L’intricato e avvincente mondo della mente umana diventa protagonista della letteratura agli inizi del Novecento quando le teorie freudiane hanno cominciato a diffondersi affascinando anche letterati e scrittori. Grazie, dunque, a una nuova tecnica narrativa, flusso di coscienza, è possibile entrare nella psiche e nell’interiorità dei personaggi di romanzi, racconti dando vita al romanzo psicologico.
Dall’inglese “stream” (corrente, flusso), lo “stream of consciousness” (“flusso di coscienza”) è la tecnica narrativa che consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona proprio come compaiono nella mente, prima di essere organizzati logicamente in frasi. In pratica è la lingua della mente.
Il ruolo del flusso di coscienza in letteratura serve come studio e per conoscere meglio il personaggio, il quale parla a se stesso e il lettore viene guidato, in un certo senso, dentro la sua mente, seguendo i suoi schemi di pensiero.
Si tratta di una tecnica narrativa innovativa che ha indubbiamente rivoluzionato la letteratura moderna.
Sul piano stilistico il flusso di coscienza si presenta con una sintassi non regolare, assenza di punteggiatura, conferendo un certo rilievo alla dimensione dell’inconscio collettivo.
Pertanto resta fondamentale distinguere il flusso di coscienza dal monologo interiore. Se il monologo interiore ha una struttura organizzata e strutturata in modo logico, nel flusso di coscienza la rappresentazione dei pensieri è frammentata e poco coerente. Entrambe le tecniche narrative si pongono l’obiettivo di fornire una finestra sulla mente dei personaggi della storia. Così, il lettore è nella storia stessa ovvero nel luogo più autentico e vero: la psiche e l’animo dei personaggi.
L’esempio più noto di flusso di coscienza in letteratura è il romanzo capolavoro di James Joyce: Ulisse. Nella parte finale del romanzo vi è un lungo monologo interiore (composto da ben otto periodi) di Molly Bloom, la moglie del protagonista, in cui i suoi pensieri scorrono senza punteggiatura, senza quindi limiti di tempo e spazio. Tali pensieri si tramano con una serie casuale, disordinata e ininterrotta di ricordi, desideri, sensazioni, dando un contributo al senso non lineare e caotico che il flusso di coscienza comunica.
Tra gli autori italiani ricordiamo Italo Svevo, legato da profonda amicizia a James Joyce, con il suo romanzo La coscienza di Zeno. Zeno Cosini rappresenta l’uomo che ricerca forsennatamente la propria dimensione attraverso il pensiero, è l’uomo in cambiamento che perlustra la sua interiorità in cerca di risposte agli interrogativi che la realtà stessa presenta. Egli si rivolge direttamente al lettore attraverso pensieri e riflessioni.
Il personaggio Zeno Cosini, nella sua autoanalisi, passa a improvvise associazioni di immagini e di idee, affioranti dal buio dell’inconscio, apparentemente senza un nesso logico. Tuttavia rispetto all’Ulisse di Joyce, ne La Coscienza di Zeno l’espediente letterario della narrazione consiste principalmente nella scrittura delle “memorie”, compito che è stato affidato al protagonista dallo psicanalista, il dottor S.
Fra gli altri autori che fanno uso della tecnica narrativa in questione, ricordiamo anche Marcel Proust, Virginia Woolf e William Faulkner che hanno usato lo “stream of consciousness” per esplorare tematiche inerenti la percezione della realtà, la psicologia umana, la memoria e le sfumature dell’interiorità dei personaggi.
Oggi il flusso di coscienza viene adoperato anche nel teatro e raccoglie estimatori operanti nei più vari ambiti artistici, musica compresa. Ciò che è certo è che il flusso di coscienza è proprio dei romanzi (o meglio dei testi, più in generale) vicini all’essere umano. Si tratta, dunque, di testi complessi e intricati, a volte anche illogici e, forse per questo, anche sublimi.
Chiudo con alcune domande: quello che chiamiamo flusso di coscienza può essere un moto irrefrenabile e irrazionale della mente umana? Può essere voce dell’anima? Oppure è una semplice tecnica narrativa, a sua volta condizionata?
Suggerimenti di lettura sul flusso di coscienza e monologo interiore:
- Ulisse di James Joyce
- La coscienza di Zeno di Italo Svevo
- Mrs. Dalloway e Gita al faro di Virginia Woolf
- Mentre morivo e L’urlo e il furore di William Faulkner
- La ricerca del tempo perduto di Marcel Proust
Docente di Materie Letterarie presso l’istituto tecnico “Galileo Ferraris” di Ragusa, ricercatrice indipendente nel campo della Shoah, autrice di libri: “Frammenti d’anima”, Giovane Holden Edizioni (2014); “Trame d’inchiostro”, Kimerik Edizioni (2015); “L’urlo del Danubio”, Operaincerta Editore (2018); Profumi d’Istanbul, Operaincerta Editore (2022).
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