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Nişan

Marinella Tumino 14 luglio 2024


Vorrei condividere con i lettori un’esperienza cui ho assistito in Turchia: la festa di fidanzamento. In questa fase, per i turchi, assumono un’importanza fondamentale gli anelli. La tradizione turca prevede che sia la persona più anziana a mettere gli anelli ai futuri sposi.
Qualora nella coppia di genitori o nonni, il marito sia più giovane della moglie, è comunque l’uomo a mettere gli anelli.
In Turchia l’anello di fidanzamento si mette alla mano destra, al contrario che in Italia, mentre la fede si mette a sinistra come per noi italiani.
Gli anelli vengono legati alle due estremità con un sottile nastrino rosso “kurdela” di circa un metro. Secondo il rito, lo si mette prima alla mano della donna e poi in quella del fidanzato, pronunciando appunto una piccola formula di buon auspicio. Dopo di che si prendono le forbici dal vassoio su cui erano state poste e la persona che ha messo le fedi fa il gesto di tagliare la kurdela.
A questo punto si usa recitare un’altra formula “makas kesmiyor”, ovvero “le forbici non tagliano”, in modo tale che il futuro sposo, se vuole la sposa, deve tirare fuori una banconota da dare all’incaricato del taglio. Così, magicamente le forbici torneranno a tagliare e solo a quel punto si è ufficialmente fidanzati.
Inoltre, prima del taglio della kurdela si usa servire il caffè turco a tutti gli invitati. La futura sposa lo dovrà preparare e servire a tutti, senza combinare pasticci, ma, cosa molto importante, dovrà ricordarsi di mettere il sale, al posto dello zucchero, nella tazzina che andrà al futuro sposo. Naturalmente, pur non avendo visto come è stato preparato il caffè, lo sposo turco sarà preparato a questa usanza. Seppur restio, è obbligato a prendere la propria tazzina e, davanti a tutti gli invitati, pian piano berrà il proprio caffè salato, senza battere ciglio. In questo modo dimostrerà che ama la propria “sposa” e che per lei è disposto anche a bere un terribile caffè, oltre a sopportare, eventualmente, anche più di questo!
Ovviamente una bella tavolata di dolci e soprattutto una bella torta, appositamente ordinata, addolcirà i palati degli invitati e dei futuri sposi. In alcune occasioni, alcuni neo fidanzati organizzano anche una festa da ballo post torta.
Insomma, un aspetto che definirei alquanto folkloristico e affascinante anche per noi italiani che, ormai da decenni, non pensiamo più di festeggiare e ufficializzare un fidanzamento.


Marinella Tumino

Docente di Materie Letterarie presso l’istituto tecnico “Galileo Ferraris” di Ragusa, ricercatrice indipendente nel campo della Shoah, autrice di libri: “Frammenti d’anima”, Giovane Holden Edizioni (2014); “Trame d’inchiostro”, Kimerik Edizioni (2015); “L’urlo del Danubio”, Operaincerta Editore (2018); Profumi d’Istanbul, Operaincerta Editore (2022).

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