Quasi un editoriale
Il voto
Nel mondo del giornalismo ragusano si racconta una storia che potrebbe essere leggenda, ma che è assolutamente vera. Un cronista deve intervistare un importante deputato locale. Questi gli dà un appuntamento presso la sua segreteria politica. Puntuale come un orologio svizzero, il giornalista si reca nell’ampio locale di una centrale via cittadina. L’anticamera è colma di persone di diversa estrazione. C’è una donna non più giovane, un anziano signore, due ragazzi appena maggiorenni, almeno così pare, e poi altri volti indistinti. Sembra di stare in una sala d’attesa di un medico curante con moltissimi pazienti. Tutti in piedi appena arriva l’onorevole in questione, tutti reverenti
Gli articoli
Elezioni politiche o lancio della moneta
Esiste in statistica la legge dei grandi numeri per cui in un evento a due soli risultati possibili, se assolutamente casuale e aleatorio e se ripetuto per molte volte, quale ad esempio il lancio di una moneta non truccata, entrambi si presenteranno per il 50% dei casi. Su 40.000 lanci di una moneta, sia testa sia croce, compariranno entrambi per 20.000 volte più o meno un limitatissimo numero di casi. Una competizione elettorale, con qualsiasi sistema elettorale, ha, sempre e comunque, due soli possibili risultati: la coalizione che andrà al governo e quella che resterà all’opposizione pertanto può essere assimilata al lancio di una moneta.
USA: il voto non è un diritto di tutti, e lo sarà sempre meno
Ci conosciamo da tempo, ma per motivi di cui parleremo nel corso dell’intervista non è opportuno indicare il suo vero nome. La chiameremo Carmen, è siciliana e dal 2002 vive negli Stati Uniti. Nel 2009 è diventata cittadina americana, e oggi risiede con il marito in Florida. Qual è stata la tua procedura per accedere al voto? Nel 2009, quando ho votato per la prima volta, tutto è stato abbastanza semplice: appena ottenuta la cittadinanza mi è arrivata la comunicazione che potevo iscrivermi alle liste elettorali. Ho ricevuto a casa la tessera elettorale (voting registration card), ma prima di questo ho dovuto fare la mia dichiarazione
Il voto che portò Nelson Mandela ad essere Presidente del Sudafrica
Era l’aprile del 1994 quando si svolsero le prime elezioni libere, democratiche e a suffragio esteso del Sudafrica. Dopo quasi 50 anni di apartheid, sangue, razzismo, barbarie, torture e violenze psicologiche, rivolte, boicottaggi ed isolamento internazionale, finalmente una brezza di speranza soffiò sul Paese. Ad essere eletto (primo presidente nero della storia sudafricana) fu Nelson Mandela, premio Nobel per la pace 1993, avvocato, attivista e membro dell’African National Congress (partito antagonista dell’apartheid). Madiba (così veniva chiamato originariamente dalla sua tribù di etnia Xhasa) si trovò a gestire una patata bollente di dimensioni gigantesche. La guerra civile era ad un passo e bisognava tenere in equilibrio
La torta di mele ovvero storia di un voto
Molte lune fa, quando ero ancora quattordicenne, nella mia famiglia usavamo preparare la torta di mele. Veniva fuori dall’impasto morbido e dalle fette fragranti di mele, un dolce profumatissimo che riempiva tutta la casa con il suo odore! Di solito lo preparava la mia mamma che, pur non essendo una patita della cucina, era invece bravissima nella preparazione dei dolci di cui era veramente ghiotta, tanto da preferirli a qualsiasi altro cibo! Potete ben immaginare cosa volle dire per lei quando le diagnosticarono il diabete… Ma se ne fregò bellamente e continuò a rimpinzarsi di dolci! Anche io imparai a preparare questa torta e devo
Ex Voto: ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e lasciare Facebook
Al ristorante “Da Mark” si mangia male e si paga molto, anche se il cibo è tutto gratis. Il servizio è approssimativo e le cucine sono senza regole. La merce è sprovvista di documentazione attestante l’origine o almeno così dicono i NAS, che però non vengono fatti entrare.“Da Mark” ti tocca ingurgitare anche quello che non ti piace e se un giorno per caso hai ordinato cosce di pollo, allora nel tuo menu vedrai sempre cosce di pollo. O di tacchino. O di rana. O di attricetta. E a casa tua, mentre sei in salotto a guardarti l’Europa League (e non sono cosce quelle che
Dante Alighieri e i voti religiosi nel Terz’Ordine Francescano
Alcuni storici e alcuni “dantisti”, già nel XIV secolo, avanzarono l’ipotesi che Dante abbia fatto il noviziato presso i frati minori di Santa Croce, a Firenze. Ne sarebbe uscito prima di emettere i voti di vita religiosa e, in età successiva, sarebbe entrato nel Terz’Ordine francescano. La congettura si fonda sull’opinione di Francesco Bartolo da Buti (1324-1406), che all’università di Pisa tenne la cattedra di studi danteschi e il cui commento, terminato verso il 1380, fu il primo redatto in volgare ed esteso all’intera Commedia. Traendo spunto da un passo del poeta – che diceva d’avere “una corda intorno cinta” e che poi l’ebbe “tutta […]
