La vendemmia, questa vendemmia 2003 ... di merda, si è conclusa. È andata male, ma sembra che nessuno abbia il coraggio di dirlo. Anche perchè la TV, e tanti superesperti, di quelli che non vanno mai in campagna, hanno detto che è la migliore annata del secolo o qualcosa del genere. Desideravo iniziare con questo testo come preludio ad una serie di interventi" in cui desidero portare all'attenzione dei lettori solo i vini dei viticoltori veri. Quelli che quando ti dicono questo è il mio vino ti fanno vedere le mani... piene di calli...anche un pò nere, quelli che in campagna non ci vanno una volta ogni tanto, ma ci vivono. Nei primi giorni di ottobre, come ogni anno in quel periodo, si avvertiva già nell’aria, nel fare, nel dire, nei gesti di tutti i giorni, qualcosa di diverso, una certa ansia, trepidazione. Era il preludio alla vendemmia che metteva tutti in uno stato di preoccupazione mista a gioia. Si era consapevoli che bastava poco perché un anno di lavoro andasse a male. Sarebbe stata un’annata persa. Le nubi che in questo periodo da noi sono grigie, cariche di pioggia, passavano sopra i nostri nasi rivolti all’insù, tesi ad odorarne il tipico profumo. Gli sguardi sembravano indifferenti, ma gli occhi tradivano la preoccupazione di vedere fermare le nubi attirate dalla Montagna (Etna). Si sperava che il vento li spazzasse via. La pioggia così desiderata in altri periodi ora faceva paura. Si faceva finta di niente…a Muntagna dici ca nu gniovi…’na paura… diceva mio nonno. La sera, tutti attorno, a conca, si ascoltava u Nannu. Le sue storie, volutamente paurose per noi bambini, ci affascinavano. Sapeva tante storie u Nannu. In una di quelle sere, intorno al focolare, aspettando la vendemmia, con una espressione di chi sta confidando un segreto, una grande verità, u Nannu sentenziò: Carusi, riurdativillo sempri u vinu si fa ca racina, sulu ca racina! Rimasi stupito da questa banalità. Ovvio no, il vino si fa con l’uva! Sono passate tante vendemmie da allora e questa banale verità mi ritorna spesso in mente. Nell’era delle biotecnologie capaci, sembra, di tutto. L’era dei superlieviti, dei superenzimi, che estraggono tutto quello che si trova (e non si trova) in un acino. che, promettono, fanno di un uva mediocre un vino di “alta qualità” mi torna in mente il mio bisnonno:… riurdativillo sempri u vinu si fa ca racina.
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