Marzo 2007

L'EREDITÀ DI NONNO TURI

Oggi i nonni sono cambiati; anzi, sono stati cambiati: se non capaci di essere utili sono messi in un angolo sperando che non rompano più della giusta misura!


Enzo Ingallina

Con grande sforzo di concentrazione, ho cercato di mettere a fuoco qualche dettaglio di ciò che ho fatto la mattina di cinque giorni fa senza riuscirci; mi sono anche accorto che se andavo avanti di uno o addirittura due giorni verso la giornata odierna le cose non andavano molto meglio! Ci sono delle volte che non ricordo come si chiama una persona incontrata il giorno prima, figuriamoci poi i suoi intrecci sociali che ormai sono dominio riservato. Avevo pensato di chiedere consiglio a un medico ma poi, parlandone con gli amici, mi sono accorto di rientrare anch’io in una grande fascia statistica che salva la mia integrità mentale. Quando però penso a mio nonno che raccontava vicende passate e aneddoti della sua vita senza farsi sfuggire nulla, confesso che mi sento piccolo, vuoto e insignificante! Lo seguivo attentamente nelle narrazioni mentre nei suoi occhi e nel suo viso sembravano riapparire gli elementi e i personaggi della storia, mentre i suoi gesti traducevano la sceneggiatura del racconto, cercando di non farmi sfuggire nessun dettaglio. Le storie sembravano incarnate dentro di lui ed emergevano vivide dal suo animo come fossero ancora accadendo lì intorno a lui …e intorno a me. Storie di cattive annate, eventi curiosi del passato, storie di misteri, racconti di carrettieri sugli spiriti che apparivano e sparivano nelle notti di plenilunio, e naturalmente la sofferenza e gli eventi vissuti nelle due grandi e terribili guerre del ventesimo secolo. Tutto raccontato minuziosamente e, anche se non mi sento di escludere sicure imprecisioni, erano tuttavia storie vere di notevole coinvolgimento, proprio perché vissute in prima persona, mio nonno! Di ogni persona incontrata non solo si ricordava il nome e la “n’ciura” (il soprannome) ma conosceva anche particolari di quella vita e i suoi legami di parentela, disegnando così mappe di intere dinastie familiari Non sempre nonno Turi era di quell’animo, in certi momenti forse era stanco o semplicemente triste. A volte però bastava un poco di serenità a fargli riprendere qualche viaggetto a ritroso nel tempo e spalancare ai nipoti quella finestra di visioni che ci trasportavano nel suo vissuto con il suo stesso passionale trasporto. I nipoti, così come la maggior parte dei nipoti della mia generazione, non sono venuti su con le stesse capacità di memoria e narrazione dei rispettivi nonni. Anche i nonni oggi sono cambiati; anzi, sono stati cambiati: se non capaci di essere utili sono messi in un angolo sperando che non rompano più della giusta misura! La loro vita, le loro storie non hanno più il valore di una volta e non c’è più molto tempo per ascoltarli. Anche perché adesso c’è chi li racconta al posto loro. La televisione ha sostituito con il suo sfarfallio di storie importanti, cariche di suoni ed immagini appositamente scelti, quei racconti che entravano dentro il cuore con la semplicità di una emozione. Adesso che tutto ciò sta svanendo, il rapporto diretto tra la storia e la vita vissuta dai nostri veri padri e noi perderà lentamente il suo valore per diventare solo semplice tempo svanito. La tecnologia sostituirà quel legame genetico e diretto con la storia vecchio di millenni. Niente sorprese se si sente sempre di più dire “ieri in Tv hanno fatto vedere” piuttosto che “Mio nonno mi ha raccontato…”. Sorrido pensando alla mania che abbiamo di archiviare tutto dentro hard disks, video, foto e cellulari mentre molte cellule celebrali della memoria gridano per il sussidio di disoccupazione, mentre altre hanno gia fatto dei corsi professionali e cambiato mestiere! D’altronde: “ La funzione sviluppa l’organo”! Se corriamo senza sosta da una parte all’altra dello spazio che ci circonda, senza interiorizzare ciò che viviamo, c’è il rischio che la nostra esistenza si riduca a dei gesti svuotati dai legami con la storia vissuta e mirati soltanto all’affannosa ricerca dell’appagamento di desideri momentanei e istintivi. E’ bello confortarsi e divertirsi con la tecnologia e siamo anche fortunati a poterne usufruire, ma non dimentichiamo di usare e sviluppare il grande dono che la natura ci ha fatto e che si è evoluto nei millenni grazie al suo intenso uso: il cervello. Cosi come un martello serve per piantar chiodi, una cinepresa per immortalare immagini da rivedere insieme, il cervello serve a ricordarle e il cuore a rievocare le emozioni legate ad esse per raccontarle. Non dimentichiamo di usarli insieme per ricordare a noi e trasmettere ai nostri nipoti cosa siamo e da quali vite siamo arrivati qui. Continuare il libro che qualcuno dei nostri avi iniziò a scrivere in tempi remoti, può solo condurci dentro la storia, quella fatta giorno dopo giorno da tutti gli uomini nel corso delle generazioni a cui noi stessi apparteniamo. E i nostri nonni continueranno a sorridere dentro di noi, fieri di non esser vissuti solo per caso. Comincerò con il ricordare i numeri telefonici…ma questi li terrò per me!!