Settembre 2006

SICILIARGENTINA

Sicilia e Argentina: un legame storico da mantenere saldo.


Jilles Galtieri

Argentina, terra di speranza ed opportunità per i quasi 3 milioni di italiani, che a partire dagli anni a ridosso dell’unità d’Italia e fino al secondo dopoguerra, hanno lasciato il proprio paese per costruirsi una nuova vita nello stato sudamericano. Mentre le prime ondate migratorie provengono soprattutto dall’Italia nord-occidentale e, dopo il 1880, dal Nord Est, nei primi del Novecento l’emigrazione dal mezzogiorno rappresenta più del 40 per cento del totale (quasi il 10 per cento la quota di emigrati siciliani). L’Argentina non è certo stata per tutti un Eldorado, ma sicuramente ha permesso a molti dei nostri emigrati, a volte anche solo di sopravvivere, in linea generale di vivere dignitosamente e, non di rado, di raggiungere i vertici della scala sociale. Gli Italiani sono arrivati a rappresentare più della metà della popolazione ed hanno contribuito allo sviluppo economico e sociale. Molti dei discendenti dei poveri emigrati italiani sono diventati affermati imprenditori, professionisti ed alti rappresentanti dello Stato. Hanno contribuito a fare diventare l’Argentina, già dalla prima metà del Novecento, il primo paese esportatore di cereali e carni, membro fondatore del MERCOSUR (l’area di libero scambio tra Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay), con un PIL complessivo che, negli anni 1990, arrivava a 1 miliardo di dollari USA. Nel 2001 arriva il crollo: politiche monetarie fragili, alto debito pubblico, disoccupazione, portano il Paese al limite della bancarotta. L’Argentina, da terra di speranza ed opportunità diventa paese di emigrazione. Gli argentini di origine italiana, quando riescono a recuperare quei quattro soldi, non rimasti nei conti correnti congelati, si mettono in fila davanti ai consolati italiani per richiedere il passaporto del paese di origine dei propri nonni, bisnonni o trisavoli e partire alla volta del comune veneto, ligure o siciliano, di cui hanno finora solo sentito parlare. La Sicilia non ha dimenticato che, grazie al lavoro dei propri corregionali in Argentina, molte famiglie sono riuscite a rimanere nell’isola. Sono state infatti numerose le iniziative dell’Amministrazione regionale per fronteggiare la crisi argentina. Il Fondo Emergenza Argentina, previsto dalla Legge Regionale n. 2 del 26 Marzo 2002, ha rappresentato un fondo vincolato cui l’Assessorato Lavoro ed Emigrazione ha potuto attingere, per l’erogazione di sussidi una tantum in favore di cittadini siciliani indigenti, residenti in Argentina. La Convenzione per l’assistenza medica, ospedaliera e farmaceutica ai cittadini italiani “siciliani” indigenti, presso gli ospedali siciliani della rete “Hospitalia”, prevista dalla Legge Regionale n. 20 del 3 dicembre 2003, tra l’Assessorato Lavoro ed Emigrazione e la Società italiana di Beneficenza in Buenos Aires, Ente gestore dell’ospedale italiano, ha avuto come finalità quella di garantire l’assistenza medica, ospedaliera. Sulla base di tale convenzione è stato assicurato un programma sanitario in favore dei siciliani residenti in Argentina. Oltre alle suddette misure sociali, sono state realizzate numerose iniziative culturali quali rassegne cinematografiche, mostre fotografiche, ecc. Oggi, in Argentina si possono finalmente segnalare positivi indicatori socio-economici quali l’alto tasso di crescita dell'economia (+ 29 per cento rispetto al 2002), la ripresa della produzione industriale: (+ 50 per cento rispetto al 2002), elementi che, insieme alla presenza di risorse umane qualificate ed alla vicinanza culturale, dovrebbero incoraggiare gli imprenditori italiani più attenti. Quelli siciliani non perdano il treno!