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Divortium

Maria Giovanna Fanelli 14 settembre 2024


Dal divortium latino, separazione, il divorzio contiene l'idea di volgersi su diversa parte, che sia essa fisica o figurata.
Sono molte le separazioni possibili fra cose e persone, ma quando si pensa al divorzio, la prima cosa che viene in mente è la separazione coniugale: due coniugi non coniugano più e quindi divergono. Vanno ciascuno per la sua strada. E chi s'è visto s'è visto. O meglio, così dovrebbe essere. In realtà, la situazione è spesso un pochino più complicata, perché ci si vede in tribunale, e ci si rivede se ci sono figli, e ci si rivede se si vive nella stessa città. Una cosa, comunque, è certa: per la legge, una volta sopraggiunto il divorzio, entrambi gli ex coniugi sono liberi di convolare a nozze con altri. Per restarci a vita o per divorziare ancora, questo non importa, conta la rescissione del contratto precedente. C'è chi si risposa con l'ex coniuge, persino. E va beh, il mondo è bello anche per questo.
Ogni divorzio, esattamente come ogni matrimonio, è una storia a sé. Ci sono divorzi in pace e divorzi in guerra, alcuni difficili, altri semplicissimi. Alcuni migliorano la vita degli ex coniugi, altri purtroppo la peggiorano; in ogni caso segnano un cambiamento.
Dal canto mio, voglio raccontarvi di un divorzio eccezionale, uno di quelli in cui il bene e il male fluttuano insieme e si abbracciano; un divorzio dal quale potrebbe essere addirittura nato il mondo. È un divorzio acquatico, il divorzio di Oceano e Teti.
In primis, per evitare fraintendimenti, sottolineo subito che questa Teti non è la Teti moglie di Peleo e mamma di Achille. In greco antico l'equivoco non sussiste: Teti-mamma di Achille è Θέτις, che traslitteriamo in Thétis; Teti-moglie di Oceano è Τηθύς, cioè Tēthýs; c'è una gran bella differenza.
Teti e Oceano sono due titani e sono fratello e sorella; e pure sposi, un'usanza molto diffusa fra gli dèi. Quella di sposarsi fra parenti, intendo. La spiegazione c'è: i miti (come le religioni) servono all'Uomo a spiegarsi e a spiegare l'origine del mondo, quindi più i soggetti in questione hanno a che fare con la cosmogonia (nascita del cosmo), e più è saldo il loro legame. Ecco, quindi, che fratello e sorella fortificano la loro unione diventando anche sposi.
Oceano e Teti sono figli di Urano e Gea, Cielo e Terra. I titani sono in tutto dodici, sei maschi e sei femmine, dette titanidi. Questo gruppo di protodèi non sono altro che gli zii materni e paterni degli dèi dell'Olimpo, Zeus e compagnia bella. Mentre però quasi tutti i titani e le titanidi hanno una figura più o meno antropomorfa, i nostri sono fluidi, incorporei, acquosi proprio. Oceano è l'acqua del mare, creatura primordiale maschile, Teti è l'acqua dolce di fiumi e ruscelli, creatura primordiale femminile. Entrambi sono sorgenti di tutte le acque e, nel contempo, fine ultimo in cui tutte le acque confluiscono. Scorrono insieme, l'uno nell'altra, infiltrandosi fra le terre e le rocce, valicando confini e scavando grotte. Il loro passaggio porta fertilità, cioè la vita stessa. Il loro sorgere, confluire e rifluire in sé stessi, in un eterno moto, dà l'idea della potenza della loro natura.
E però, a un certo punto, hanno divorziato.
E lo so, da non crederci. Come quelle coppie fichissime delle riviste patinate: a te pare che sarà un sempre e per sempre, e invece la fetta d'anguria smezzata languida ad agosto non avrà l'omologo invernale nel panettone.
E vi dirò di più: Oceano e Teti si lasciano, e non sappiamo se e quando sono tornati insieme! Cioè, non esiste una sola parola sulla riconciliazione di questi due. Omero ci lancia il gossip nel XIV canto dell'Iliade, e non ci dice come va a finire!
Omero, Omero, proprio lui, uno dei più grandi pettegoli della storia dell'umanità. Ci butta questa bomba lì, con studiata nonchalance, e poi si guarda bene dal rivelare il seguito. In pratica, sono quasi tremila anni che non se ne sa più nulla.
Nel canto XIV dell'Iliade, per ben due volte, Hera – la moglie-sorella di Zeus – dice che vuole andare a trovare gli zii Oceano e Teti perché stanno attraversando una profonda crisi coniugale. La situazione è proprio brutta brutta, eh. Hera racconta di un dissidio infinito: i due hanno tanta ira in corpo che nemmeno il letto condividono più. Roba da pazzi. Sì ma, a Hera, che le importa?
Hera vuole un mondo di bene agli zii Oceano e Teti. Intanto, quando era una piccolina, mentre infuriavano lotte spaventose fra protodèi e dèi, fu spedita da mamma Rea a passare qualche giorno a mollo all'acqua. Sicuramente erano gli zii simpatici della situazione, quelli con la piscina con le cascatelle e la jacuzzi. Fatto sta che Hera si tolse dalla guerra per il potere e si passò un'infanzia tranquilla, tanto sapeva che avrebbe sposato Zeus e sarebbe diventata comunque regina.
Gli zii acquatici, all'epoca innamorati e pazzerelli, adoravano la nipotina. Teti, poi, stravedeva proprio. E lo dimostrò anche nel tempo a seguire, quando Hera viveva da regina degli dèi con il marito-fratello Zeus.
Zeus onora, elevandole a costellazioni, due sue amanti? E siccome Hera s'era messa la funcia, zia Teti condanna queste costellazioni a non avere mai un tramonto, mai una posa. E nacquero così l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore, cioè Callisto e Arcade, ex amanti del padre degli dèi.
Zeus si genera una figlia tutta sua dalla testa? E zia Teti regala a Hera un'alga che le consentirà di partorire il figliolo Efesto.
Insomma, zia Teti era una che c'era, che c'era sempre, una zia presente e affettuosa, per la quale valeva la pena spostarsi ai confini della terra feconda (cit.) per riconciliarla con lo zio Oceano.
Questo, è quello che racconta Hera nell'Iliade, prima ad Afrodite e poi a Zeus, cioè di voler andare ai confini della terra feconda per sanare la frattura dell'acqua. In realtà, non sappiamo se poi ci andò davvero, ma conosciamo benissimo il motivo di questa premura della dea: era una scusa per ingannare Zeus e far sì che i Greci, protetti da Hera nella guerra di Troia, avessero la meglio in una battaglia, ma questo ve lo racconto un'altra volta.
Il nodo cruciale è che appunto non sappiamo se 'sti due sono mai tornati insieme oppure no.
Ora, scomodando un po' di cosmogonie qui e là, pare che Oceano e Teti siano un po' di più di semplici zii con casa e piscina: un richiamo alle loro entità primordiali esiste in quasi tutti i miti (le religioni) sulla creazione del mondo, che attribuiscono proprio alle acque la forza generatrice della vita. Oceano e Teti sono più importanti, quindi, di quanto ci abbia tramandato la mitologia greca, la cui voce più prepotente è quella di Esiodo. Esiodo non dà molto rilievo a questa coppia e soprattutto non la eleva a coppia generatrice, come fa invece Platone e persino la dottrina orfica (poi ve lo dico, promesso), nonché Omero di cui abbiamo già detto.
E quindi, se questi zii acquosi sono così importanti, perché nessuno ci racconta se sono tornati insieme o no? Forse la spiegazione è più semplice di quanto si possa pensare.
Oceano e Teti non sono tornati insieme; acqua nelle acque, hanno dato vita alla vita. Finita l'attività generativa, si sono ritirati ai confini della terra feconda, affinché dalla divisione delle acque dalle acque, dall'antichissimo significato cosmogonico, il mondo avviasse il suo cammino. Non è struggente, tutto ciò?
Sempre pensato che certe coppie fanno più del bene separate che insieme.

