Un giorno ed un'ora che passeranno alla Storia degli ultimi 20 anni: le 17,42 del 27 novembre 2013. L’aula del Senato ha appena ultimato di votare ed il Presidente Pietro Grasso dichiara Silvio Berlusconi decaduto da senatore della Repubblica italiana. Il motivo è una condanna in via definitiva a 4 anni per frode fiscale ed una legge che, paradossalmente, lo stesso centrodestra aveva approvato nella precedente legislatura e che stabiliva l’incandidabilità e il divieto a ricoprire cariche elettive e di Governo, conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Dopo 20 anni la più controversa e discussa figura parlamentare italiana esce dalla vita istituzionale del Paese e lascia lo stesso in una condizione tremenda. Il tessuto politico, economico, sociale, etico, morale e civile del Paese è da ricostruire come dopo una devastante guerra. Per questi motivi coloro che l'hanno avversato e combattuto sul piano politico, ad eccezione di circoscritti e discutibili brindisi, quel giorno non hanno avuto alcun motivo per esultare. Per questo e perché, purtroppo, pur uscendo con ignominia dal Parlamento, per il momento Berlusconi non scompare affatto dalla scena politica italiana. A sentire i politologi di professione, continuerà a fare danni con il suo riesumato partito azienda. Personalmente non condivido questa diffusa opinione e sono propenso a credere, invece, che Berlusconi sia consapevole che il castello di fantasie e illusioni che ha costruito in 20 anni, stia crollando definitivamente. Non è un caso, infatti, che poche ore prima della sua decadenza abbia radunato la piazza, alquanto raccogliticcia e inconsapevole per la verità, e si sia affrettato a paragonare se stesso e la sua permanenza sulla scena politica italiana a Matteo Renzi e Beppe Grillo che pur non essendo parlamentari, come non lo è più lui, sono due leader politici molto forti. A mio parere abbiamo assistito all'ennesimo spot fasullo, diffuso al solo scopo di vendere un altro dei tanti mondi virtuali spacciati da Berlusconi nel corso della sua lunga carriera politica. La realtà, invece, è molto diversa. Renzi, e lo sto pronosticando ben prima di quell'8 dicembre quando si svolgeranno le primarie del Partito Democratico, probabilmente diventerà la guida del più importante partito di centrosinistra. Mi auguro di no perché, come affermai nel numero 99 di Operaincerta (tra Pippo e Matteo), Renzi è tutto meno che uno di centrosinistra. Figuriamoci di sinistra! Grillo, e lo sta dimostrando giorno dopo giorno, è alla guida di un Movimento che può anche non piacere, però è indubbio che stia seriamente minacciando i partiti della vecchia politica di centrodestra e di centrosinistra. Invece il partito azienda di Berlusconi, tutto incentrato sulla sua persona, entro 6 mesi perderà proprio il suo leader perché destinato ai servizi sociali oppure agli arresti domiciliari. Mi auguro la seconda ipotesi. Inoltre molti processi lo attendono ancora e, infine, oggi è un cittadino qualunque, quindi senza quei privilegi di cui godeva da parlamentare e di cui ha largamente fatto uso per ostacolare la magistratura. Alla fine, quindi, rimane ciò che ho affermato all'inizio di questa riflessione, un Paese allo sfascio ed il problema di ricostruire una nuova società. Un grande problema perché anche se Berlusconi è uscito di scena, il berlusconismo non scompare affatto ed ha condizionato e contaminato a tal punto la nostra società da minarne le sua fondamenta etiche e morali in maniera drammatica. Per berlusconismo intendo riferirmi a quel fenomeno sociale che si manifesta attraverso i comportamenti degli individui, ispirati dai valori e dai principi diffusi nell'ultimo ventennio dai media e soprattutto dalle reti televisive di Berlusconi. Valori talmente radicati nella nostra società da essere se stessa, sempre più, all'origine di tutti i nostri mali. L'interrogativo che dovremmo porci su chi siamo stati e cosa siamo diventati in quest'ultimo ventennio e alla base di questa mia riflessione. I media nazionali sono ancora concentrati sugli ultimi colpi di coda di un Berlusconi decaduto e in decadenza. Eppure dalla realtà del Paese arrivano segnali ben peggiori e, per quanto mi riguarda, più preoccupanti. Segnali che già da tempo dovevano essere analizzati, interpretati e capiti per poterne fronteggiare le conseguenze. Mi riferisco a quei comportamenti che denotano non solo una mancanza di cultura ma la perdita, come già detto, di ogni principio etico e morale. Comportamenti raccontati, per esempio, in un libro inchiesta di Marida Lombardo Pijola dal titolo "Ho 12 anni, faccio la cubista, mi chiamano Principessa - storie di bulli, lolite e altri bimbi". Lo lessi, se non ricordo male, sei o sette anni fa. Ne rimasi scosso. La Lombardo, giornalista e inviata speciale de "il Messaggero", spesso si occupa di infanzia, adolescenza, bullismo e pedofilia. Nel suo libro, raccontava e documentava la doppia vita di giovani di un'età compresa tra gli 11 ed i 14 anni, sviluppando 5 storie autentiche che rivelavano l'esistenza di un tessuto sociale inquietante, fatto di adolescenti disincantati, provocatori e aggressivi