Questo sono i Peanuts, creati ormai 70 anni fa dal genio di Charles Schulze. Una banda di sempiterni bambini che agiscono in un mondo in cui gli adulti sono solo una presenza lontana, un senso di protezione davvero troppo effimero perché li si possa percepire reali.
Il mondo di Charlie Brown e soci è una realtà fatta di bambini che non sempre pensano come tali e che hanno profondità esistenziali che darebbero filo da torcere al dottor Freud. Piccoli con interrogativi grandi.
È difficilissimo limitare a un commento di poche righe (o forse anche poche pagine) un'epopea che si è sviluppata per oltre mezzo secolo con protagonisti entrati di prepotenza nell'immaginario collettivo, nei quaderni di scuola, negli oggetti di ogni giorno, nelle coperte, nei pigiami...
Una striscia quotidiana e poi le uscite speciali per ogni domenica per cinque decenni. Un lavoro immane per qualunque riserva di creatività, ma non per il disegnatore che ha influito più di altri nella storia del fumetto. Non più, dunque, avventure da super eroi, ma nemmeno storielle esili e capaci di strappare un sorriso. Piuttosto siamo davanti alla creazione di vere e proprie icone senza tempo che non sfigurano neanche nelle riflessioni di autori importanti, primo fra tutti Umberto Eco, che a loro hanno dedicato saggi di pregevole fattura.
Charlie Brown è il perdente più simpatico e indistruttibile che ci sia. Archetipo dello "sfigato", del "tiramolla" e dell'indeciso al punto da non riuscire a parlare con la ragazzina dai capelli rossi della quale è follemente innamorato. Talmente sconfitto da non avere impresso il suo nome nemmeno nella testa del suo cane Snoopy che, non a caso lo ricorda e lo pensa come "il bambino con la testa rotonda".
Charlie somiglia a tanti di noi che magari non vinceremo mai una partita di baseball, ma avremo tanti amici, tanta buona volontà e un cane a cui voler bene.
E, visto che lo abbiamo tirato in gioco, che dire del quadrupede capace di stravolgere del tutto il concetto stesso di amico devoto dell'uomo. Snoopy nel tempo prenderà letteralmente possesso della striscia e ne sarà protagonista assoluto. In lui il rifiuto della realtà, dell'essere semplicemente un cane, assomiglia tantissimo alla difficoltà che ognuno di noi ha nel sopravvivere allo squallore quotidiano. Così, con Snoopy, sogniamo di essere in volo contro il Barone rosso, o di poter vestire i panni del fascinoso Joe Falchetto o, più modestamente, di essere bravi capi scout seguiti da improbabili uccellini. Snoopy, insomma, è così umano da essere ritenuto "Il bambino più buffo che abbia mai visto" da un altro personaggio strepitoso: Piperita Patty, la bambina che viene dalla periferia della città. Una sorta di immagine del disagio che non si arrende. La difficoltà a scuola, la mancanza di una mamma, l'assenza di un padre costretto a lavorare di notte. E poi ancora l'insicurezza per avere un naso troppo grosso per essere un giorno bella. Nulla, tuttavia, la abbatte. E' insieme ad un'altra protagonista, una bambina/donna consapevole dei suoi sentimenti e decisa a difenderli con tutti i mezzi a disposizione. Alcune strisce che la vedono protagonista sono dei veri distillati di saggezza e di tenerezza.
Non le è dissimile, nonostante le apparenze, Lucy, la bambina scorbutica per eccellenza. Intrattabile, violenta, presuntuosa ma irresistibilmente simpatica. Capace di prendersi gioco, costruendo un semplice banchetto, dei soloni della psicologia, messi in ridicolo con risposte date al malcapitato paziente (spesso Charlie Brown). Una fanciulla che ama, irrimediabilmente non contraccambiata, il musicista Schroeder che mal sopporta i suoi sospiri amorosi. Chino sul piano giocattolo, il genio di Schroeder ammonisce il lettore sul fatto che una tale devozione all'arte, nel suo caso alla musica di Beethoven, possa davvero essere una condanna più che una gioia.
E poi Linus, con la sua coperta, i suoi talenti, il suo fervore biblico che non gli impedisce di credere sempre e ancora sempre al Grande Cocomero. Emblema dell’oggetto transazionale, la sua coperta vivrà mille avventure, sarà oggetto di critiche che mai distoglieranno Linus dal rinunciarvi del tutto. Che bello, pensiamo noi oggi, credere ancora a Babbo Natale e alle sue renne. Che bello potersi aggrappare a qualcosa che non ci faccia crollare al peso delle nostre insicurezze.
Non sono certo meno importanti personaggi come Sally, sorella di Charlie Brown, che trovo deliziosa nelle strisce in cui parla all'edificio scolastico (che ricambia i suoi pensieri) o Franklin, il bimbo di colore che nemmeno per una volta lascia cenni al suo pigmento e, così facendo, fa capire come per i bambini non esista differenza di alcun genere.
Resterebbe molto da dire, per esempio dell'uccellino privo di identità e che fatica a volare pur sognando di essere un'aquila e che si chiama "Woodstock". Un colpo di genio, tra gli innumerevoli di Schulz, per dire di come i giovani di quegli anni vivessero realmente un tempo pieno di promesse ma anche di enormi difficoltà. E quelli di oggi?
Il mito dei Peanuts, dunque, si alimenta di una storia epica e archetipica. Nel tempo ha dato il nome ad una importante rivista di fumetti realizzata in Italia (Linus, appunto) e ha impresso un segno forte in chi si è cimentato nell'arte del fumetto.
Oggi la striscia viene riproposta con successo su internet e sui vari social dove non mancano gruppi di appassionati che amano discutere delle strisce più divertenti e sagaci create dall'artista statunitense.
Ancora oggi, disegni nati negli anni Sessanta o giù di lì, non smettono di regalare un sorriso, indurre una riflessione e, perché no, a darci l’illusione che un bel giorno si possa vincere la partita della vita, incontrare il Grande Cocomero, abbattere il Barone rosso e baciare la bambina dai capelli rossi.
Per approfondire consiglio la pagina: https://it.wikipedia.org/wiki/Peanuts
Su Facebook imperdibile il gruppo: https://www.facebook.com/groups/169293613176739 che è animato da persone bene educate e simpatiche.
Operatore del sociale, referente per la comunicazione per il mio ente di lavoro, giornalista per iscrizione all'albo da alcuni anni. Appassionato di musica e family man per vocazione. Da un po' di tempo in linea con l'idea che da grande vorrei continuare a svolgere ancora a lungo tutte queste mansioni.
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