Novembre 2016

Presenti e Assenti

Esseri fantastici solo per chi ha occhi per vedere


Vittore Collina

Anche di recente ho incontrato forme di questo mondo di esseri. Le ho incontrate girando per le strade con occhi capaci di vedere. E i mascheroni, le meduse, i satiri, i Mercuri, gli Atlanti, le dee, le sirene, gli angioletti … riconosciuti nei decori di vari palazzi in tante città, hanno popolato le mie fantasie con ipotesi e trame. Con la convinzione che sia possibile creare nuove storie per dar loro una vita narrativa non più dipendente dalla loro cultura d'origine (gli antichi miti, le icone, i ruoli consolidati ...). Pensiamo ad esempio a una grande testa di Medusa, i cui serpenti s'intrecciano, si sciolgono, si allargano, non per accompagnare il terribile sguardo che muta in pietra, ma per sottolineare i sensati consigli di Medusa all'Atlante che si è avvicinato, afflitto non solo dal peso del globo. La forza espressiva dei serpenti può passare dalla minaccia al conforto, se riusciamo a staccarci dalle associazioni tradizionali. Così ho fantasticato più volte di una magia notturna per cui maschere, mascheroni, teste di leone, putti con le ali, visi di pietra (incorniciati da foglie di vite e da grappoli) ... di notte si allontanano periodicamente 'da casa' per dar luogo a grandi raduni o a semplici incontri tra amici; per sgranchirsi le membra, giocare i giochi che amano, fare nuove amicizie; o volare voli impensabili, violare gli incroci spazio-temporali, interrogarsi nell'ebrezza di mille domande ... Quali saranno le loro bevande preferite? Celebreranno gli architetti dei loro palazzi? Cortocircuiteranno epoche diverse? Si perderanno tra girandole di selfies collettivi? Mescoleranno megalopoli smaglianti di grattaceli alla miseria colorata delle baraccopoli? Benediranno la neutralità dell'esser sospesi tra cielo e terra? E che penseranno dell'immobilità diurna cui sono legati, che consente di osservare solo i cambiamenti lentissimi del quotidiano? E mi interrogo sui loro voli, mai per linea retta (la linea retta, disse qualcuno, è sempre menzognera),[1] che si sviluppano in volute fantastiche, che tracciano spirali mozzafiato, che passano dal dritto al rovescio con sovrumane virate e si allargano e si stringono stendendo colori velati e invitando a un respiro universale. Si potrebbero facilmente immaginare lamentele e rivendicazioni: contro le amministrazioni che non li valorizzano con luci adeguate, contro i proprietari che pensano poco ai restauri; contro la scarsa attenzione turistica; contro l'abbondanza di grandinate e tempeste; contro lo smog che intacca la pietra; contro l'indifferenza di chi non li nota; contro i cartelli pubblicitari che li deturpano; contro coloro che zummano troppo, rovistando indiscreti in profili, prospettive, luci, ombre ed effetti. Chissà che nel corso di questi fantastici incontri non arrivino a decidere qualche sciopero. La forma peggiore sarebbe quella dell'autosospensione. Solleveremmo gli occhi su masse disadorne; le facciate degli edifici si farebbero pallide e informi; ci mancherebbe il Mercurio lanciato verso il cielo dalla sommità della banca ... all'improvviso satiri irridenti, teste di leone, maschere, dee leggiadre, putti vari, cesserebbero di offrirci quegli attimi di distrazione che alleggeriscono il quotidiano. Si sottrarrebbero e grazie alla novità dell'assenza, ci accorgeremmo di loro e, forse, di noi... Ma, ritornando al moto notturno di mascheroni, meduse, satiri, Mercuri, Atlanti, dee e dei, sirene, angioletti, tralci di vite, grappoli e linee sinuose, così cari all'Art Nouveau e apprezzabili in un tempo così eclettico come il nostro, che dire sui luoghi che questo moto può toccare? Dai vulcani dell'Islanda ai trulli pugliesi, dallo stretto di Hormuz alla Silicon Valley, dalla Cordigliera delle Ande, ai laghi Canadesi … Tutti i luoghi più fantastici e visionari possono essere ipotizzati e suggeriti, quanto quelli meno geografici, meno strategici, più cari e più vicini. Io mi limito a indicarne uno: quello del lunar cubit,[2] luogo geometrico nelle forme, capace di assemblare riferimenti astrali, storia antica, esigenze contemporanee e funzionalità estetiche. Luogo che non so bene se realizzato o solo progettato, che mi è venuto in mente per la sua bellezza razionale e per l'incrocio di elementi diversi che mette in opera …. È il rovescio dell'estetica calda, fantasiosa e appassionata che si trova nel variopinto mondo dell'Art Nouveau. Dritto e rovescio si esaltano a vicenda e le creature fantastiche che vi ho presentato volteggiano con piacere alla luce della luna tra le piramidi e le loro ombre.

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[1] “Tutte le cose dritte mentono, brontolò sprezzante il nano”: citazione a memoria da Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche.
[2] Il progetto di 'Lunar cubit' si deve a una equipe formata da Robert Flottemesh, Jen DeNike, Johanna Ballhaus e Adrian P. De Luca. È stato presentato nel 2011 nella Land Art Generator Initiative e prevede la costruzione di un complesso di 9 piramidi capaci di generare energia rinnovabile per alimentare 250 case con i pannelli di cui sono ricoperte. Pensato per sorgere nel deserto, vicino ad Abu Dabi, il progetto numera le fasi lunari usando l'antica unità di misura del cubito e riproducendo le proporzioni di monumenti antichi (in particolare le misure della piramide di Cheope); al tempo stesso affronta il problema energie rinnovabili pur nella sua funzione estetica di monumento pubblico. Esso si presenta con otto piramidi di media grandezza, costruite in cerchio attorno a una grande piramide centrale: nella notte la loro ombra segnerà le 8 fasi del calendario lunare; di giorno i pannelli di cristallo e di silicio amorfo che ricoprono le piramidi produrranno energia…. Il complesso, da collocare a poca distanza da Masdar City, è stato pensato per intonarsi con le finalità di questa città della scienza e della ricerca; la sua funzione estetica, evidente soprattutto di notte alla luce della luna, si annuncia di grande fascino e di estrema, visionaria eleganza. Consiglio per questo di cercare su internet le immagini accluse al progetto.