«Giuseppe, il tema di questo mese è MENTE. Cosa ti viene in mente?»
«Maria Bruna, a me l'unica cosa che viene in mente è che tutti gli avverbi finiscono in mente, stranamente. E, sorprendentemente, potremmo usarli ripetutamente per il nostro articolo sulla mente, indipendentemente dal contenuto da scegliere successivamente».
«Potremmo provare ad usare le parole squisitamente per divertire e non convenzionalmente».
«Sì! Sarebbe una bella idea, formalmente corretta anche se bizzarramente accettabile».
«La voglia di stupire allegramente i lettori ci potrebbe portare a scrivere un testo accessibilmente congeniale a tutti. Ma di che parliamo alacremente? »
«Pensa che incredibilmente ci ritroviamo a scrivere digitalmente, una volta a nessuno sarebbe venuto in mente. Ma ciclicamente i cambiamenti portano progressivamente a dei miglioramenti. Possono creare dei turbamenti, ma è tramite i rinnovamenti che si arriva ai bei momenti. Ci hanno abituato storicamente e umanamente a pensare, banalmente, che chi non è fisicamente in un certo modo sia uno che mente. La famosa teoria di Lombroso sosteneva che, chi mente, possieda dei lineamenti comunemente condivisi. Spesso ci ritroviamo in schemi mentalmente chiusi, dove per esempio una pelle colorata diversamente dalla nostra è vista malamente o, ben che vada, con occhio indifferente. Frequentemente siamo convinti che le persone provenienti da contesti socialmente a rischio tendano a essere poco affidabili. Ma detto sinceramente, sappiamo tutti che l'aspetto mente».
«Verosimilmente interessante ma a me continua a non venir niente in mente…»
«Allora rinunciamo miseramente ammettendo, costantemente, di non trovare sempre una risposta dentro la nostra mente».
«Pazienza, arrendevolmente ma estremamente grato, ti saluto cordialmente».
«Arrivederci al prossimo articolo su Operaincerta mensile, immancabilmente».
«Un’ultima cosa. Ma, secondo te, cosa è esattamente la mente?»
«Una scatola! E pensare che la stessa scatola, se inserita in un contesto diverso, cambia modo di funzionare. Questa possibilità dovrebbe farci esplodere dalla gioia e incitarci a trovare mille soluzioni e altrettante visioni della vita, invece ci intimorisce e ci spinge a vivere dentro degli schemi preconfigurati perché ritenuti conosciuti e quindi sicuri. L’uomo ha nella sua testa il più potente strumento per cambiare ed evolversi ma a volte sembra impegnato solo ad avere cura della stessa proteggendola con cappelli o adornandola con tagli di capelli e colori. Ma i colori sono le nostre sinapsi e le nostre interpretazioni, e quando sono belle rendono bella la persona che le porta in testa anche senza orpelli. Eppure c’è una insidia, ovvero l’inganno. Abbiamo provocatoriamente intitolato il nostro articolo Mente sapendo di mentine certi che la metà dei lettori avrebbe letto “mente sapendo di mentire”. Eppure il fascino della vita è proprio questo: lasciarsi sedurre dal potere della propria e altrui mente quando la connessione è forte, quando ci si sente liberi di esprimersi senza inganno. Sinceramente!»

Foto di Angelica Vaihel, Pixabay