Aprile 2009

aspettando l'estate

Omaggio a Franco Battiato


Adriana Lazzini

Cambio stagione. Cambiano le stagioni, cambio io. Cambiano le atmosfere, gli odori, i profumi, i miei umori, cambio io. Fermo immagine di me, mentre ancora il nastro trasportatore su cui mi trovo sopra, mi trasporta lento attraverso le stagioni. Sagoma cartonata la mia, mentre assorta guardo fuori, distante ma dentro, le stagioni che passano. Immobile cartacea, trasportata lentamente nei luoghi ripetibili e ripercorribili delle tante stagioni della mia vita e oltre… Mi si inumidiscono gli occhi, mentre nelle orbite i miei bulbi oculari si muovono e guardano intorno. Linfa vitale riempie il mio corpo immobile, osservatore distaccato, serenamente riflesso su sé, riflettente sul resto d’intorno. Passano sotto il mio sguardo film muti di un passato che nemmeno più riconosco, eppur là, c’ero anch’io. Stagioni passate a vivere, cosa?…dove?... Eppure dalla mia collocazione di adesso stagnante, ma non troppo, quell’autunno, quell’inverno, sono esistiti, li vedo, passare. Quegli autunni, quegli inverni, però troppo lunghi per arrivare a queste primavere e a queste estati. E poi quante di queste estati? Quante di queste primavere? “Tu hai l’estate dentro!” mi disse una volta lei. Sì, può darsi, sì. Ho l’estate dentro. Ma che fatica, quanta fatica, tirarla fuori da questa mia immagine immobile. Scorro lenta, scorre lento il film dei ricordi, delle passate stagioni dinnanzi a me: ci muoviamo insieme, ma non simultanei, lui, il film, lì davanti ai miei occhi, io qui ferma, trasportata lenta su questo nastro, ci muoviamo asincronici, leggermente sfasati, come me, del resto, sempre, sfasata di un poco, rispetto alla vita. E non solo la mia vita, ma la vita, quell’unica di tutti: il tempo. Quale tempo attraversa le stagioni di tutti? O ve n’è uno per ciascuno, uno per uno, per uno, per uno?... E qual è il mio tempo e qual è quello degli altri. Ma se allora, tutti viviamo tempi individuali, si perde il concetto di Tempo, unico, per tutti. E ci muoviamo, viviamo su binari, livelli paralleli, che non s’incontrano mai. Come per le rette che studiavo a scuola, quando ero piccola e apprendevo le prime nozioni di geometria. A scuola, la scuola. Ero già consapevole là, in quella stagione, che avrei dovuto conservarla bene, la scuola, nella mia mente, perché chissà se e quando sarebbe ritornata una stagione così. Un rapporto esclusivo che tu, bambino, costruisci, tutto da solo con le tue forze e capacità di relazionarti agli altri, quelle che hai, quelle che sono, lì, a tua disposizione, le tue, unicamente tue. E cresci e fai esperienze e sei solo, lì goffo, a farne di esperienze. E alle volte ti viene bene e cresci bene, maturi le giuste esperienze, sane, che poi un giorno ti porteranno, dove? Dove ti orienterai più o meno casualmente, inciampando forse in fortune, forse in sfortune, forse in qualcuno, forse (se sei fortunato) in te stesso. Stagioni-meta, stagioni che s’attraversano perché vanno attraversate, stagioni che ci sono solo perché scandite dai mesi sul calendario, ma che, forse, non lasciano niente. Stagioni brillanti, vitali e fresche, fugaci e frettolose, che lasciano molto. Ognuna nel suo stile, ti parla di sé. Di quelle stagioni, ognuna, parla di te. E io qui mi domando, mi interrogo su quale stagione attraverso, ora, quale preferisco di allora, quale prevedo per me domani. Non c’è riscontro, né risposta, perché io non ne ho, se non la vita. Quella in cui si dice comunemente “ogni stagione ha il suo frutto” o “c’è un tempo per ogni cosa”. Ma quale? Non mi appartengono tali stereotipie, stagione non v’è che non sia quella del mio sentito, mutevole e cangiante, sopito e spento, celestiale ed adombrato. C’è l’estate dentro me, che cerco di conservare, come la scuola allora, sempre. C’è l’estate che m’impegno ogni giorno a prolungare in effluvi dorati a diffondersi nel mio corpo, nella mia mente e nella mia anima, perché tutti questi elementi rispondano a me solari e fulgidi, come Amore, perché ognuna delle mie brame più insperate si realizzi, a me d’intorno.