Agosto 2011

LIBERA... LIBERA USCITA

Riflessioni


Veronica Ferlito

Delle volte è proprio il mio personale bisogno di libera uscita che mi ha portato ad esigere sempre di più e giungere al punto in cui mi trovo oggi, alla mia età. Un giorno quando sarò madre e se avrò la fortuna di diventarlo, spiegherò ai miei figli che essere liberi non significa perdere il limite delle cose che rappresentano la realtà che ci circonda, ma semplicemente vivere nel limite da noi prescelto la libertà, cercando il proprio senso e la propria meta. Del concetto di libera uscita io ne ho fatto una filosofia di vita; e attraverso questa filosofia sto cercando di abbattere le mie barriere mentali che mi portano spesso a realizzare che spesso, nella vita, è necessario mettere tutto in discussione e se serve, con coraggio mutare il percorso della propria vita se questo non ci rende soddisfatti. La libera uscita che spesso si cerca di ottenere accanitamente durante l’età adolescenziale o in altre fasi di vita, dal mio punto di vista, corrisponde ad una fuga libera, ad un libero volo da quelli che sono i nostri limiti mentali, i nostri condizionamenti e le nostre barriere spesso concrete od anche utopiche. Sono i limiti sociali che ci fanno intendere il senso del bisogno di libera uscita ma per chi vive in vacanza da una vita, non c’è limite che possa esistere che porti all’esigenza di libera uscita, all’evasione, al volo libero. Siamo tutti consapevoli sin dalla più giovane età, di vivere in un sistema in cui le regole esistono e in rapporto a ciò, è importante che vengano rispettate per il benessere di una vita collettiva oltreché individuale ma essere in libera uscita significa tentare di evadere, trasgredendo nei limiti del possibile, alla regolarità del quotidiano, essere facendo ciò che non si è soliti fare, alla ricerca dell’alternativa cioè della diversità. Io ho personalmente conosciuto la libera uscita e adesso vivo in balia di essa, tramutandola in condizione perfetta di vita, habitus che ha stravolto volutamente il mio cammino per scelta e ribellione al contempo. La libera uscita può essere un attimo, tutta una questione di circostanze e momenti da cogliere e vivere nel quotidiano ma se non vissuta con consapevolezza e parsimonia, può divenire un rischio, un vortice da cui è facile lasciarsi avvolgere ma dal quale uscire è cosa ardua. La mia umile esperienza mi porta ad ammettere che libera uscita è un limite da superare poiché se non si trattasse di un limite, non esisterebbe ragione per definirla libera; la libertà esiste laddove esiste una grata, una prigione anche semplicemente mentale, è una forma ad essa contrastante e antitetica; non c’è l’una senza l’altra e l’una dà concretezza e autenticità all’altra come il bene col male, il bianco col nero, l’odio con l’amore. La libertà è un amore carnale, un pathos da cui distaccarsi, nel momento in cui ti sei imbattuto in esso, è qualcosa di impossibile e frastagliato da allontanare e da cui distaccarsi; tutto ciò è unico. Immagine tratta dal sito: www.immaginigoogle.it