Non è un caso che un grande autore della letteratura dedicata all’infanzia abbia intitolato un suo capolavoro Fiabe lunghe un sorriso. Il titolo conferma che le fantasiose storie narrate da Gianni Rodari destano ilarità e spensieratezza in chi le ascolta, donando leggerezza alle contraddizioni tipiche del mondo degli adulti. A ciò aggiungo, però, che esso richiama il volto gioioso dei bambini, il cui sorriso non sembra spegnersi mai, anche quando, oscurato, riaffiora con una gentilezza innata.
Il sorriso di un bambino è luce pura che disarma chi lo sa capire, chi riesce a intuirne la verità, chi è capace di accoglierne l’autenticità.
In ogni bambino rilucono delle energie inconsapevoli che attendono di venire fuori rigogliose. “Il bambino è la salvezza dell’umanità” affermava Maria Montessori, grandissima pedagogista che ha dominato la scena culturale del Novecento, lasciando un segno profondo nell’ambito educativo e nell’intera società per la costruzione di un mondo più fraterno e pacifico.
È proprio osservando le capacità dei piccoli, che mostrano una fede naturale in Dio autore distinguendo prontamente, ad esempio, le cose naturali da quelle soprannaturali che la Montessori intuì il misterioso legame che unisce Dio e i bambini.
Di questo legame ancestrale si nutre l’esercito dei bambini della speranza, parte del progetto scultoreo “Hope”, realizzato dall’artista Orazio Coco e presentato, a fine ottobre scorso, a Noto nei Bassi di Palazzo Nicolaci di Villadorata sotto la curatela di Vincenzo Medica e con la presentazione critica di Dalia Monti.
L’installazione site specific postula un’idea creativa che pone Dio e i bambini su un medesimo piano di segni e significanti che rende i piccoli, oltre Dio, gli unici esseri capaci di parlare delle virtù. Più che parlarne, i bambini le incarnano quotidianamente con i loro gesti e con i loro sguardi e, come giocattoli, ne usano, ora smontandole ora ricomponendole, non separandosene mai.
Entrando nei Bassi di Palazzo Nicolaci, ci si trova dinanzi a un paesaggio archeologico in cui dagli scavi, trincee immaginarie, si ergono una cinquantina di bambini in terracotta rosa, plasmati dall’artista che si fa tramite del loro essere virtù. Ispiratosi al famoso esercito di Qin Shi Wang che contava 8.000 soldati armati, Coco propone i suoi bambini, nudi e disarmati, piuttosto muniti solo del loro sguardo innocente e del loro ineffabile sorriso.
Sono presenze vive e suggestive, animate da un gioco di chiaroscuri in cui espressioni, movenze e sorrisi esaltano la vera forza di questo esercito che sembra non voglia smettere di marciare, contagiare sotto l’egida della Speranza. Lungo il percorso si incontrano sguardi intensi: uno sguardo che dà fiducia, un altro che infonde coraggio, un altro ancora che perdona. E ancora il piglio di chi ricerca la conoscenza, di chi, allo specchio, sembra guardarsi internamente. Occhi chiusi alla ricerca della purezza, corpi libranti di libertà. Questi soldati speciali squarciano quieti il silenzio sotterraneo.
L’installazione fa parte della Rassegna “Percorsi di NOTOrietà 2023”, curata dallo Studio Barnum Contemporary, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Noto, e sarà visitabile fino al 7 gennaio 2024.
Giornalista pubblicista e insegnante, scrivo con la luce e con l’inchiostro sin da bambina. Fonte di ispirazione il viaggio lungo paesi del mondo e paesaggi esistenziali della contemporaneità.
© Operaincerta. All Rights Reserved. Designed by HTML Codex