“Tra il 2014 e il 2023, ci sono state 2.948 acquisizioni estere di aziende italiane” (prcfirenze.org), ecco un elenco (una per lettera solo a mo’ di esempio):
Algida, Buitoni, Carapelli, Derica, Eridania, Fattorie Scaldasole, Galbani, Hey Dude, Ichnusa, Krizia, Locatelli, Motta, Nastro azzurro, Omnitel, Perugina, Rigamonti salumificio, Saiwa, Tim, Valle degli orti, Wind, Zanussi. Tranne la H, la K, la T, la W e la Z parliamo solo del settore alimentare ma, naturalmente, il fenomeno riguarda gli elettrodomestici (Ignis), le comunicazioni, la moda (Versace) l’arredamento (Frau), le auto (Lamborghini), e un’infinità di altri marchi che coprono l’intero arco della produzione: una vera invasione, in nome del mercato, del denaro, della manodopera a basso costo e delle facilitazioni burocratiche degli altri Paesi in confronto alla giungla italiana. Perché non è solo un fatto di soldi ma, appunto anche di difficoltà legate alle leggi.
E adesso anche le moto! No, le moto non dovevano farlo! Hanno un fascino le moto! Anche i cioccolatini della Perugina, vero, ma le moto di più. La Ducati? Tedesca (gruppo Audi). La Benelli, cioè la moto che ha venduto di più in Italia negli ultimi 5 anni (TRK 500 e da quest’anno la 700), Cina! I motori Ktm? Cina.
Voi non potete sapere quale sia il disprezzo dei motociclisti veri, quelli che vanno in moto da decenni, nei confronti delle “cinesate”.
Parlando di motori, le aziende hanno iniziato proprio cedendo il Know how all’oriente (riservandosi inizialmente, una supervisione italiana) e, naturalmente, questi hanno imparato a fare i motori. Certo le altre cose tipo plastiche, telai, accoppiamenti etc. erano all’inizio veramente scarsi, ma adesso la qualità è salita di parecchio e non teme più l’originale anzi, alla metà del prezzo il prodotto offre un’infinità di accessori in più. La Cina adesso costruisce moto di ottima fattura a prezzi assai convenienti e, complice le note difficoltà finanziarie di cui godono adesso gli italiani, ha veramente invaso il mercato. Quello che manca è il fascino…
Stiamo parlando di veri e propri divorzi nel nome del profitto e va bene, perché funziona così e il mercato non guarda in faccia nessuno.
Ma i divorzi possono essere consensuali o no. Diciamo che in questo campo sono consensuali quando la manodopera rimane in Italia come, ad esempio, per la Ducati che fanno ancora a Bologna, o i vari stabilimenti di elettrodomestici che producono sempre in Italia per marchi che non sono italiani ad esempio Whirlpool. Ci sono per fortuna tanti di questi divorzi “consensuali” ma ce ne sono tanti che non lo sono, uno per tutti quello del gruppo La Perla acquisito dalla società olandese Sapinda Holding con un futuro davvero incerto per i lavoratori.
Naturalmente è la globalizzazione, lo sappiamo bene e non mi addentro in questo discorso, anche perché non ho capito realmente cosa ci abbiamo guadagnato. Qualcuno ha inventato lo slow food ma sono solo i soliti romantici.
In compenso la BMW è sempre la BMW, salvo scoprire dai discorsi con gli amici motociclisti che il motore lo fanno in Cina, pure quella! Per la cronaca, ad agosto ho venduto la mia BMW r 1200r e ho comprato una Voge che mi è arrivata fresca fresca dalla Cina. Hanno fottuto anche me.
Guglielmo Tasca è nato a Scicli (RG) nel 1962. Si è laureato al Dams e negli anni ha approfondito lo studio delle musiche e delle tradizioni popolari siciliane.
Nel 1996 ha vinto, insieme a Rinaldo Donati, il premio Recanati per la canzone d’autore con il brano Beddu nostru Signuri. Ha inciso numerosi dischi e si è esibito su palcoscenici.
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