Marzo 2010

LA SOCIETÀ DEI RASSEGNATI E FELICI

Una società alla deriva che appare quasi felice del suo tragico destino


Roberta Gurrieri

“Il mondo è fatto di fango, di immondizie spirituali e materiali. Il più bravo è quello che si adatta al malcostume”. Così afferma Dacia Maraini in un suo articolo del Corriere della Sera. E come darle torto? Siamo una società in crisi, con una classe politica non rispettabile, con dei giovani sempre più frustrati, con delle donne e degli uomini sempre più infelici. “Gratta gratta in ogni uomo c’è un maiale”. La Maraini forse non poteva utilizzare metafora migliore: ognuno di noi, vuole dire, ha qualcosa da nascondere. Qualcuno che a noi non sembra maiale infatti ci sta ingannando. Lo è. Ma è travestito da agnello. Questo è quello che si vuol far credere. Perché ormai quello che una volta era giusto, oggi è sbagliato e ciò che una volta era sbagliato, oggi è giusto. E se chiedessimo a qualcuno di darci una definizione di “onesto” e di “scorretto” saprebbero davvero darcela? E sarebbe davvero una risposta uguale per tutti? Probabilmente no. L’obiettivo qual è? Cos’è che provoca interesse oggi nella gente? Viviamo in una società che ormai non si scandalizza più se al telegiornale danno l’ennesima notizia di corruzione per il semplice fatto che è “l’ennesima”. Siamo assuefatti. E non ce la sentiamo più neanche di puntare il dito contro qualcuno. E perché mai dovremmo? Perché se in fondo ognuno di noi ha qualcosa da nascondere? Perché cercare di cambiare se non è difficile riconoscere che viviamo in un Paese di cittadini rassegnati, passivi, di cittadini che preferiscono ascoltare senza ribattere, di cittadini stanchi. Sotto questo punto di vista siamo tutti uguali. Non ci interessa sapere di chi si tratta se il giornalista alla tv annuncia un nuovo caso di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ci sono altri problemi, qualcuno ad esempio pensa come arrivare a fine mese, e questa stessa persona pensate veramente che abbia il tempo di fermarsi a pensare del perché e del per come quello che aveva così tanti soldi li aveva si, ma non erano puliti? No. Non gliene importa nulla. Lui nel suo piccolo è felice. O quasi. Avrà sicuramente dei problemi pratici che riguardano la sua vita quotidiana ma tira avanti. Purtroppo è rassegnato: sa che quando scorrerà le dita sul telecomando per cambiare canale troverà i concorrenti del Grande Fratello che si urlano contro i peggiori insulti di questo mondo, troverà Emilio Fede che dialogherà con la meteorina sul come le nuvole passeranno sulla bassa pianura Padana, troverà altre notizie di incidenti stradali, di stupri, di politici corrotti (appunto) e tanto altro. Tutto già sentito. Tutto già metabolizzato e archiviato. “È così che fanno tutti, è questa la società in cui vivo” penserà quella persona col telecomando in mano. Ma non gli importa. È rassegnato. Ma magari è pure felice perché in fondo lui sa di non essere un maiale. Sa di essere diverso. Che gli altri ci credano o no, beh, non è di certo un problema suo.