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Finché la barca va

Sergio Guastella 14 settembre 2024


Nell’usanza della nautica però si suole sostenere che la gioia procurata dall’acquisto di una barca è enormemente inferiore rispetto alla felicità che si prova quando la si rivende. Tali e tanti sono gli oneri e gli adempimenti che servono per mantenerla che quando si riesce a disfarsene spesso infatti si prova un senso di liberazione.
Non è di per sé la barca che costituisce un peso, ma ciò che comporta mantenerla e la necessaria cura che le va riservata perché non si deteriori.
Passati i bagordi del varo e trascorso il primo periodo in cui la barca è perfettamente funzionante, bisogna infatti manutenzionarla per mantenerla efficiente. Periodicamente va sottoposto a revisione il motore, la carena va trattata con l’antivegetativo, il tek della plancia va oliato e levigato, la tappezzeria rinnovata, il canone al porto va pagato, l’assicurazione rinnovata. Ogni uscita dal porto implica una preventiva preparazione del natante, il pieno del serbatoio, la pulizia dello scafo, il controllo dei sistemi di sicurezza, l’approvvigionamento della cambusa. E ad ogni rientro in porto, quando gli ospiti hanno ringraziato per la splendida gita al mare e sono corsi via per raggiungere le loro comode dimore, al proprietario resta ancora da curare l’ormeggio, la pulizia, lo smaltimento dei rifiuti, il lavaggio dalla salsedine. Giorno per giorno, uscita per uscita.
Quando la barca è ferma in porto, poi, non basta ormeggiarla e pagare il canone al porto. Occorre periodicamente controllare che le cime siano ben fissate alle bitte, che il vento non abbia smantellato i tendalini, che le correnti galvaniche non abbiano deturpato il braccio del motore, che qualcuno non la rubi o la danneggi.  
È per questo che spesso si dice che la barca più bella è quella dell’amico. Quella barca che qualcuno giornalmente cura, manutenziona, mantiene, coccola di attenzioni e che, bella e linda nella sua efficienza, magari è goduta da altri per poche ore per poi essere riconsegnata al proprietario che continuerà a conservarla e preservarla per la prossima uscita.
Il decidere di acquistare una barca non è quindi una scelta banale che può avvenire sotto l’impulso dell’entusiasmo o dell’eccitazione per la novità, non può essere una decisione estemporanea dettata da passione passeggera. Deriva piuttosto dalla piena consapevolezza di stare assumendo un preciso impegno, con oneri e sacrifici che saranno ampiamente ricompensati dall’amore vero e dall’autentica passione che si nutrono verso la barca. Non è un investimento una tantum, non è una questione di possidenza economica.
È la scelta di dedicare il proprio tempo e le proprie passioni a costruire e mantenere un rapporto speciale. Un rapporto che magari nasce per caso ma che si consolida nel tempo, alimentandosi di giorno in giorno, rafforzandosi e consolidandosi durante il viaggio, superando le intemperie durante la navigazione e affrontando col piglio dell’avventura le bonacce e le tempeste che si presenteranno.
Se la barca scelta è quella giusta, se c’è passione nella cura che le si dedica per mantenerla, allora ogni giorno sarà una piacevole avventura. Nonostante gli anni di navigazione già passati, si continueranno a scoprire anfratti mai esplorati dello scafo, si apprezzeranno nuove qualità della barca, si esploreranno insieme nuove rotte, si visiteranno porti e baie mai viste. E ogni crepa sarà riparata con cura, ogni pezzo sarà aggiustato, ogni difetto sarà corretto con riguardo. Gli amici potranno anche essere ospitati a bordo, ma solo il proprietario e la barca vivranno il loro rapporto speciale che non si esaurirà mai.
In caso contrario, la barca è destinata inevitabilmente a naufragare. E non è vero che la felicità sarà maggiore di quella provata al momento del varo. Resterà inevitabilmente l’amara sensazione di un fallimento e il rimpianto per non avere fatto tutto il possibile per continuare a navigare insieme.
E certo non sarà la barca dell’amico che riuscirà a colmare quel senso di vuoto.

Sergio Guastella

Sergio Guastella è nato e vive a Ragusa dove, da sveglio, esercita per passione la professione forense e, quando dovrebbe dormire, sfrutta l’insonnia per immaginare altre vite.
Ha pubblicato Il Capitano (2014).
Il suo racconto Cose dell’altro mondo è stato pubblicato (2021) nel volume I racconti dell’ultimo bicchiere edito da LC Publishing Group.
Altro racconto Aspettando Totò è stato pubblicato (2023) nella raccolta di Autori Vari Racconti di Donnafugata edita da Kreativamente Editrice.

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