C’era una volta, esattamente centocinquanta anni fa, una svizzera siciliana che raccoglieva e trascriveva fiabe. Si chiamava Laura, era nata a Messina nel 1842 e nella stessa città dello Stretto morirà nel 1878. Il suo cognome, però, non era messinese, e nemmeno siciliano, e nemmeno italiano: Gonzenbach. Suo padre Victor, infatti, proveniva dalla Svizzera, dal cantone tedesco. E completamente tedesca era sua madre, che muore quando la piccola Laura aveva solo cinque anni. Pertanto, venne cresciuta dalla sorella maggiore Magdalena, donna di enorme cultura e pedagoga. Fu la fortuna di Laura, che elevò molto il suo livello di interesse e concentrazione negli studi. E studi particolari, oggi e a maggior ragione un secolo e mezzo fa nella Sicilia neo-unitaria. La Gonzenbach, infatti, nel biennio 1868 – 1869 prese a raccogliere (non si conosce il metodo, e nemmeno i luoghi di intervento, le persone coinvolte) quante più antiche fiabe, favole, storie della Sicilia antica. Sappiamo solo che a riferire alla svizzero pelorina furono prevalentemente le donne. Si comprende facilmente il motivo. Per quanto figlia di un banchiere svizzero, per quanto emancipata potesse essere la sua famiglia, una giovane donna nella Sicilia di metà ottocento non poteva certo avere facili e diretti rapporti con chi volesse. Con le donne, invece, a maggior ragione se popolane al servizio della sua famiglia e di quelle di altri imprenditori nord-europei che all’epoca (che epoca! oggi parrebbe una favola…) formavano una vivace e molto ricca colonia tra Messina e Catania (e in parte anche a Palermo), la ricercatrice svizzera poteva benissimo parlare e farsi raccontare. La raccolta venne stampata nel 1870, a Lipsia, in lingua tedesca. Anche perché la Gonzenbach aveva raccolto in siciliano, ma trascritto in tedesco (evidentemente la sua lingua madre). La automatica trascrizione non soddisfaceva molto la ricercatrice, che al momento della pubblicazione del suo enorme lavoro volle sottolineare di non aver potuto “riprodurre il fascino particolare che risiede nel modo di raccontare delle siciliane”. Posto che la versione prima ed originale delle fiabe siciliane raccolta dalla Laura Gonzenbach è un testo introvabile, è però possibile dilettarsi con due recenti pubblicazioni in italiano, entrambe molto ben fatte. La casa editrice fiorentina Olschki, nel 1998, ha incaricato Luisa Rubini di scrivere “Fiabe e mercanti in Sicilia. La raccolta di Laura Gonzenbach e la comunità di lingua tedesca a Messina”. Mentre l’anno dopo, la stessa Luisa Rubini ha curato per la romana Donzelli Editori una versione nella quale il grande Vincenzo Consolo “rilegge” le fiabe raccolte dalla svizzera e, fuori testo, sono anche 16 riproduzioni a colori (una delle quali è la copertina del volume) di Casimiro Piccolo, il fratello di Lucio, enorme poeta cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma quella dei fratelli Piccolo, il pittore esoterico e il poeta geniale, è un’altra storia siciliana. Anzi, un’altra favola…
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