Piantatela di gettare i sacchetti della spazzatura ai bordi delle strade! Un vero scempio, un orribile vizio che si è fatto più frequente da quando i contenitori dei rifiuti polifunzionali sono scomparsi, lasciando il posto a quelli delle oasi ecologiche dov’è richiesto un minimo di senso civico e una capacità alfabetica di base per leggere le iscrizioni (carta, plastica, vetro, indifferenziata) riportate a caratteri cubitali, prima di gettare quello che si ha fra le mani. Ogni percorso stradale, comunale o provinciale che sia, è “adornato” da sacchetti di plastica azzurri, bianchi o rosa, lasciati, ad intervalli quasi regolari, da facinorosi automobilisti che, direttamente dal finestrino dell’auto, si dilettano al lancio del sacchetto, avendo la certezza che, in questo modo “innovativo”, potranno farla franca non essendo possibile disseminare telecamere lungo tutti i precorsi stradali. Poi, quando la strada si apre ad uno slargo o ad una piazzola di sosta è proprio lì che l’immondizia dà il meglio di sé. Cumuli e cumuli di qualsiasi cosa diventano vere e proprie montagne con materassi, sedie, mobili rotti e scarti di muratura, solo per citarne alcuni. A poco o nulla sono valsi i controlli attraverso videocamere strategicamente collocate perché gli spiazzali resistono puliti solo qualche giorno: basta che un altro “ecologista” occasionale getti il suo bottino per autorizzare gli altri passanti ad emularlo, quasi fosse un nobile esempio di civiltà. Le amministrazioni comunali sono corse ai ripari perché i costi di pulizia sono esosi, quindi non fanno sconti a nessuno, ma per ogni facinoroso beccato ce ne sono altre decine che sfuggono. Inoltre, le sanzioni ad alcuni non pesano affatto perché sono irrisorie rispetto al danno arrecato, considerando che i colpevoli sono protetti dalla privacy. Allora che fare? Innanzitutto, lasciare perdere la privacy e pubblicare la foto dell’eroe altre a comminargli, non una sanzione pecuniaria, bensì un mese di lavori socialmente utili raccattando la spazzatura a mani nude, ovviamente.
Antonella Galuppi vive a Santa Croce Camerina (RG). Laureata in Giurisprudenza, con idoneità all’esercizio dell’attività forense, è specializzata in Criminologia e Diritto minorile. Giornalista pubblicista, ha pubblicato due raccolte poetiche (“Sciarade”, Itinerarium editrice, Modica 2003, e “L’antinomia”, Armando Siciliano editore, Messina 2016), un libro illustrato per bambini (“Spillo & Karim”, Alberti editore, Arezzo 2003). Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di racconti “Vite a stralci”, e nel 2023 il romanzo "MareDentro", entrambi per OperaIncerta editore, Ragusa). Un suo mini-racconto, “La mascherina”, è stato inserito nell’E-book edito dalla Rai, edizione 2020/2021. Da anni opera nel settore della cultura ottenendo diversi riconoscimenti, fra cui il Premio Livatino Saetta Costa, a Catania nel 2017, per l’impegno sociale nella cultura, e il Premio Sicilia Federico II, a Modica nel 2021, per la poesia.
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