Sicuramente vi sarà capitato almeno un milione di volte di definire un film “brutto” per vari motivi. Magari per la trama, magari perché infarcito di effetti speciali o semplicemente per i vostri gusti personali. Ma se già per l’ennesimo film d’azione americano o per il solito cine-panettone chiedete pietà è mio dovere informarvi che ancora non avete visto niente. Ebbene si! Esistono film ben peggiori di quelli proposti dalle grandi case cinematografiche e tutto questo ammasso di pattume è racchiuso in quello che potremmo definire un “universo alternativo del cinema”. Ovviamente mi riferisco all’universo dei film detti “trash” (spazzatura) o anche B-movie. Possiamo definire Edward D. Wood Jr. (1924-1978), noto come Ed Wood, il padre dei B-movie grazie ai suoi scarsissimi fondi per la realizzazione dei sui film, ai cast composti prevalentemente da conoscenti e non da attori professionisti (ad eccezione di Bela Lugosi) ma soprattutto, per la sua infinita passione per il cinema. Perché Ed Wood dedicava anima e corpo ai suoi film, arrangiandosi con ogni mezzo a sua disposizione per sostituire i costosissimi effetti speciali, per esempio realizzando degli UFO con delle padelle (storia vera, eh!). Il povero Ed con il suo ultimo film, “Plan 9 From Outer Space” (1959), venne dopo la sua morte incoronato il “peggior regista di tutti i tempi”, un titolo ingiusto se pensiamo ad alcuni “professionisti” moderni. In poche parole Ed Wood offrì ai giovani talenti come lui il coraggio di esprimere la loro arte senza preoccuparsi dei soldi o della fama, influenzando anche molti registi oggi affermati, ad esempio, Tim Burton si è dichiarato un suo grande ammiratore. Ricapitolando: stiamo parlando di film fatti male. Stiamo parlando di effetti speciali ridicoli, attori del tutto incapaci di essere credibili e, nella maggior parte dei casi, scene prive di qualsiasi logica! La maggior parte di queste pellicole appartiene al filone horror. Alcune di queste sono considerate dei veri e propri capolavori, come “Splatters – Gli schizzacervelli” (1992) o “La casa”(1981), che hanno consacrato registi che oggi godono di fama mondiale, in questo caso Peter Jackson (Il signore degli anelli) e Sam Raimi (Spiderman). Tra le altre perle , rimaste però sepolte nell’underground, spicca il “gemello” di “Plan 9…” ovvero, “Manos: The Hands Of Fate” del 1966, diretto da Harold P. Warren, famoso per il buffo personaggio di Torgo, le lunghe scene riempitive e per essere un film horror con una tensione pari e zero. Il film è considerato una vera e propria opera di culto tra gli appassionati del genere e riconosciuto, insieme a Plan 9…, come il “peggior film di sempre”. Tuttavia questo magico “universo alternativo” ha ancora molto da offrire, soprattutto per quanto riguarda il territorio italiano. Nomi come Lucio Fulci, Joe D’Amato o Ruggero Deodato sono pilastri per l’horror/thriller italiano degli anni 70-80, film come “Zombi 2”(1979), “Buio Omega”(1979) e “Cannibal Holocaust” (1980) rimarranno per sempre scolpiti nella storia del cinema italiano anche se piuttosto contestati a cause delle estreme scene di violenza e proprio per questi catalogati come b-movie appunto per le loro scene sporche ed estreme seppur caratterizzati da trame originali e interessanti, ad esempio la storia d’amore necrofila di “Buio Omega”. Se da un lato nell’undergound italiano degli anni 70-80 operavano maestri di questo calibro, al loro fianco erano presenti anche registi leggermente “meno bravi”. Pellicole come “Il bosco 1” (1988), “Troll 2” (1990), nonostante mantengano lo stesso tasso di violenza il tutto viene reso ridicolo dalle esilaranti idee dei registi che ingozzano i poveri film con mostri di tutti i tipi e fatti assolutamente illogici. Nonostante queste opere dal punto di vista artistico non sono del tutto soddisfacenti riescono a divertire senza problemi riempiendo quelle noiose domeniche pomeriggio, meglio se visti in compagnia. L vera del trash italiano, secondo il mio modesto parere, resta indubbiamente “La croce dalle sette pietre – L’uomo lupo contro la camorra” (1987) diretto Marco Antonio Andolfi. La storia narra di un oggetto (una croce magica) rubata al protagonista Marco Sartori (interpretato dal regista stesso) dagli scagnozzi di don Raffaele Esposito. Purtroppo il nostro caro protagonista a causa di una maledizione, senza il possesso quella croce assume le sembianze di un mostruoso “licantropo”. La deliziosa trama ai limiti del delirante e le varie stranezze delle scene offrono tutti gli elementi per chi vuole passare una serata con la propria fidanzata e scoprire, il mattino dopo, di essere ritornato improvvisamente single! Nonostante i numerosi(ssimi) difetti che questo tipo di cinema dimostra, lo ritengo di maggior intrattenimento rispetto ai vari film preconfezionati che invadono le sale esclusivamente per racimolare denaro e che nonostante gli ottimi effetti speciali e le trame studiate nei minimi dettagli possiedono meriti artistici inferiori a zero essendo film vuoti e privi di passione, la passione che ardeva tanto in Ed Wood e soci.
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