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Non è mai troppo tardi

Marinella Tumino 14 ottobre 2024


Fu il 3 gennaio del 1954 che l’annunciatrice Fulvia Colombo inaugurò le trasmissioni della Rai, dando avvio all’era televisiva in Italia.
Da allora le trasmissioni televisive hanno contribuito a determinare i gusti, i consumi e le opinioni politiche della popolazione molto più degli altri media. Nel nostro Paese, poiché le identità locali, secondo la tradizione, erano molto radicate, la tv ha svolto un ruolo fondamentale nel “fare gli italiani”, per esempio educando le persone che utilizzavano solo il dialetto a prendere dimestichezza con la lingua nazionale. L’analfabetismo e la scarsa abitudine alla lettura, la «scarsa densità della cultura» hanno consentito ai mezzi di comunicazione di massa di svolgere un ruolo dominante.
Questo ruolo è stato peraltro sostenuto dall’intervento dello Stato, che per decenni ha attribuito alle trasmissioni televisive una funzione educativa, legata al loro compito di “servizio pubblico”.
Sin dalle prime battute, dunque, la televisione italiana ebbe una funzione essenzialmente pedagogica, inserendosi all’interno del più ampio contesto della storia sociale dell’educazione.
Quindi, tra il 1954 e il 1968, la Rai (unica emittente televisiva fino al 1976) si impegnò nell’opera di alfabetizzazione degli italiani, grazie a due programmi televisivi, appositamente destinati all’istruzione di particolari fasce di spettatori: “Telescuola” e “Non è mai troppo tardi”.
La trasmissione “Non è mai troppo tardi” fu un vero e proprio corso di alfabetizzazione degli adulti che andò in onda, a partire dal novembre 1960, dal lunedì al venerdì, nella fascia pre-serale in modo da consentire anche ai lavoratori di poterla seguire.  Fu promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione e condotta dall’educatore Alberto Manzi con l’obiettivo d'insegnare lettura e scrittura agli italiani fuori età scolare ancora del tutto o parzialmente analfabeti. Si trattava di vere e proprie lezioni in classe in diretta televisiva, dagli studi Rai di Torino, durante le quali Manzi utilizzava moderne tecniche di insegnamento che si basavano sull’utilizzo di filmati, supporti audio, dimostrazioni pratiche, oltre all’utilizzo di schizzi e bozzetti disegnati dallo stesso Manzi su una lavagna a grandi fogli. Il titolo “Non è mai troppo tardi” divenne un motto utile per incitare, appunto, gli adulti di qualsiasi età a rimettersi in gioco e imparare.
Furono realizzate 484 puntate fino al 10 maggio 1968, anno in cui fu sospesa grazie all'aumento della frequenza alla scuola dell'obbligo.
La trasmissione fu premiata a Tokyo su indicazione dell’UNESCO, come una delle trasmissioni televisive più utili e valide nella lotta contro l’analfabetismo.


Marinella Tumino

Docente di Materie Letterarie presso l’istituto tecnico “Galileo Ferraris” di Ragusa, ricercatrice indipendente nel campo della Shoah, autrice di libri: “Frammenti d’anima”, Giovane Holden Edizioni (2014); “Trame d’inchiostro”, Kimerik Edizioni (2015); “L’urlo del Danubio”, Operaincerta Editore (2018); Profumi d’Istanbul, Operaincerta Editore (2022).

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