Cosa contava un voto e i dubbi di Calvino scrutatore
Quando nei giorni tra il 29 aprile e il 3 maggio 1963, invitato al Premio Internazionale degli Editori a Corfù, pronunciò il suo intervento a sostegno della candidatura de La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda, Italo Calvino (1923-1985) aveva pubblicato nel marzo dello stesso anno La giornata di uno scrutatore (1963) e possiamo immaginare che quella verità proclamata circa il ruolo della letteratura e di chi scrive appartenesse anche a lui, e alla genesi del suo racconto. «La realtà del mondo si presenta ai nostri occhi multipla, spinosa, a strati fittamente sovrapposti. Come un carciofo» – aveva spiegato – «Ciò che conta per noi nell’opera letteraria è la possibilità di continuare
Conclave: Elezione del Re della Chiesa
Si sospetta che molto presto, o chissà quando, le campane di San Pietro torneranno a suonare con quel tono funebre che fende l’aria e lascia Roma con il fiato sospeso. Può essere una giornata nuvolosa o soleggiata, ma la notizia si diffonderà in tutto il mondo come un vento inarrestabile: Papa Francesco è morto. Le telecamere saranno puntate sulla cupola del Vaticano, i giornalisti parleranno con tono solenne e, sulle strade acciottolate di Roma, il mormorio dell’incertezza si mescolerà all’aroma del caffè e all’attesa contenuta. Dagli angoli più remoti del mondo, milioni di fedeli guarderanno il cielo e si chiederanno chi sarà il prossimo successore.
Voto o devoto?
Ci sono periodi dell’anno in cui un essere umano decide di fare un voto, il cosiddetto fioretto. In questo particolare periodo dell’anno cadono sia il Ramadan che la Quaresima, momenti in cui la gran parte dei fedeli decide di digiunare. Cosa spinge una persona a tale sacrificio? Cosa spera di ottenere? La voglia di aderire a un sistema o libero arbitrio?Un ragazzo pachistano della comunità, il primo giorno di Ramadan, ha chiesto scusa a noi operatori per tutte le volte che ci aveva fatto arrabbiare prima di iniziare questi lunghi giorni di digiuno. Il suo desiderio è stato quello di approcciarsi con cuore pulito al
Ii popolo (non) ha sempre ragione
In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che
Se insegni, ama ciò che fai non ciò che sai
Il passaggio dal ginnasio al liceo è stato traumatico. Venivo da una tipica estate di fine anni 70: durata quattro mesi pieni; quattro mesi che dovevano compensare i nove mesi invernali passati chiusi in casa. In estate si usciva e si stava fuori casa per tutti il giorno, si rientrava solo per mangiare. La scuola era archiviata, e con lei tutto quello che la riguardava, libri compresi, altro che compiti per le vacanze. Fino al ginnasio andavo bene senza studiare granché, giusto il necessario ma dalla prima settimana di scuola al liceo, nel mese di ottobre, cambiò la musica. Versione di latino che andò malissimo,
Le votazioni del 1946 e le donne costituenti siciliane
Sfatiamo una convinzione: la prima volta che le donne italiane votarono non è per il Referendum del 2 giugno 1946, bensì per le votazioni amministrative del 10 marzo dello stesso anno. (https://www.settantesimo.governo.it/it/approfondimenti/le-donne-e-il-voto-del-1946/index.html) È ovvio però che il Referendum e le votazioni politiche ebbero un significato storico non commensurabile. In entrambe le tornate elettorali l’affluenza fu altissima e le donne ebbero un ruolo ed un peso determinanti: alle amministrative l’affluenza femminile sfiorò il 90%, circa 2mila donne conquistarono un seggio nei consigli comunali e furono elette le prime sei sindache. Il 2 giugno le votanti furono un milione in più dei maschi e vennero votate all’Assemblea costituente
Voto di silenzio
Il voto è una moneta di scambio. Il termine è di per sé equivoco, ma ha una stretta relazione con lo scambio, sia nel caso delle elezioni da cui, sempre, ci si aspetta un tornaconto personale o pubblico, sia in quello del voto a scuola, che si persegue per ottenere qualcosa dai genitori che lo mettono al centro dell’apprendimento; infine il voto è una moneta di scambio che si propone a un Dio commerciante per ottenere qualcosa. Quest’ultima forma di baratto ha trovato tante strade, tra cui la mia preferita è quella del voto di silenzio, forse perché è l’unico di cui beneficiano gli altri,
Una vita per il mare
Philippe Vandenberghe è nato 77 anni fa a Lillebonne, un piccolo borgo francese situato nel dipartimento della Senna Marittima non lontano da Le Havre. Pittore e musicista, da mezzo secolo vive nella Presqu’île de Crozon, in Bretagna, la regione francese con la costa più lunga ed è la prima per l’attività ittica e per i cantieri navali sia militari che civili. Philippe, perché a un certo momento della tua vita hai scelto di andare a Crozon, un posto sul mare e che vive di mare?In realtà non sono venuto direttamente a Crozon. Ho scelto di venire a vivere in Bretagna quando avevo 22 o 23
