Febbraio 2010

LA SCOMPARSA DELL’OGGETTO

Dalla pittura astratta alle correnti contemporanee


Maria Pia Spataro

La pittura si mostrò davanti a me in tutta la sua fantasia e in tutto il suo incanto. E dentro di me nacque il primo dubbio sull’importanza dell’oggetto come elemento necessario del quadro. Vasilij Kandinskij C’è un bizzarro aneddoto legato alla creazione di quella che passerà alla storia come la prima opera astratta ed è una storia legata a Vasilij Kandinskij. L’artista racconta, infatti, che un pomeriggio entrando nel suo studio rimase sbalordito nel vedere un quadro che egli descrisse “incredibilmente bello”, emblematico ed incomprensibile nel suo contenuto, fatto solo di macchie di colore. Il quadro in realtà era semplicemente uno dei suoi ma qualcuno l’aveva appoggiato sottosopra sul cavalletto. Per quanto celebre sia diventata la simpatica vicenda raccontata, è logico pensare però che Kandinskij non sia giunto all’astrattismo in un istante ben preciso o per una immediata e folgorante illuminazione. C’è un lavoro durato diversi anni fatto di esperimenti e riflessioni attorno alla forma e al colore nel quale egli elimina progressivamente l’oggetto dalle proprie immagini per sviluppare una pittura priva di elementi figurativi. Quello dell’astrazione è un percorso complesso che rifonda la realtà attraverso un codice di passaggi ideali verso una forma puramente grafica che diventa il nuovo costume pittorico. Nell’opera d’arte qualcosa è rappresentato e si concede all’osservatore, ma al tempo stesso qualcos’altro ci osserva a sua volta. Nell’arte astratta questo concetto viene rafforzato in quanto è come se si facesse appello ad una sorta di occhio spirituale che prescinde dalla tradizionale distinzione soggetto-oggetto. Perché l’astrattismo non sia vuoto decorativismo, infatti, il segno deve ricondurre alla manifestazione della sua risonanza interiore, alla sua spiritualità. In questo modo la forma s’innalza a nuove storie percettive rigenerate attraverso il ritmo di sonorità e sinestesie che hanno rifondato la stagione moderna dell’arte. Da questo momento l’arte astratta ha esplicitato il ruolo dell’immagine come presentazione, sostituendo almeno in parte quello che tradizionalmente la poneva come rappresentazione. Dopo Kandinskij, Paul Klee approfondì in senso introspettivo e psicologico la costruzione dell'immagine non figurativa mentre Piet Mondrian fu il protagonista del versante più razionale. Proprio in Mondrian il percorso che conduce all’astrazione è tecnicamente narrato in una vera e propria successione di immagini, quella dell’albero è abbastanza popolare, in cui si evince il passaggio da un’immagine figurativa alla sua astrazione geometrica. Dopo di loro moltissimi artisti in tutto il ‘900 hanno ripercorso questa tendenza divenuta oramai riferimento cardine, elaborando risposte differenti, dall'espressionismo astratto all'informale, dallo spazialismo al minimalismo, dall'arte programmata all’optical. Una tappa fondamentale in questa corrente è stata segnata dall’esperienza italiana dello spazialismo di cui Lucio Fontana fu il fondatore e il più noto rappresentante. I suoi gesti apertamente provocatori lo hanno presto affermato anche sul piano internazionale. Celeberrime le tele interessate da tagli e buchi che hanno creato un grande scandalo nel pubblico dando vita a grandi dibattiti sui limiti del valore artistico di un’opera d’arte. Ecco che l’arte contemporanea mette in scena in modo eclatante la fine dell’arte come visibilità totale, rappresentazione assoluta e scinde la nozione di immagine iconica da quella di immagine logica. Non è un caso che il fenomeno artistico di rilievo internazionale che negli anni 50 ha spostato per sempre il fulcro dell’arte dall’Europa agli Stati Uniti è proprio l’espressionismo astratto. È un movimento anarchico nato dalla rielaborazione di tutte le tendenze astratte europee insieme alle nuove pulsioni ed al fremente contesto sociale dell’America del dopoguerra. Una tendenza che voleva dimostrare la vitalità e la creatività di cui era capace il paese che in quegli anni raccontava al mondo il grande sogno americano, sviluppando un nuovo senso estetico che non rispondeva più agli standard europei di bellezza. È come se fosse stato segnato un punto di non ritorno da con cui l’arte contemporanea continua ancora oggi a fare i conti.