Agosto 2007

MUSICA IN MARCIA IN GALIZIA

I cantanti-peregrinos per il Camino de las Estrellas


Carmen Attardi

Non solo ognuno di noi trova nel proprio cammino sempre qualcuno che rompe; anche l’unico cammino europeo patrimonio dell’umanità ossia il Cammino di Santiago de Compostela rischia di vedere andare in frantumi, a causa della costruzione di un poligono industriale, sia il titolo conferito dall’UNESCO, sia la bellezza dell’ultimo tratto storico del cammino francese. Insomma si rischia di rompere la sua magia, fatta di paesaggio, fauna, odori e silenzi. Per difenderlo intanto una marcia con più di 500 persone partite da Monte de Gozo, che si è sempre più arricchita del supporto dei pellegrini in arrivo, ignari che si stesse per compiere un simile scempio. In musica i partecipanti intonavano questo testo, accompagnati da bravi gaiteiros: ahi ahi ahi salvemos el camino, no no no poligono industrial, ahi ahi ahi no toquen el camino….e così via, lasciando poi spazio a percussioni e cornamuse per liberare altri ritmi tipici e festosi, in modo tale che il passaggio dei tanti Don Quijote del Camino venisse notato da più gente possibile. Purtroppo, lo scempio ha già avuto inizio. Migliaia di alberi sono stati tagliati per fare spazio al cemento. Tutte le associazioni che difendono e vigilano sul cammino, accusano molte irregolarità nella concessione data per la costruzione-distruzione. La controparte continua però ad asserire che i limiti previsti sono stati tutti rispettati. In marcia durante la giornata del 29 luglio anche Miguel Taìen Guzmàn, professore di storia dell’arte dell’Università di Santiago e membro dell’I.C.O.M.O.S. l’associazione che vigila per conto dell’Unesco sul rispetto dei luoghi patrimonio dell’umanità e che ha il severo compito di denunciare le deturpazioni, che i siti in questione subiscono. Marciando accanto a lui ho raccolto questa dichiarazione: <la gente che ha deciso di marciare lo fa con cognizione di causa, il cammino dovrebbe essere difeso dagli enti preposti e non solo dalle associazioni volontarie come la A.G.A.C.S.(asociacion Galega Amigos del Camino de Santiago). Spetterebbe all’amministrazione de O Pino della Galicia tutelare questo tratto storico e importante del Cammino delle Stelle. Poi per quanto riguarda la regolarità della concessione data per la costruzione del poligono, sarebbe dovuta arrivare una richiesta di permesso o quantomeno una comunicazione all’I.C.O.M.O.S. cosa non accaduta. Marciare e tentare fino all’ultimo di bloccare la costruzione di un poligono industriale di un milione di metri quadrati è tutto quello che possiamo fare, se stiamo con le mani in mano lanciamo il messaggio che tutto ciò che altera la bellezza del cammino è fattibile; almeno il nostro impegno vuole essere un esempio per frenare le invasioni urbanistiche lungo i mille chilometri restanti del cammino. L’ingresso di Santiago ha già subito troppe invasioni urbanistiche, se si va ai voti si rischia sicuramente una sanzione, per porre almeno un limite a simili comportamenti. > Il corteo manifestante, arrivato dinanzi alla cattedrale in piazza do Obradorio, depositata al centro la statua di Santiago in legno, ha continuato con megafono a far sentire i propri diritti sul cammino che appartiene a tutti, solo che alcuni la sentono forte questa appartenenza, tanto da impegnarsi in una lotta di parole; lotta che si è spinta in forma rispettosa nella cattedrale, durante la messa in silenzio; ma sventolando le bandiere in difesa del camino de Santiago. Per chi non ha bandiere da sventolare in difesa del Camino De Santiago, sventoli almeno parole sul sito web. Il camino di Santiago merita di arrivare ad altre generazioni, rappresentando oltre ad un percorso culturale, il cammino di ognuno, l’incontro con se stessi e con un amore indefinito, che può avere diversi nomi, ma un solo immenso sentire che restituisce o svela la propria melodia.