Gennaio 2010

È UN BARBATRUCCO

Chi ricorda i Barbapapà?


Manuela Bellomo

Che barba, che noia…che noia, che barba, la vita per alcuni può essere monotona ma forse perché nella loro infanzia non hanno conosciuto i Barbapapà, Impossibile annoiarsi con loro, “dietro ogni trucco, c’è un barba trucco”, questo il motto di questi simpatici personaggi nati negli anni ’70. I Barbapapà sono nati dalla penna di una coppia, Annette Tison e Talus Taylor. Annette nacque a Parigi nel 1942 e intraprese gli studi di architettura alla Sorbona di Parigi, mentre Talus nacque a San Francisco nel 1933 e diventò professore di matematica e biologia. Furono dunque un americano e una francese i genitori di questi strani personaggi “gommosi e morbidosi” che nacquero in una caffetteria parigina nel 1968. Erano gli anni della contestazione politica e naturalmente si parlava di politica quando Talus cominciò a scarabocchiare qualcosa su di un tovagliolo di carta, un buffo personaggio tondo con due occhi. In seguito Annette aggiunse i dettagli ma fu la loro nipotina che in seguito diede ai Barbapapà le sembianze e le caratteristiche che tutti ricordiamo. La piccola cominciò a trasformarli mutandone l’aspetto e adattandolo alla sua fantasia. Così Barbapapà poteva diventare una ciambella, una sedia, un ponte, un animale e chi più ne ha più ne metta. Poi fu anche deciso il nome di "barbe a' papa", zucchero filato in francese. Un termine ridondante delle consonanti che i bambini pronunciano per prime, “p” e “b”. Nell’idea degli inventori c’era la volontà di creare un personaggio facile da ridisegnare e che potesse essere mutevole come lo è la fantasia di un bambino. Cosa che poi fu ampiamente riscontrata dall’incontro del personaggio con la loro nipotina Una volta creato, Barbapapà mutò aspetto, prima era nero, ma l’editor di Talus e Annette li convinse che un personaggio scuro non avrebbe funzionato, allora si pensò al blu ma ricordava troppo l’IBM, infine divenne rosa, un colore che rispecchiava la caratteristica del personaggio di assumere le forme degli animali, che tanto piacciono ai bambini che furono appunto gli ispiratori di questo personaggio. Barbapapà fu considerata la prima opera che ha diffuso il valore dell’ecologia, l’ambiente è infatti sempre stato un aspetto importante per Talus e Annette. Così nel 1969 ufficialmente i Barbapapà divennero un fumetto, fu inventata una Barbamamma e misero su famiglia, nacquero così sette piccoli: Barbaforte di colore rosso, è il più forte di tutti, Barbabarba è nero ed è l'unico ad essere ricoperto di una folta pelliccia, dedito all'arte e alla pittura, Barbabravo, di colore blu, è lo scienziato della famiglia, Barbazò è invece amante degli animali e della natura, Barbabella è di colore viola ed è molto vanitosa, Barbalalla è di colore verde ed è portata per la musica mentre Barbottina è di colore arancione, ha gli occhiali e ama la lettura. Il passaggio dalla carta alla TV fu breve, il cartone animato Barbapapà andò in onda su Rai Due nel 1976 con una serie fatta di 150 episodi. Il cartone fu naturalmente creato dai giapponesi del gruppo K&S in collaborazione con la Tv degli olandesi della Polyscope nel 1974 e fu il terzo cartone nipponico trasmesso in Italia. Ben nota a tutti ancora oggi è anche la sigla cantata da Claudio Lippi e Orietta Berti con il coro dei bambini de “Le Mele Verdi”. Lo scorso anno i Barbapapà hanno compiuto 40 anni e li hanno festeggiati con una esclusiva premiazione. Talus Taylor e Annette Tison hanno ricevuto il Pulcinella Award, premio alla carriera a Cartoons on the Bay, festival di Rai Trade dedicato all'animazione. Quando è stato domandato a Talus e Annette se si aspettavano tanto successo, Taylor rispose ridendo: "No, per carità, è una cosa che ci sorprende anche oggi che Barbapapà sia tornato di moda grazie ai bambini degli anni Settanta ormai diventati genitori. E fa impressione se messo a confronto con i cartoni animati attuali così rapidi e aggressivi". Entrambi specchio dei tempi nei quali sono nati. "In parte", conclude Talus Taylor. "Credo che la vera differenza fra Barbapapà e le produzioni contemporanee stia nel fatto che il nostro è un personaggio concepito per caso da due artisti che non pensavano certo al marketing. L'animazione di oggi invece è fin dall'inizio un prodotto di una multinazionale. Per questo, fatalmente, a volte ha meno anima". I Barbapapà sono stati protagonisti di libri e fumetti tradotti in oltre 30 lingue mentre la serie televisiva fu trasmessa in più di 40 Paesi.