che per una ricarica telefonica, un abito o una borsetta griffati, un cellulare ultimo modello ma anche fumo e droga, erano disposti a tutto. Storie di giovanissimi che al sabato pomeriggio uscivano da casa raccontando ai loro genitori di andare a far visita ad un amico oppure al cinema e, invece, si recavano nelle discoteche pomeridiane, ancora oggi molto diffuse. Varcata la soglia di quei locali c'era la trasformazione. Tolti i vestiti con cui erano uscite di casa, queste principesse del sabato pomeriggio indossavano abitini e biancheria intima provocanti ed iniziavano a ballare sui grandi cubi e sotto le luci stroboscopiche della discoteca, mimando le pose erotiche della lap dance. Intorno alle stesse altri coetanei dagli sguardi voraci, scambi sessuali a pagamento, fumo, droga e bullismo violento. La Lombardo che per la sua indagine ha scandagliato i blog dei giovani, frequentato le loro scuole e le loro discoteche, rivela l'esistenza di vere e proprie bande organizzate di giovani che attraverso strutture gerarchiche ben definite regolano l'accesso alle discoteche, le esibizioni delle giovani cubiste e quasi tutto ciò che ruota intorno alle stesse, compresa la prostituzione e la droga. Ma la giornalista rivela anche altro, ovviamente, di quel mondo fatto di giovani e lo collega alla vita di genitori assenti oppure di un contesto familiare difficile. Inoltre, a dispetto di quanto si potrebbe essere indotti a pensare, rivela che gran parte di quei giovani spesso non provengono dalle periferie degradate delle nostre grandi città ma appartengono a ceti sociali medio alti. Un mondo che ancora oggi sembra sconosciuto, anche se la cronaca ce ne fornisce continuamente degli indizi. Mi riferisco alla recente scoperta, a Roma, di un giro di prostitute adolescenti in un quartiere della così detta "Roma bene", ossia benestante: i Parioli. Come consuetudine i media hanno trattato i fatti emersi dalle indagini della polizia al solo scopo di vendere e trarne un profitto, diffondendo ciò che la nostra società malata vuole ascoltare o leggere. Ecco quindi che abbiamo assistito ad una cronaca incentrata sugli aspetti pruriginosi di quanto scoperto nel corso delle indagini, come la minore età delle parioline, i papponi di contorno, i clienti adulti e consapevoli della minore età delle adolescenti e perfino una madre nella veste di tenutaria di una casa di tolleranza. Nessuna analisi dei comportamenti singoli e collettivi, nessun tentativo di interpretarli e provare a capirli. Per scelta non ho mai rivestito il ruolo di genitore. Per questo mi chiedo cosa possa pensare un genitore che ascoltando la madre di una di quelle due adolescenti che si prostituivano, apprende che la stessa credeva che la gran quantità di denaro di cui disponeva la figlia fosse frutto di spaccio di droga e non, come invece era, perché si prostituiva. Ciò che disorienta e stordisce è il tentativo di dare una spiegazione senza minimamente provare a giustificare un comportamento. Non per condannare ma, almeno, per dimostrare consapevolezza, per dare un'identità alla propria vita, per manifestare che come individuo si possiedono dei valori, indipendentemente dal fatto che chi ascolta possa condividerli o no. Nulla. L’astrazione totale della personalità oppure, quel che è peggio, l’omologazione del tipo “così fan tutti”. Ed allora la riflessione si fa più ampia e tornano alla memoria comportamenti che hanno, probabilmente, un nesso con i singoli fatti che accadono nella nostra società. E' ancora vivo il ricordo di certe manifestazioni fuori da un tribunale dove si stava svolgendo un processo a carico di Silvio Berlusconi, accusato dei reati di prostituzione minorile e concussione. Le cronache giudiziarie raccontavano di festini a luci rosse, drappelli di giovani fanciulle che animavano le serate del premier, condomini di giovani escort mantenute dallo stesso, ricatti, papponi e molto altro ancora. Fatti più che sufficienti per vergognarsi davanti al mondo intero di avere un capo di governo del genere. Infatti il mondo intero inorridiva mentre da noi, invece, coloro che sostenevano il premier fuori da quel tribunale davanti alle telecamere affermavano che "in casa propria, il premier poteva fare ciò che voleva". Ma senza tornare continuamente a citare Berlusconi, basta guardarsi attorno per scoprire che la realtà in cui viviamo è in piena decadenza. Viviamo in una società fondata sull'apparire e dove il credo imperante è il volere tutto e subito, ad ogni costo e con qualunque mezzo. Una società che vive senza scrupoli e rinnega il merito come strumento per l'affermazione personale. In ogni ambito della vita sociale assistiamo continuamente a soprusi e malefatte di ogni tipo, al disprezzo ed alla distruzione dell'ambiente in cui viviamo, al menefreghismo verso il prossimo che sempre più si esprime con l'intolleranza o attraverso forme di violenza come l’omofobia, il femminicidio, il razzismo. Di tutto questo, spesso, sentiamo dare la colpa ai politici. Ma non sarà, invece, che abbiamo i politici che ci meritiamo? Foto http://pensieriimmaginati.blogspot.it
© 2023 Operaincerta. Design by W3Layouts