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Divorzio da me!

Christina Tumino 14 settembre 2024

Oggi viviamo in un'era di grandi progressi in molti settori soprattutto grazie allo sviluppo della tecnologia. Ormai scriviamo con tastiere o dettiamo ciò che vogliamo scrivere. Acquistiamo con un click e, con l’uso della voce, accendiamo le luci della stanza. Infatti, spesso non abbiamo bisogno di muoverci per lavorare, socializzare, imparare ed intrattenerci. Possiamo visitare posti e vivere esperienze meravigliose semplicemente indossando degli occhiali virtuali, stando comodamente seduti nella nostra camera da letto.
Ormai non dobbiamo nemmeno pensare tanto. Se vogliamo ci sono applicazioni di intelligenza artificiale che possono scrivere, fare ricerca e formulare pensieri per noi.
Non abbiamo nemmeno bisogno di cucinare tutti i giorni! Basta accendere il microonde e voilà, il mangiare è pronto! E presto non avremmo nemmeno bisogno di animali e verdure, grazie alle carni sintetiche create in laboratorio. Magari il progresso ci porterà a prendere una pillola che sostituirà un pasto intero. E donne, e apparentemente anche uomini, non dovranno affrontare più quei lunghi, preoccupanti, e ormonalmente complessi nove mesi di gravidanza, visto che uteri artificiali procreeranno per noi.
Agli occhi di molti, questo è progresso, l’evoluzione dell’uomo e della sua intelligenza. Ma a cosa serve il progresso? Magari a portarci più comodità, velocità, risoluzione di problemi, più conoscenza, più connessioni, meno lavori ripetitivi e noiosi.
E se invece il punto è proprio quello di vivere disagi, di rallentare ed essere pazienti, di avere sfide e difficoltà per imparare ed allenarci a risolvere i problemi?
E se il punto non fosse quello di acquisire solo la conoscenza esterna, cioè quella imparata sui libri e tramandata dagli uomini, ma anche quello di sviluppare una conoscenza interiore più connessa ad un’intelligenza divina?
E se il punto fosse proprio quello di affrontare il disagio che porta la noia, per sviluppare immaginazione, creatività ed intuizione?
Sembra che questo cosiddetto ‘progresso’ non faccia altro che renderci più pigri, più superficiali, e più malati.
E se il progresso non fosse altro che un divorzio dalla natura, da un'intelligenza divina più grande di noi e dalla nostra stessa essenza?
Non voglio dire, per esempio nel caso della tecnologia, che dovremmo eliminarla ma è il come e il perché la usiamo che fa la differenza.
Magari il punto di venire a fare un'esperienza sul pianeta terra è proprio quello di crescere e imparare attraverso il lavoro duro fisico, ma anche emozionale, mentale, spirituale, per diventare più forti, più bilanciati e vivere una vita più appagante e significativa.
Magari il punto non è solo la destinazione, l’arrivo alla meta. Nemmeno il godersi il percorso stesso, sebbene importante. Forse il punto è che durante quel percorso sviluppiamo il nostro carattere, scopriamo chi siamo, troviamo motivazione ed impariamo a conoscerci e a diventare delle persone forti.
Penso che, come esseri viventi, siamo parte integrante della natura, anch’essa un essere vivente, insieme alle piante e agli animali. E nell’intento ostinato di ‘progredire’, in realtà ci distacchiamo sempre di più dalla nostra essenza con conseguenze sul piano fisico, emozionale, mentale e spirituale.
 Basta guardare la maggioranza dei ragazzi e adulti di oggi, soprattutto nei paesi cosiddetti ‘avanzati’. Moltissimi sono sempre malati. Moltissimi trascorrono il tempo libero (e non solo) davanti ai social, alle serie televisive, ai video su YouTube e ai videogiochi diventando dei veri e propri zombi drogati. Moltissimi soffrono di ansia, depressione, e il numero di giovani che si tagliano o tentano il suicidio è in aumento. Moltissimi bambini non sanno da dove viene il burro, non sanno arrampicarsi sugli alberi, trascorrono da zero ad un paio di ore a settimana fuori all’aperto e l’aspirazione di molti è quella di diventare influencer o Youtubers da grandi.
Questo divorzio dalla natura, maestra vitale, nasconde un grande prezzo da pagare.
In realtà basta poco per sentire i benefici che la natura ci da, anche solo facendo una passeggiata o camminando a piedi scalzi sull’erba.
Il fatto stesso di stare in natura, di lavorare la terra e seminare per poi raccogliere i frutti che ci dona, di prenderci cura degli animali, di costruire ciò che ci serve, attiva il nostro bisogno innato di muoverci e di usare le mani. Noi siamo stati dotati di un corpo per muoverlo e come dice un’espressione inglese: ‘use it or lose it’ – usalo o perdilo, nel senso che si ‘arrugginisce’ e non serve più. Nel movimento, il corpo trova uno scopo. Ci da armonia anche a livello emotivo e mentale.
A contatto con la natura, diventiamo anche più consapevoli di ciò che ci circonda, di questa intelligenza divina in cui tutto ha un significato e uno scopo. La natura ci insegna i suoi ritmi, che diventano i nostri e ci aiutano ad ascoltare quello di cui abbiamo veramente bisogno. Ci insegna la pazienza e le gratificazioni che porta.
In natura apprezziamo il silenzio, perché è nel silenzio che possiamo osservare, riflettere, ed ascoltare il nostro intuito, riscoprendo la bellezza della solitudine e di stare bene con noi stessi. La natura ci cura e ci nutre.
È per questo che penso che il ‘progresso’ sia più un regresso, un allontanamento da ciò che è essenziale: noi stessi.
Solo quando diventiamo consapevoli che una relazione non funziona più, che decidiamo di vedere e quindi di agire, il divorzio diventa un’urgenza. È sicuramente un processo doloroso, ma necessario per farci comprendere ciò che abbiamo perso, per farci riflettere su ciò che conta davvero.
E così, come un divorzio segna la fine di un capitolo, esso può anche rappresentare l'inizio di qualcosa di nuovo, più autentico e consapevole. Una rinascita personale, un nuovo amore, in questo caso per la natura e noi stessi, per creare una società più ricca, umanamente e spiritualmente. Una società che possa davvero crescere e prosperare in armonia con la sua vera natura.

ca.

Christina Tumino

Christina Tumino è una pedagogista olistica, numerologista e ambasciatrice dell’unicità. Dalla passione per la crescita personale e l’educazione, ha fondato Magical Parenting, e creato il metodo The Magical Bodies® ed il programma formativo chiamato "Cultivating Life Skills", dove offre un sistema educativo alternativo personalizzato a bambini dai due ai diciassette anni in una fattoria inglese. Christina è nata in Sud America, cresciuta in Italia e risiede nel Regno Unito, dove offre guida ad adulti, genitori e bambini per diventare individui unici, forti, consapevoli di sé e del loro scopo unico di vita. 

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