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Innamorati di un sogno

Gaudenzia Flaccavento 14 marzo 2024


Francesco Bocchieri e Luana Dicunta sono una giovane coppia. Li incontro online un primo pomeriggio di sabato, quando hanno un po’ di tempo da dedicarmi. Sono ragusani, ma vivono a Comiso. In tasca non hanno nessuno studio specifico, ma solo occhi limpidi che si illuminano ad ogni nuova scoperta. Hanno un talento innato nel trasmettere il loro sincero stupore. Lo stesso che mostrano oggi, sorpresi, dopo tante interviste realizzate, di essere oggetto di attenzione.

A chi non vi conosce, come definite il vostro lavoro?
Francesco: Siamo videomaker, ma aspiranti documentaristi a tempo pieno. Il videomaker realizza prodotti per ricorrenze familiari (matrimoni, compleanni, etc), oppure è incaricato da un’impresa di promuovere un prodotto o un servizio. Il documentarista realizza invece prodotti di divulgazione culturale.
Luana: È il nostro sogno, perché fare documentari permette di viaggiare, conoscere luoghi e persone, e spinge a studiare ed approfondire. È una possibilità di crescita e scoperta.

Come e quando è iniziata la vostra avventura?
Francesco: Siamo sposati dal 2015 e prima lavoravo come elettricista, con poca soddisfazione. Dentro di me c’era un’ispirazione creativa, che covavo sin dalla giovinezza. Poi una serie di eventi apparentemente casuali ci ha fatto trovare la nostra strada.
Luana: Tutto è iniziato da una vecchia Vespa di famiglia, rimessa a nuovo. Cominciamo a girare come ragazzini nel breve raggio permesso dal cinquantino. Scopriamo la bellezza di angoli nuovi o ritrovati, ci sorprendono scorci permessi dalla lentezza del mezzo. Poi nel Capodanno del 2017 visitiamo Matera, e guardiamo un documentario proiettato in loop in una saletta. È Casa Noha, e racconta la storia dei Sassi di Matera e dei suoi abitanti https://www.isassidimatera.com/cosa-vedere/casa-noha/ . Ci innamoriamo del progetto, perché non farlo anche a Ragusa? Del resto io ai tempi ero disoccupata, e ci sembrò un bel lavoro da fare insieme.
Francesco: Poi ci fu anche la lettura di una paginetta web, che ripercorre le tappe principali della storia di Ragusa. Scopriamo la ricchezza del suo patrimonio, con testimonianze dalla preistoria al Novecento. È la primavera del 2018, mollo il mio lavoro, compriamo una videocamera, e ci lanciamo nell’avventura di raccontare tutta la storia di Ragusa e delle sue bellezze. Per un anno giriamo, studiamo libri, incontriamo persone. Ne esce la nostra opera prima, il documentario Ragusa, terra iblea.

Iniziare da autodidatti è stato un limite o un vantaggio?
Francesco: Abbiamo ancora alcune difficoltà tecniche, tante cose da imparare.
Luana: Cominciare da zero però ci ha consentito il vantaggio dell’incoscienza, il coraggio di avventurarci in terreni sconosciuti.

Non è stata una strada facile, quante volte avete pensato di mollare tutto e tornare ad una vita ordinaria?
Luana: Una volta sola, dopo il completamento del nostro primo lavoro. È la primavera del 2019, siamo molto soddisfatti del risultato, per essere la nostra opera prima. Facciamo il passo successivo, l’affitto di un locale molto centrale a Ragusa Ibla per farne una sala di proiezione. Pochi i turisti, ancora meno i ragusani che pagano il biglietto (esiguo) richiesto per la visione. Resistiamo qualche mese, ci giochiamo tutti i nostri risparmi, e siamo costretti a chiudere, nell’estate del 2019. Ci sentiamo ignorati, siamo delusi.
Francesco: Abbiamo mandato centinaia di inviti, ad associazioni, scuole, istituzioni. Pochissimi rispondono, ancor meno vengono a trovarci.

