Ottobre 2010

VECCHIONI A RAGUSA

Da Saffo a De Andrè. Un percorso per parlare di poesia, amore e musica.


Giuseppe Traina

Una proposta senza dubbio rivoluzionaria quella pensata dal professore Roberto Vecchioni e proposta con ampi meriti dalla neonata associazione Genius di Ragusa. I presupposti c’erano tutti per la realizzazione di un grande evento. Ma qualcosa non sembra essere andata per il verso giusto. Introduzione d’obbligo per presentare la lettera aperta del professore Giuseppe Traina, docente della Facoltà di Lingue e grande cultore ed esperto del lavoro di molti cantautori italiani. Ecco la sua riflessione che sintetizza perfettamente il nostro pensiero: Se dovessimo ragionare secondo la logica dei numeri, la conferenza ragusana di Roberto Vecchioni dovrebbe essere giudicata uno straordinario successo: non meno di cinquecento persone affollavano la Scuola dello Sport. Ma proviamo a uscire dalla logica quantitativa che l’auditel ci ha imposto. E proviamo a dire che si è trattato di un’occasione strepitosamente mancata, per la precisa responsabilità di un cantautore che ha al suo attivo la composizione di canzoni belle e profonde ma che ieri ha deciso di sottovalutare l’intelligenza dei ragusani. Timeo Danaos et dona ferentes… E infatti, come ha cominciato il suo discorso il professor Vecchioni? Con un elogio della Sicilia che è la terra più bella del mondo perché… è bella! Dopo questa profondissima spiegazione, il prof. Vecchioni avrebbe dovuto trattare il tema “Da Saffo a De Andrè. L’anima, la parola, la musica”. Qualsiasi ex alunno del prof. Vecchioni avrebbe potuto spiegargli che è andato, quanto meno, fuori tema. Dopo avere citato un verso di Saffo e averci spiegato che Saffo si può considerare la prima cantautrice della storia, ha pensato bene di non parlare più del tema della conferenza e, piuttosto, di rivelarci che chi canta l’amore canta solo l’amore infelice, e lo fa perché ha un animo sensibile, e che l’animo sensibile è prerogativa delle donne, e che quando gli uomini cantano l’amore tirano fuori il loro lato femminile. Dopo avere sfogliato questo catalogo di bigliettini dei Baci Perugina, il prof. Vecchioni si è allontanato per – ipse dixit – andare a far pipì. Allora, me ne sono andato anch’io. Non so dunque se qualcuno, dopo la sua pipì, ha avuto l’ardire di dirgli che le cinquecento persone presenti avrebbero meritato qualcosa di più: uno sforzo maggiore, un pensiero, uno sprazzo poetico, qualcosa che giustificasse tanta mobilitazione di energie e di entusiasmo giovanile. Perché i giovani erano tanti, pendevano evidentemente dalle labbra di un artista che in passato ha saputo trovare parole poetiche per dire qualcosa di non banale. E che però, se ha trascorso la sua carriera scolastica (e ora universitaria) sottovalutando l’intelligenza dei suoi alunni come ha dimostrato di fare ieri, non credo sia stato un bravo professore. Può darsi che nessuno abbia avuto l’ardire, dato che (come direbbe il professor Vecchioni) i ragusani sono troppo educati e gentili perché… sono educati e gentili. Per fortuna, una discreta parte di questo pubblico educato e gentile in tarda serata ha riempito il cinema Lumière, per ritemprare il cervello col gran film La pecora nera di Ascanio Celestini.