Bianco, rosso e Verdone: una tra le scene più poetiche vede il personaggio Mimmo, Carlo Verdone, accompagnare la nonna, Lella Fabrizi, lungo i viali di un cimitero. I due vanno alla ricerca di un parente di una amica dell’anziana signora. Ovviamente il nome del defunto è fuori dalla memoria della sora Lella, che ricorda solo che questo nome, appunto, ha a che fare col sorriso. Riso, sorriso, risata... qualcosa del genere.
La ricerca di questo "sorriso" dà il "LA" ad una serie di incontri con lapidi e vite che ormai parlano solo attraverso nomi e foto in bianco e nero.
Ogni passo è un'occasione per riflettere sulla vita, sulla tenerezza di certi destini. Mimmo, imperterrito, prosegue con la speranza di trovare questo nome fintanto che un becchino, con tanto di pala in spalla, gli ricorda con sguardo sghembo di fare silenzio e che in quel luogo non c'è niente da ridere!
Allora nasce il colpo di genio: i fiori da depositare sulla tomba del signor sorriso, riso, risata o come diavolo si chiama, devono essere distribuiti un po' a tutti i defunti del cimitero. Alla ragazza andata via troppo presto, all'avvocato sconosciuto e così via, fintanto che, l'ultimo fiore viene accompagnato forse alla sua giusta destinazione, per la tomba di "De Riso Francesco".
Perché farvi rivedere un frammento di un film celebre e bello come Bianco rosso e Verdone? Intanto perché è un ottimo esempio di come e quanto si possa ridere e sorridere attraverso il cinema di qualità. Poi e soprattutto perché racconta anche della nostra difficoltà di oggi nel cercare uno spunto utile per parlare e scrivere di sorrisi, di gioia e di felicità. Come se questi fossero temi scottanti, ardui per chi ha un'età ormai matura. Così cerchiamo anche noi qualcosa che abbia a che fare col sorriso ma incappiamo inevitabilmente nei nostri dispiaceri, nelle nostre malinconie e nei nostri ricordi meno lieti. Così è la vita. Eppure il tema del sorriso è semplice. Non è mica come parlare di "abigeato" o della "partenogenesi". È un argomento che si apre come un fiore verso orizzonti molto ampi: l'enigma della Gioconda, la terapia del sorriso, i clown, le maschere della commedia all'italiana e i grandi interpreti della risata... scegliete voi tra un Chaplin e un Totò e così troverete senza dubbio il vostro sorriso preferito. Nel frattempo, come Mimmo ci insegna, non arrendetevi, continuate a spargere fiori con disinteressato amore e con la giusta tenerezza. Alla fine il sorriso si trova sempre.
Operatore del sociale, referente per la comunicazione per il mio ente di lavoro, giornalista per iscrizione all'albo da alcuni anni. Appassionato di musica e family man per vocazione. Da un po' di tempo in linea con l'idea che da grande vorrei continuare a svolgere ancora a lungo tutte queste mansioni.
© Operaincerta. All Rights Reserved. Designed by HTML Codex