Rita Borsellino è una gentile signora di mezza età che fino al 19 luglio 1992 ha vissuto divisa tra la sua farmacia e la famiglia. Dopo quella data, il giorno della morte del fratello, Paolo Borsellino (http://digilander.libero.it/inmemoria/borsellino_biografia.htm), giudice a Palermo, ucciso dalla mafia, ha deciso che era giunto il momento di impegnarsi per continuare l’opera che il fratello aveva cominciato senza riuscire a portare a termine, per provare a cambiare la Sicilia (http://www.progettolegalita.it/). Questo suo impegno (http://www.libera.it) l’ha portata a girare l’Italia per dare la sua testimonianza, per raccontare com’è la Sicilia, come dovrebbe essere e cosa è necessario combattere. Da qualche mese, il suo impegno le ha fatto prendere una strada più prettamente politica: l’Unione l’ha candidata alla presidenza della Regione Sicilia alle prossime elezioni regionali. Abbiamo incontrato Rita Borsellino il 26 novembre 2005 a Ragusa in occasione del suo appuntamento con gli elettori dell’Unione per le elezioni primarie che l’hanno vista vincitrice nei confronti dell’altro candidato Ferdinando Latteri. È stato un incontro, purtroppo, breve perché la Borsellino è arrivata in ritardo ed è dovuta ripartire subito dopo la fine. Ci sembra comunque importante riportare le sue parole. Signora Borsellino, cominciamo con una domanda forse brutale: perché la mafia non è stata ancora sconfitta? Perché non l’abbiamo voluta ancora sconfiggere! Perché in troppi non lo hanno voluto fare. Altrimenti si sarebbe già sconfitta. Lei ha detto che il suo impegno è cominciato con la morte di suo fratello. Che cosa Le è scattato dentro? Guardi, quello che è mancato nella volontà di sconfiggere la mafia è stata proprio la continuità e allora, in qualche modo, per quello che poteva spettare a me, nel mio piccolo, ho voluto dare continuità all’impegno di Paolo. Si parla sempre più spesso della possibilità di cambiare la legge Rognoni-La Torre (la legge che permette la confisca dei beni ai mafiosi, ndr). Chi è che ha interesse a farlo? Io non so a chi interessi cambiare la legge Rognoni-La Torre e la sua prosecuzione naturale che è la legge 109 del 1996. Non so a chi interessi, ma so che è una cosa sbagliata perché è una legge che ha dato tanti risultati, materiali e morali, e quindi cambiarla in peggio è sicuramente sbagliato. (http://www.libera.it/index.asp?idpagine=544) Non so se ci siano degli interessi, spero che sia soltanto un’incapacità di guardare a quello che è e a quello che dev’essere. E secondo lei chi ha interesse a far costruire il ponte sullo stretto di Messina? Attorno al ponte, invece, ci sono tanti interessi perché il giro di denaro è grande e quando il denaro gira, purtroppo, arrivano anche gli interessi della mafia. Chi vuole costruire il ponte dovrebbe valutare anche questo e dovrebbe fare i conti con le altre maggiori necessità della Sicilia. Il salone della Camera di Commercio è da tempo strapieno e la gente attende da più di un’ora di ascoltare le sue parole. Ci salutiamo con il rammarico di non aver avuto più tempo e con la speranza di vedere questa donna, tra qualche mese, alle prese con una nuova sfida nella lotta alla mafia in Sicilia.
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