A seguito del terremoto che il 23 novembre 1980 colpi l’Irpinia, il gallerista napoletano Lucio Amelio, uno delle più autorevoli e decisive figure dell’arte italiana del dopoguerra, avviò il progetto “Terrae Motus”. Si trattava di una collezione frutto di un intervento discontinuo e rapsodico, un work in progress che proseguì fino al 1994. L’idea era questa: chiamare a raccolta alcuni tra i più importanti artisti viventi, invitandoli a riflettere su come l'energia della terra potesse convertirsi in energia creativa "Ho sentito la necessità di cogliere questa situazione catastrofica, diciamo sia dal punto di vista reale che da quello metaforico, e di confrontarla con la creatività di alcuni artisti con i quali lavoro" Terrae Motus è l'opera di un gallerista privato, non un progetto pubblico. Prese avvio nell'aprile 1981 con la mostra e la performance di Joseph Beuys, “Terremoto in Palazzo”, che fornì alla collezione la sua prima e più emblematica opera. Nel dicembre 1982 venne coinvolto Andy Warhol, che con il trittico “FATE PRESTO”, replicò in serigrafia la drammatica prima pagina del quotidiano “Il Mattino” del 26 novembre 1980. Una prima presentazione della collezione avvenne ad Ercolano nel 1984. Essa continuò a crescere, fino a trovare la sua consacrazione nella trasferta al Grand Palais di Parigi nel 1987, dove raggiunse le dimensioni pressoché definitive di 69 artisti per 74 opere, oggi custodite presso la reggia di Caserta. Il 23 novembre 2010, in occasione dell’anniversario del sisma che scosse l’Irpinia nel 1980, è stata inaugurata, alla Reggia di Caserta, la mostra “Terrae Motus, trent’anni dopo. Attualità di una collezione”, organizzata dalla Soprintendenza di Caserta e Benevento e dalla Provincia di Caserta. Oltre 40 lavori della Collezione sono esposti negli Appartamenti Storici della Reggia di Caserta con un percorso che ha un carattere geografico in relazione alla nazionalità degli autori. La mostra si apre con l’esposizione delle tre opere più significative della collezione nelle tre sale che introducono agli appartamenti storici: nella Sala degli Alabardieri, il celeberrimo “Fate presto” di Andy Warhol, nella sala delle Guardie del Corpo è esposta l’opera più famosa di Keith Haring, “Senza titolo” e, infine, nella Sala di Alessandro l’istallazione in metallo assemblato dal titolo !West-ho Go (Glut)” di Robert Raushenberg. Il percorso si snoda attraverso le sale degli Appartamenti Storici partendo dagli autori americani, per poi proseguire con gli italiani, lo spagnolo Barcelò, i tedeschi e i francesi, per concludersi con gli artisti inglesi. A metà dell’esposizione si può assistere alla visione del documentario di Christina Clausen “L’arte è! - Lucio Amelio”, dedicata al gallerista. Il film, di circa 30 minuti, è stato realizzato col supporto delle immagini degli archivi della Rai e di Mario Franco, grande amico del gallerista napoletano, con estratti dal film “Terrae Motus” che Mario Martone realizzò nel 1993 e con interviste agli artisti Mimmo Palatino e Luigi Ontani. La mostra avrebbe dovuto chiudere a gennaio scorso, ma proseguirà a tempo indeterminato. La decisione scaturisce dalla risposta del pubblico che ha visitato la mostra dall’apertura (23 novembre) ad oggi, facendo registrare un dato determinante che vede i visitatori quasi raddoppiati rispetto allo stesso periodo espositivo dello scorso anno.
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