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La moglie più bella

Antonella Galuppi 14 marzo 2024

Ci sono film che restano nella mente perché rievocano episodi divertenti, situazioni drammatiche, vicende quotidiane. Film che sanno cogliere le varie sfaccettature di una società e di un’epoca. Ma ci sono film che restano nell’anima perché ispirati a storie vere che sanno mettere in risalto spaccati di vita, pezzi della realtà sociale che, spesso, dimentichiamo e, invece, meriterebbero di essere reiterati per non perderne traccia. La moglie più bella è il titolo di un film proiettato per la prima volta nel 1970, per la regia di Damiano Damiani, protagonisti Ornella Muti e Alessio Orano, con musiche di Ennio Morricone. La vicenda è liberamente ispirata alla storia di Franca Viola, una giovane donna che ha cambiato le coscienze e il cui esempio è servito ad aprire una breccia in una società ottusa e maschilista. Aveva appena 17 anni quando, il 26 dicembre del 1966, Franca venne rapita da Filippo Melodia, nipote di un mafioso e appartenente ad una famiglia benestante. I suoi genitori erano umili mezzadri che, quando la ragazza aveva appena 15 anni avevano accolto favorevolmente il fidanzamento con Filippo, ma poi, non contenti del suo comportamento poco onesto, avevano deciso di far troncare il rapporto. Il giovane non si era mai rassegnato a quel gesto di sfida e, tornato ad Alcamo, dopo essere stato in Germania per due anni, aveva pensato bene di vendicarsi. Distrusse, insieme a dei complici, la casa in cui viveva la famiglia di Viola, saccheggiando la vigna di loro proprietà. Non soddisfatto, rapì la ragazza e la tenne reclusa a casa della sorella per diversi giorni. Abusò di lei e decise, per evitare condanne penali, di chiederla in moglie presentandosi ai genitori della stessa, come se niente fosse accaduto. La famiglia, facendo credere di accettare la proposta, permise alla polizia di liberare la figlia, dopodiché Viola denunciò il male subito e Filippo, insieme agli altri complici, venne arrestato e processato. Ne scaturirà una condanna per tutti i soggetti coinvolti nel rapimento, soprattutto Filippo: 11 anni di reclusione per violenza sessuale, lesioni e minacce. La novità di questa vicenda riprodotta in un film non è data solo dal fatto che una ragazza di un paesino del sud in provincia di Trapani, negli anni sessanta, si sia ribellata alle ristrettezze mentali della società che imponevano ad una donna di rimanere illibata fino al matrimonio, ma la vera novità è stata nell’essersi ribellata a una legge assurda, prevista originariamente dal Codice penale del 1930, a tutela dell’onore, nei confronti del quale erano ammesse numerose nefandezze. Fra queste, il matrimonio riparatore, per cui il futuro sposo avrebbe potuto evitare qualsiasi condanna. Nel caso in esame, Filippo Melodia e i suoi amici sarebbero sfuggiti alla norma penale qualora Franca avesse acconsentito. La sua forza e il suo coraggio, nonostante l’età, non l’hanno fermata e dopo 16 lunghi anni, la causa d’onore è stata completamente espunta dal Codice penale, attraverso la legge 442 del 1981. Finalmente il matrimonio riparatore ed il delitto d’onore non esistono più.

Immagine di Lin Tong, Pixabay

Antonella Galuppi

Antonella Galuppi vive a Santa Croce Camerina (RG). Laureata in Giurisprudenza, con idoneità all’esercizio dell’attività forense, è specializzata in Criminologia e Diritto minorile. Giornalista pubblicista, ha pubblicato due raccolte poetiche (“Sciarade”, Itinerarium editrice, Modica 2003, e “L’antinomia”, Armando Siciliano editore, Messina 2016), un libro illustrato per bambini (“Spillo & Karim”, Alberti editore, Arezzo 2003). Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di racconti “Vite a stralci”, e nel 2023 il romanzo "MareDentro", entrambi per OperaIncerta editore, Ragusa). Un suo mini-racconto, “La mascherina”, è stato inserito nell’E-book edito dalla Rai, edizione 2020/2021. Da anni opera nel settore della cultura ottenendo diversi riconoscimenti, fra cui il Premio Livatino Saetta Costa, a Catania nel 2017, per l’impegno sociale nella cultura, e il Premio Sicilia Federico II, a Modica nel 2021, per la poesia.

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