Ogni volta che inizio a contare “uno, due, tre…” mi viene da fischiettare quel motivo, bello e nello stesso tempo drammatico, della canzone dei Modena City Ramblers, la canzone di Peppino Impastato. E la canzone, se lo ricordate, inizia con “È nato nella terra dei vespri e degli aranci…” la terra dove insieme agli aranci nascono anche i limoni, i mandarini, i cedri… e anche i mafiosi, ahimè, molti mafiosi, moltissimi indifferenti e pochissimi Peppini. Iniziamo a guardare la nostra terra con la giusta attenzione che merita, iniziamo a guardare un’arancia e possibilmente a sentire il gustoso e succoso sapore di questo frutto, generoso e ricco di vitamine, che appartiene alla grande famiglia del Citrus sinesis. Originario della Cina, pare che sia stato importato in Europa da marinai portoghesi nel XIV secolo. È senz’altro l’agrume più conosciuto ed apprezzato nel mondo. Presenta una chioma densa e rotonda con foglie ovali e lucide. I fiori, le famose zagare, sbocciano in primavera mentre i frutti iniziano a maturare in autunno fino a fine inverno. Può essere coltivato anche in vaso; basta stare molto attenti al terriccio, all’acqua, all’esposizione,al rinvaso e alle concimazioni. Il terriccio deve avere una buona tessitura mentre l’acqua va data in abbondanza ma soltanto quando il terriccio torna asciutto. L’esposizione deve tener conto che la pianta non sopporta il freddo; il rinvaso, invece, darà nuovo spazio vitale alle radici. Un buon concime, infine, permetterà alla pianta di produrre frutti in quantità e di alta qualità, succosi e profumati, magari proprio delle buone arance come quelle che si raccolgono “… tra Cinisi e Palermo…” E se poi riusciamo a coltivare un arancio, magari contando, camminando e cantando non dimentichiamo Peppino Impastato e tutti gli altri siciliani generosi e ricchi come questi frutti…
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