Sono cresciuto senza TV. Non c’era. Sono cresciuto senza radio. C’era ma nella mia famiglia non era concepita. Poi entrò in casa mia. Ero già al liceo. L’ascoltavo poco. Le canzoni. Ricordo una trasmissione di canzoni, nel primo pomeriggio, poi uscivo a fare atletica leggera o andavo da qualche amico a studiare o a spasso con gli amici. Radio niente.
Poi arrivò la TV. Allora, per certe trasmissioni particolari, si andava in casa di qualche vicino che l’aveva oppure in qualche circolo oppure al bar. Comunque poca roba. Anche dopo con la TV in casa, poca roba. Poi uscirono le videocassette coi film. Ne comprai tante. Sono sempre stato appassionato di cinema. E li vedevo coi miei figli. Poi le cassette furono superate e ora le ho buttate tutte.
Ho la TV a casa ma non l’accendo mai. Non so accenderla. Me l’ha data mia figlia, è un tipo particolare e non la so accendere. La metto via e chiedo l’esonero del canone. Quando ho voglia di vedere qualcosa vado su YouTube. Rivedo dei film. Ascolto le lezioni di Alessandro Barbero, di Luciano Canfora, di Piergiorgio Odifreddi o lezioni di scienza… insomma roba di questo genere.
Quando avevo mia sorella in casa, per farle compagnia, ho visto la serie dei film di Montalbano ed anche una trasmissione inguardabile in prima serata condotta da Amedeus. Non ricordo come si chiamava. C’erano “gli ignoti” e Amadeus che li citava: “ignoto numero due…” “ignoto numero cinque…” non lo sopportavo e non capivo come potesse piacere una cosa così. Eppure piaceva a tanta gente.
C’è chi dice che è merda. Sarà. Però a tanta gente piace. Aggiungo che è fatta proprio bene, costruita ad arte per attirare e piacere a tanta gente. E ai bambini. Vi ricordate il film Stanno tutti bene con Marcello Mastroianni e il nostro compianto Roberto Nobile e di quel bambino che, solo in casa, stava tutto il giorno buono e tranquillo davanti alla TV perché la madre era a lavoro. TV babysitter. Ora la stessa funzione la svolgono le app che circolano sui cellulari. Sono dei capolavori, ipnotizzano i bambini. E non costano niente.
Ci sono poi i nostalgici del passato. Non sono nostalgici di un qualcosa in particolare e specifico. Sono nostalgici del passato allo stato puro. Di qualsiasi cosa si parli, loro subito a dire: però una volta, vuoi mettere i programmi di una volta… e citano immancabilmente la trasmissione Non è mai troppo tardi di Alberto Manzi finalizzata ad insegnare, negli anni tra il 1960 e il 1968, lettura e scrittura agli italiani parzialmente o totalmente analfabeti. Credo che anche adesso in TV ci sia qualche trasmissione meritoria. Meritoria dal mio punto di vista. Come anche nel passato ci sono state trasmissioni non meritorie. Dal mio punto di vista, ovviamente.
Ricordo, sarà stato il 1963, ero in quinta scientifico, la TV aveva due canali, sul Secondo c’era Vittorio Gassman che, la domenica sera, percorreva la storia del teatro con pezzi di opere. Avevo seguito la serie assieme ad un mio compagno di scuola al circolo in cui suo padre era socio. Gassman aveva fatto l’Ottocento e la prossima avrebbe fatto il Novecento. Io che a scuola ero somaro ma che amavo la lettura avevo letto L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello, m’era piaciuto assai. Pensai che Gassman avrebbe fatto proprio quell’opera. Mi dissi: è breve, la farà tutta. Andai a casa del mio compagno per andare con lui al circolo. Non c’era. Non potei fare un giro di telefonate, né io né nessuno dei miei amici aveva il telefono in casa. Feci un giro di bar: tutti con la TV accesa sul primo canale dove davano un film che faceva sbellicare dalle risa tutti gli astanti. Chiedere di cambiare canale non solo era perfettamente inutile ma si rischiava il linciaggio. Andai al circolo senza il mio compagno. Il cameriere mi riconobbe e mi fece entrare. Nella stanza della TV c’era un solo signore che dormiva saporosamente davanti al film da ridere. Chiesi al cameriere, sottovoce e a gesti, di cambiare canale. Lui, sottovoce e a gesti, mi rispose che temeva le rimostranze del signore. Nel frattempo il dormiente si svegliò, io prontamente gli chiesi se potevamo cambiare canale, rispose di sì e tornò a dormire. Il cameriere cambiò canale e c’era Vittorio Gassman che recitava L’uomo dal fiore in bocca. Che soddisfazione! Ovviamente agli esami di maturità scientifica fui rimandato in italiano perché a scuola ero un somaro.
Morale della favola: il problema non è se la TV fa merda o meno, ma che c’è tanta gente a cui la merda piace e la TV la sa confezionare alla grande e con alta professionalità.
Ma poi noi intellettuali siamo sicuri che ciò che a noi piace vedere e che è disdegnato dalla maggioranza dei cittadini non sia merda anche quella? A volte mi vien da pensare che siamo nella merda fino al collo. Forse per questo andiamo a testa alta!
Ciccio Schembari,
intellettuale ruspante,
pensatore solitario. Nato:
siciliano e massaru a Ragusa
non proprio un secolo fa,
ma quasi. Vissuto a:
Ragusa, Venezia, Ragusa,
Bologna, Ragusa. Ieri: massaru, studente,
professore di matematica,
sindacalista, preside,
analista software,
industriale,
quality system manager. Oggi: mi godo la vita
con la lettura,
con la scrittura, col teatro narrazione,
col teatro sociale
e con altro ancora. Domani:
… domani è un altro giorno!
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