Il sorriso, lo sappiamo, aiuta ad iniziare meglio una giornata. Ridere insieme crea subito alleanza. Una scena comica è compresa e crea effetti benefici su tutti, senza distinzione di cultura, età o appartenenza. Su questo presupposto di benessere, comunione, condivisione si basa la Terapia del Sorriso; un metodo che ha origine nel secolo scorso e che si è sviluppato in diversi settori di applicazione riscontrando sempre maggiori evidenze scientifiche.
L'origine della clownterapia moderna ha più di una figura di riferimento. La presenza ufficiale di clown professionisti all’interno dei contesti di cura ha avuto inizio nel 1986, quando Michael Christensen a New York e Karen Ridd a Winnipeg in Canada hanno dato avvio a questa particolare attività di intrattenimento dei pazienti in ospedale. Qualche anno dopo emerge un altro importante protagonista di questa arte, conosciuto in tutto il mondo: quella di Hunter Doherty "Patch" Adams, clown, medico e attivista sociale reso famoso anche dall’interpretazione di Robbin Williams nel film del 1998. La clownterapia, detta anche Terapia del sorriso, è l'applicazione di tecniche di clownerie in ambito sanitario, allo scopo di migliorare l'umore dei pazienti, familiari e accompagnatori. Viene attuata da persone formate appartenenti ad enti privati come associazioni, cooperative e fondazioni che scelgono il clown come stato di coscienza per entrare in relazione con persone in difficoltà e sono appositamente preparate per operare nel settore sociosanitario, attraverso tecniche derivate dall'improvvisazione teatrale, dall'arte del clown, dalla prestidigitazione, dal teatro. Le attività sono rivolte alle persone presenti nei luoghi di cura, come i pazienti ricoverati in strutture ospedaliere, in particolar modo i bambini, ma anche alle persone accolte in case di riposo, case famiglia, centri diurni, centri di accoglienza. Lo scopo della terapia non è curare, ma piuttosto alleviarne lo stato d’ansia e la sofferenza, per migliorare la risposta corporea e la funzionalità del sistema immunitario. Sperimentare una seduta di Terapia del sorriso può essere sconvolgente. Attraverso la pratica ci si rende conto come le emozioni, sia positive che negative hanno un’influenza diretta sul corpo. La risata, tanto quella spontanea che quella indotta, provoca il rilascio di beta-endorfine, i neurotrasmettitori che hanno proprietà analgesiche. Questo determina un miglioramento dell’umore e soprattutto della risposta immunitaria del corpo. Qualche mese fa, Ragusa ha avuto la presenza del primo clown dottore della storia mondiale, Michael Christensen, accompagnato dal pioniere italiano della comico-terapia Rodrigo Morganti. È stato un momento formativo di alto livello strutturato in diverse parti, tutte guidate dall’umanità, dai sorrisi e dalla professionalità dei due conduttori. La metodologia usata è stata interattiva ed esperienziale, sempre intrisa dello spirito del gioco, dell’accoglienza e del benessere. “L’umano prima di tutto! Con il naso in tasca”. Questo il tema degli incontri organizzati su iniziativa dei clown dottori di “Ci ridiamo su”, della “Fondazione San Giovanni Battista” e di “Adierre”, con il sostegno del Comune di Ragusa. Sorridere per curare, per curarsi, per imparare a stare nella relazione con le persone e saper leggere ciò che ci circonda. Quattro giornate di crescita personale e professionale dedicate a chi lavora con l’altro: insegnanti, educatori, psicologi e assistenti sociali. Per i social worker una vera opportunità per integrare metodologie trasversali al lavoro quotidiano di cura e presa in carico della persona. “I clown dottori - ha sottolineato Michael Christensen - non guariscono, non risolvono i problemi. Quello che è possibile fare è creare uno spazio dove può inserirsi anche la guarigione. Il primo strumento da mettere in campo è essere completamente presenti, avere la visione di ciò che sta intorno, del contesto, concentrandosi sul momento stesso, su ciò che si vede oltrepassando una porta immaginaria di ingresso nella situazione che si sta vivendo. Un altro accorgimento fondamentale è riconoscere “potere” alle persone che incontriamo. Io ho esperienza principalmente tra le corsie degli ospedali, soprattutto di pediatria; in questo contesto è importante coinvolgere i bambini in modo attivo, rendendoli non solo destinatari delle cure ma lasciandoli diventare attori di ciò che succede, dal corretto uso di un cappello, alla lettura del termometro. Sovvertiamo l’ordine delle cose. Imprescindibile, quando si lavora nella relazione, è avere un cuore aperto e un naso rosso in tasca, cioè quella curiosità, quella scintilla negli occhi che ci permette di incontrare davvero la gente. Tutti questi elementi permettono di creare uno spazio sano, più rilassato, stimolante dove le persone ritrovano il proprio potere e la capacità di autodeterminarsi. Magari poi