Maria Giovanna Fanelli

Maria, all'anagrafe, tutti mi conoscono come Mariagiovanna.
Sono nata a Ragusa, da papà pugliese e mamma camarinense. Ho vissuto nel siracusano, a Ragusa e a Catania. Adesso, vivo al mare.
Mi occupo di servizi editoriali (editing, affiancamento all'autore, copy writing per i social, ghost writing e correzione bozze), quindi leggo e scrivo molto per lavoro. Una robusta fetta del mio lavoro è costituita da piccoli e sfiziosi laboratori di scrittura narrativa, sia per adulti che per ragazzi.
Scrivo molto anche per diletto. Mi piace raccontare storie, storie di ogni tipo, dalla storia d'amore al mito greco. Appassionata di mitologia sin da bambina, mi diverto a sfrondare i miti da pesantezze accademiche, in modo che tutti possano apprezzarli. Sul web, fra varie piattaforme e blog, c'è sostanziosa testimonianza della mia scrittura.
Posso ritenermi una forte lettrice, perché uno dei miei principali hobby, da sempre, è la lettura. Ad essa accompagno la musica e la politica. Da qualche anno, ho imparato ad apprezzare lo yoga per il benessere psicofisico che esso comporta. Non amo granché, invece, le biografie, infatti confesso di essere in serie difficoltà.
Negli anni, mi è capitato molte volte di partecipare a raccolte di racconti;
due su tutte: Cartoline dalla Sicilia, L'erudita edizioni, alla quale ho partecipato con un racconto brevissimo, Il pranzo al mare; e La Fornaia, nella raccolta Racconti a Donnafugata, edita da Kreativamente edizioni.
Al momento, sono immersa nella stesura del mio primo romanzo: dopo averne accompagnati diversi fino alla pubblicazione, m'è venuta voglia di scriverne uno anch'io. Non è facile né scontato come potrebbe sembrare.

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