Aprile 2017

Ragione E PSICHE

Il fenomeno della balena blu e le abitudini mentali


Federica Tribastone

Un filosofo e psicologo irlandese, William James, scrisse: “La più grande scoperta della mia generazione è che gli esseri umani possono cambiare le loro vite cambiando le loro abitudini mentali”. L’essere umano è una creatura complessa, a tratti indecifrabile, è un’essenza in continuo mutamento; possiede una psiche volubile e labile che lo porta, a volte, a compiere gesti inconsapevoli. La psicologia umana è priva di soluzione e piena di insidie e sentieri tortuosi che non hanno né un inizio né una fine. Quando la propria personalità è fragile e aperta a qualsiasi forma di influenza è in quel momento che la mente dovrebbe lavorare in collaborazione con la ragione ed evitare ogni forma di deviazione che porta in una via da cui è impossibile tornare indietro. Oggi molti ragazzi credono di essere delle persone forti, dure, quasi immortali, pensano che il rischio sia un qualcosa che nella vita si debba correre a qualsiasi costo, vengono influenzati da fenomeni virali, televisivi e sociali ogni singolo giorno, non accorgendosi che questi sono delle digressioni verso realtà diverse dalla propria, in cui a volte è difficile uscirne. Da un po’ sta circolando, soprattutto sui social, il fenomeno del blue whale (Balena blu), un “gioco” alquanto pericoloso che porterebbe al suicidio. Questo “gioco” durerebbe ben 50 giorni, nel corso dei quali il giocatore dovrebbe superare delle prove assegnate da un tutor. Queste prove consisterebbero in: tagliarsi, disegnare balene (elette come simbolo di questo mortale fenomeno), guardare film horror, alzarsi la mattina presto e ascoltare musica alienante, fare delle corse notturne e poi compiere l’estremo gesto: saltare giù da un palazzo e perdere la vita. Ovviamente tutto questo dovrà essere filmato, in modo da attestare tutti i passaggi. Ma secondo le regole, dopo ogni sfida tutte le immagini e video relative allo stadio precedente dovranno essere cancellate. Sono fenomeni del genere, sbarcati su internet da un momento all’altro con provenienza ignota, che irrompono con forza nella normalità di tutti giorni e iniziano a fare il lavaggio del cervello a tutti quei ragazzi che ancora non sono così maturi da comprendere la differenza tra il bene e il male, a capire se una cosa è giusta o sbagliata, perché tutto quello che importa loro adesso è “seguire la moda”, anche quando si tratta di mode pericolose, in cui non c’è in palio una borsa o la nomina di mister o miss più trendy dell’anno ma la propria vita, un bene prezioso che non dovrebbe mai essere scambiato, barattato o messo in discussione da nulla e da nessuno. Chi crea questi giochi ha come primo intento quello di farsi pubblicità, crearsi un certo livello di popolarità ed entrare nel grande flusso del marketing. Il fenomeno “blue whale” è nato così, puntando il proprio giro “d’affari” su un target comune e scontato, i giovani, facendo leva sul tallone d’Achille dell’uomo: la mente, semplice da manipolare e gestire. Nelle parole di William James, nonostante abbia vissuto nel 1800, notiamo un tocco di modernità, come se lui avesse già, a suo tempo, dato uno sguardo al futuro e conoscesse l’evoluzione psicologica della specie umana. Al cambiare delle “loro abitudini mentali” cambiano le loro vite, ciò vuol dire che la psiche influenzata da agenti esterni potrebbe modificare le carte del proprio destino; proviamo noi a plasmare il nostro destino e non affidiamo in mani d’altri la nostra vita.