e il medico di base e gli specialisti consultati non riuscivano ad individuare la diagnosi in quanto tutte le malattie ipotizzate, al riscontro degli esami oggettivi, davano risultato negativo. Consultò un medico di una certa età già in pensione, il quale, viste le difficoltà di formulare una diagnosi, ebbe il sospetto della brucellosi, gli prescrisse l’esame specifico e fece la diagnosi. Perché gli altri medici, e lui stesso in un primo momento, non avevano pensato alla brucellosi? Perché “distratti” dal fatto che da decenni la brucellosi non circolava più. Un cretino computer che non vive e non si fa distrarre dalla vita, ricevuta l’informazione dei sintomi, avrebbe tirato fuori, tra le possibili diagnosi, anche la brucellosi.
Una bella sfida l’intelligenza artificiale! Mi piacerebbe cimentarmi in un lavoro così ma ormai ne sono fuori. Sicuramente ne verranno fuori delle cose che libereranno alcune persone da certi lavori e le aiuteranno a vivere con più agio. Ma daranno anche più strumenti di potere agli stronzi che comandano il mondo che guasto è, e guasto resterà in quanto a comandare saranno sempre gli stronzi e a noi poveri esseri umani ci toccherà sempre stare dietro alle loro decisioni.
Il siciliano lingua senza futuro. Embè! Il siciliano è la mia lingua madre. Fino all’età scolare ho parlato siciliano e tutto l’ambiente attorno a me parlava siciliano. A scuola ho imparato, a fatica, l’italiano come seconda lingua. Il siciliano morirà. Certo. Me ne accorgo su me stesso: certi concetti li esprimo meglio in italiano che non in siciliano, sono quelli che non hanno riscontro nel contesto sociale della mia gioventù. È morto il greco, è morto il latino, morirà anche il siciliano. Che problema è?! So solo che, finché sarò in vita, il siciliano resterà sempre nel mio cuore, nella mia mente, nella mia pancia.
I figli e i nipoti… Il profeta ammoniva i genitori dicendo che le anime dei figli abitano la casa del domani e che non sarà loro concesso visitarla neppure in sogno. Si è separati: i genitori dai figli e, a maggior ragione, i nonni dai nipoti. Per vivere bene i rapporti e le relazioni con figli e nipoti è bene rispettare questa separazione. Che figli e nipoti si creino il loro futuro, noi nonni godiamoci il presente, il “qui ed ora”.
Dice il poeta: “Se potessi tornare a vivere farei più giri nella mia strada, contemplerei più aurore e più tramonti, giocherei con più bambini, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali e meno immaginari”.
Ecco, io nonno, questo faccio: mangio più gelati e meno fave!
Ciccio Schembari,
intellettuale ruspante,
pensatore solitario. Nato:
siciliano e massaru a Ragusa
non proprio un secolo fa,
ma quasi. Vissuto a:
Ragusa, Venezia, Ragusa,
Bologna, Ragusa. Ieri: massaru, studente,
professore di matematica,
sindacalista, preside,
analista software,
industriale,
quality system manager. Oggi: mi godo la vita
con la lettura,
con la scrittura, col teatro narrazione,
col teatro sociale
e con altro ancora. Domani:
… domani è un altro giorno!
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