Cosa vi ha spinto a continuare?
Francesco: Tra i pochi spettatori c’è Peppe De Caro, viene da Vittoria. Fa parte dell’associazione del Cammino dell’Antica Trasversale sicula. https://www.trasversalesicula.it/ Ci racconta il loro progetto, e ci invita al prossimo cammino.
Luana: Dobbiamo allontanarci da Ragusa, almeno per un po’. Decidiamo così di unirci per documentare l’esperienza, e soprattutto perché abbiamo bisogno di una pausa rigenerante e di riflessione. Non sapevamo che sarebbe stato l’ultimo periodo di spensierata “disoccupazione”. È l’autunno del 2019. Da Mozia a Kamarina sono 650 km attraverso l’entroterra della Sicilia, si percorrono in 45 giorni. È un’esperienza forte, di condivisione con gli altri camminatori, di incontro con piccole comunità, di scoperta dei segni del passato e della continuità della natura.
Francesco: Al ritorno sono costretto a lavorare per un po’ come elettricista. Poi c’è il lockdown, che ci regala un periodo di assoluta concentrazione dedicato alla selezione e al riordino della mole di materiale filmato. La post-produzione del documentario Antica trasversale sicula. Il cammino della dea madre vede la luce grazie ad un crowfounding ed una serie di sponsor. Prima di essere liberamente accessibile su Youtube   https://youtu.be/1dWmLsD-ROU il filmato è passato in tantissime proiezioni pubbliche, nelle comunità che ci avevano accolto poco tempo prima.
Dopo arrivano le partecipazioni ai concorsi e i premi: al Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico – Licodia Eubea, ITA (Premio Archeoclub d'Italia), al Travel Fest Albania – Tirana, Albania (primo premio nella categoria History and Heritage), al PSF Pompei Street Festival – Pompei, ITA (menzione speciale Amedeo Maiuri).
Luana: Poi ci sono stati alcuni incontri significativi, come quello con un’importante agenzia immobiliare che ci dà fiducia, con il regista Andrea Traina, con Chiara Ottaviano che ci coinvolge nel progetto dei laboratori di public history organizzati per il comune di Ragusa e l’ecomuseo Carat. Finalmente anche Ragusa sembra accorgersi di noi, della nostra passione e dell’impegno che mettiamo in ogni progetto.

Siete una squadra vincente. Quali sono i vostri ruoli?
(aspettiamo Luana che si è allontanata per stendere i panni).
Luana: Francesco è la mente, io sono solo il braccio, lo assisto con le attrezzature, anche se a poco a poco qualcosa sto imparando anch’io.
Francesco: Lei fa la modesta, ma in realtà per me è fondamentale. Io ho un temperamento sensibile, lei invece è più forte e decisa. Mi aiuta nelle mie debolezza, sblocca le mie indecisioni, sia nelle scelte creative che nelle decisioni con i committenti. Ha inoltre uno sguardo “obiettivo” sui risultati e mi fido ciecamente del suo punto di vista. Quattro occhi sono meglio di due!

Cosa avete in cantiere?
Francesco: Siamo nella fase di post produzione di un documentario commissionato da un’associazione di Ragusa a cui siamo molto legati, Insieme in Città. È un progetto diverso dal solito, ci sono idee e concetti da raccontare, materiale d’archivio, interviste e riprese ambientali. Il tutto legato da un filo narrativo originale. Non vediamo l’ora di finirlo e di presentarlo alla comunità ragusana.
Luana: Contemporaneamente stiamo lavorando con le scuole per la terza edizione del progetto di Public History. Sono tre piccoli cortometraggi alla scoperta di Ragusa e del suo patrimonio culturale, in cui cerchiamo di coinvolgere il più possibile gli studenti nella fase delle riprese.

Avete un altro sogno nel cassetto?
Francesco: C’è un grande progetto sulla Sicilia archeologica, siamo affascinati dalla scoperta delle nostre radici, di un rapporto più autentico tra l’uomo e la natura.
Luana: Un’altra follia, ma senza follia non saremmo qui.

Gaudenzia Flaccavento

Dopo aver lavorato nell’ambito della gestione dei beni culturali, da circa vent’anni insegna Italiano e Storia negli istituti superiori.
Ha anche insegnato Storia dell’Arte presso la Struttura Didattica Speciale di Lingue nella sede di Ragusa dell’Ateneo di Catania. Ora si dedica nel tempo libero all’Associazione Insieme in Città, che si occupa di Urbanistica Partecipata e cittadinanza attiva. Anima, con altre amiche, il gruppo di lettura L’ora dei Libri.
Dopo aver scritto saggi di Storia dell’Arte, storia dell’Architettura e di Urbanistica, da poco sta sperimentando la scrittura narrativa. Alcuni suoi racconti sono già stati pubblicati in raccolte edite localmente..

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