C’è una storia che vale ancora la pena raccontare ed è quella di un ragazzo che, cambiando se stesso, ha rivoluzionato tutto ciò che gli stava intorno. Francesco, di buona famiglia, poteva permettersi una vita agiata e non disdegnava il divertimento, la compagnia degli amici, le feste e tutte le cose belle che gli era consentito avere. Come tutti i ragazzi, aveva anche lui un sogno ed era quello di diventare cavaliere, mostrarsi agli altri forte e fiero, con un bel cavallo e una scintillante armatura, amato e ammirato da tutti. Di animo sensibile e attento a ciò che gli era intorno, Francesco continuava a farsi domande, sempre pronto a chiedersi quale fosse la via della vera felicità, aveva grandi sogni e ambizioni, non era disposto ad accontentarsi e, a modo suo, coglieva tutte le occasioni che gli consentivano di migliorare. La vita, però, ha sempre in serbo sorprese e imprevisti pronti a farci cambiare rotta e così fu anche per Francesco: mentre si trovava assorto nei suoi pensieri, nei pressi di una chiesetta diroccata, gli parve di sentir risuonare nel suo cuore una voce che gli diceva “Francesco, va’, ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina”. Con l’entusiasmo e l’incoscienza tipiche della sua natura e della giovinezza, Francesco, pieno di zelo, inizia a riparare l’edificio e, senza pensarci un attimo, investe i suoi averi per restituire splendore all’antica chiesetta. Da allora questo ragazzo, che oramai aveva conosciuto Dio e imparato ad amarlo e a sentirsi amato da lui, fa della sua vita un inno alla semplicità, alla gioia, alla povertà, a servizio degli ultimi, senza disdegnare le mansioni più umili, senza pretendere, senza cercare di convincere e senza giudicare, fidandosi solo di quell’Amore così attento alle sue creature che, pur nelle privazioni, lo faceva sentire ricco e felice. E il suo esempio, contagioso perché puro e risoluto, ha raccolto moltissimi seguaci e contribuito a dare un volto nuovo alla Chiesa dell’epoca. E oggi a noi che non siamo stati testimoni diretti di questi eventi è, tuttavia, sembrato di sentire, in un giorno di marzo poco lontano, quella stessa voce: “Francesco, va’ e ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina”. E, di nuovo, un Francesco dai modi semplici e risoluti è arrivato da lontano e si è messo a servire, con spontaneità, modi affabili e cortesi, sorriso pronto, parole dirette, segni inequivocabili e la “puzza” del gregge addosso. A lui il compito gravoso di riparare questa Chiesa, perché torni ad essere faro che indica la strada e madre amorevole, che accoglie e perdona, non matrigna, che pontifica e giudica. Entrambi hanno saputo guardare le miserie del loro tempo, intercettare i bisogni più urgenti, porsi come elemento di rottura, cambiando il senso di marcia e riscoprendo la bellezza nel piccolo e nell’umile, rendendo così possibile l’incontro dell’umano con il divino. Un particolare su tutti, inoltre, merita di essere oggetto di riflessione: sia il Francesco di allora, che il Francesco di oggi scelgono di camminare nella Chiesa: pur condannando il marcio che mina le sue fondamenta e prendendo le distanze da quella religiosità fatta di favori, compromessi, tornaconto personale, parole altisonanti e segni esteriori non se ne vanno, ma, anzi, si caricano la croce sulle spalle mostrando, della Chiesa, un altro volto e rendendo evidente il suo essere, al contempo, santa e peccatrice. E forse, proprio per questo, così simile all’uomo da essere in grado di comprenderne le debolezze, inciampare laddove lui stesso cade, ma portatrice di un seme di carità e verità che, lasciato germogliare, produce buoni frutti. Per finire, un consiglio letterario, anzi due… “NOSTRO FRATELLO DI ASSISI” – di IGNACIO LARRANAGA Il libro ripercorre le tappe fondamentali della storia di Francesco d’Assisi analizzando il suo percorso di crescita interiore, più che esporre i fatti in ordine cronologico. Francesco non è un sapiente, ma semplice, istintivo e buono e l’incontro con la figura di Gesù conosciuta attraverso il Vangelo gli indica una via di bene, che lui inizia a percorrere “alla lettera”, senza sconti. Curandosi di provare sempre su di sè ciò che chiedeva agli altri, mantenendosi umile perchè cosciente dei suoi errori, pronto alla misericordia e consapevole di poter cambiare solo se stesso, Francesco è un vero testimone della pace e della vera fratellanza. “LO SCISMA” – di RICCARDO CHIABERGE Una raccolta di interviste e testimonianze di autorevoli voci, laiche e religiose, di persone che, con onestà e semplicità cercano il bene, affrontano dubbi, non impongono verità, continuano a porsi domande in uno spirito di amore e rispetto per la vita, ammettendo la difficoltà di dialogare con una Chiesa nella quale, spesso, faticano a riconoscersi.
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