potrà arrivare anche la guarigione”. La parte del corso rivolta ai docenti, di ogni ordine e grado, ha trattato la Comico terapia e la comunicazione sensibile in classe: la pratica delle buone emozioni nella relazione alunno docente. Si è parlato di come portare la comico-terapia a scuola, di come imparare a ridere per insegnare ridendo, della necessità a volte di avere una nuova visione e gestione della situazione scolastica, dell'importanza della comunicazione empatica, delle emozioni positive nei processi educativi. La parte del corso rivolta specificatamente ad assistenti sociali, educatori, professionisti del settore sanitario, operatori, educatori e volontari, ha trattato il tema de “L'umano prima di tutto” strutturato in laboratori esperienziali con tematiche differenti. Durante gli incontri ciascuno ha provato l'importanza di essere “umano”, quindi vulnerabile e aperto al mondo, capace di sentire le diverse emozioni e di accoglierle tutte, dalla gioia al dolore, dalla paura alla genuinità, come doni e semi di crescita. Sono stati appresi strumenti e metodi utili nella relazione socio-sanitaria, affrontando argomenti come umanizzazione, inclusione, ascolto e presenza empatica. Michael Christensen ha sottolineato anche l’importanza del prendersi cura di sé, per poter aiutare gli altri. La prospettiva fornita dalla terapia del sorriso, infatti, rappresenta un valido strumento per contrastare il burnout, cioè quell’esaurimento di energie, motivazione e creatività che rappresenta un pericoloso rischio professionale per chi lavora costantemente nella relazione di aiuto. Il sorriso consapevole aiuta a creare quello “spazio” per cambiare la prospettiva, per ritrovare la serenità e il benessere. Il metodo della terapia del sorriso, dunque, non è uno strumento in mano solo ai clown dottori nelle corsie degli ospedali ma rappresenta soprattutto un modo di vivere che può essere messo in campo in tutte le relazioni umane, in special modo quelle di aiuto.
Scheda su Michael Christensen
Michael Christensen è il primo Clown dottore ad aver applicato il sorriso nelle terapie di cura. Nato a Walla-Walla, Washington, il 15 gennaio 1947, vive un’infanzia difficile ristorata solo dal legame profondo e sincero con il fratello Kenneth. Si iscrive al primo programma di formazione per attori professionisti dell'Università di Washington. Conseguita la laurea, alla fine degli anni Sessanta, entra a far parte di una compagnia di teatro di strada che utilizzava tecniche circensi per creare metafore visive. Tra gli artisti della troupe c'erano il suo futuro partner di giocoleria e clown, Paul Binder. Insieme girano l’Europa arrivando anche in Italia ed esibendosi prima a Roma e poi a Napoli. Nella città partenopea i due clown si esibiscono in una piazza piena di bambini poveri, scalzi e sporchi impazienti di vederli all'opera. Dall’osservazione di quei visi sudici ed emaciati ma sorridenti Michael Christensen comprende che essere un clown vuol dire portare gioia; i volti di quei bambini divertiti dallo spettacolo inducono Michael a riflettere su ciò che avrebbe voluto e potuto fare della sua vita: portare il sorriso nella disperazione, la felicità nel dolore. Dopo un lungo periodo a Parigi rientra in America dove continua ad esibirsi e nel 1981 diventa Direttore del “Big Apple Circus”. Qualche anno dopo ritrova il fratello ospedalizzato e gravemente malato di un cancro incurabile al pancreas. Michael in ospedale si ingegna per far divertire il fratello attraverso i giochi che aveva imparato in quegli anni. Si accorge che pur non potendo guarire Kenneth, la sua attività riesce ad alleviare le sofferenze del fratello e in taluni casi a strappargli dei sorrisi. Questa esperienza porta Michael a cambiare di nuovo il corso della propria esistenza. È così che nel 1986 il clown professionista Michael Christensen fonda a New York, insieme allo storico amico e collega Paul Binder, "The Clown Care Unit", la prima unità speciale di clown dottori il cui scopo principale è quello di portare gioia e sorrisi all'interno degli ospedali. Nasce in quell'anno la clownterapia. Michael Christensen ha ricevuto molteplici premi internazionali e importanti riconoscimenti per il suo lavoro nel settore e oggi si dedica alla formazione e alla divulgazione della terapia del sorriso.
Formazione tecnica, studi umanistici, lavoro sociale e, oggi, responsabile delle risorse umane di una Fondazione. Da oltre vent’anni professionalmente divisa tra numeri ed essere umani, parole e cifre, discipline artistiche e rendiconti. Ho collaborato con varie testate giornalistiche e faccio parte del consiglio di disciplina del CROAS. Operaincerta, dunque, ma stabile nei valori essenziali, primo su tutti, la famiglia. Scrivere, come leggere e viaggiare, sono passioni per condividere esperienze, impressioni e sogni.
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