Nella notte ho cercato
La vita di San Giovanni della Croce si erge paradossalmente nel vuoto, sbocca sull’eterno, attraversa la profonda comunione con il divino trascendente. Il suo insegnamento è da ritenersi “codice e scuola dell’anima fedele che si impegna in una vita perfetta, fonte cristallina di senso cristiano e spirito ecclesiale”. Nato nel 1542, terzo figlio di una famiglia artigiana, rimase privo del padre a meno di tre anni. Da quel momento inizia un travagliato pellegrinaggio in cerca di una sopravvivenza dignitosa, a Torrijos nei pressi della provincia di Toledo, successivamente a Medina del Campo, dove il piccolo Giovanni venne ammesso al collegio de La Doctrina dove si
C’è ancora domani
Raramente un film che riscontra grande successo di pubblico e di critica riesce a mantenere a lungo il riserbo sul tema portante e, soprattutto, sull’epilogo della storia. Proprio su questo aspetto, sulla segretezza riguardo l’argomento principale, a cui per altro si riferisce il titolo stesso dell’opera, gioca il film “C’è ancora domani”, la celebre e riuscita prima pellicola di Paola Cortellesi. Nella storia l’attrice e regista romana è essenzialmente moglie e madre, in una Capitale in bianco e nero sul finire degli anni Quaranta, ancora devastata dalla guerra e dalla povertà economica e sociale. Un’arretratezza che si misura con i pettegolezzi di quartiere, con il
Restare o andarsene? Come lo spettatore valuta l’arte contemporanea: il caso delle performance live
L’arte contemporanea, con la sua varietà di forme, la sua spinta verso l’innovazione e la sua capacità di sollevare interrogativi, stimola in chi osserva un ampio spettro di reazioni. Esse vanno dalla semplice ammirazione estetica al rifiuto totale, con risposte influenzate dal contesto culturale, dalla conoscenza dell’arte, dalle aspettative individuali e, soprattutto, dal momento esistenziale che l’osservatore sta attraversando. Quando si ha a che fare con opere tradizionali come un dipinto, una scultura o una fotografia, la bellezza è spesso immediatamente percepibile: colori, forme e composizioni si rivelano a livello visivo e concettuale. Tuttavia, quando l’arte si fa più sperimentale, astratta, o quando si discosta
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Maria Giovanna Fanelli
Spiccioli mitologici
Questa piccola raccolta, composta da tredici racconti più uno, è un assaggio di mitologia greca. I miti proposti non hanno un fil rouge, se non il gusto personale dell’autrice; autrice, che ha voluto anche giocare un po’ con la sintassi e i tempi verbali per rendere la scrittura quanto più vicina possibile al suo parlato. L’intento è di una lettura semplice, scorrevole e divertente, alla portata di chiunque: unico requisito, la curiosità. Buona lettura!.
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Daniela Vaccaro, Antonella Galuppi
IO E NICOLETTA
Perché raccontare una storia così intima, privata, che ha per protagonista la propria figlia affetta da una disabilità importante? Di certo, non per suscitare pietà, tantomeno ammirazione. L’idea nasce dalla voglia di mettere la propria esperienza a disposizione di tutti coloro che vivono la disabilità sotto vari fronti: genitori, fratelli, amici. Tanti genitori vivono con imbarazzo la condizione dei propri figli, al punto da relegarli in casa per evitare loro sofferenze inutili o per proteggere se stessi dalla società che non è ancora pronta ad accettarli. Una storia di vita raccontata senza tabù, con schiettezza e semplicità, perché tocca tutti da vicino.
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Stefania Germenia
I viaggi di Penelope
Penelope tesse la sua tela ponendo dinanzi a sé anime pure e prive di orientamento o di consapevolezza: sono gli specchi delle tante sfaccettature della sua stessa essenza. Sullo sfondo c’è una realtà variegata che ha il sapore e i colori delle vetrate gotiche delle chiese parigine, delle spezie d’Oriente, dello tzatziki e le amare tinte della realtà newyorkese. Una mescolanza di tradizioni, usanze, ricette culinarie appartenenti ai luoghi descritti che immerge il lettore in un viaggio dell’anima che porterà alla consapevolezza dell’eterogeneità, laddove il diverso costituisce la giustapposizione di una sfumatura di colore.
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Ermelinda Simona Buccheri
Mimi
Mimi è un gattino dotato di grande intraprendenza e candore. Una mattina di fine inverno, durante il consueto giro con la madre e i fratellini, accade qualcosa di imprevedibile che segnerà la sua giornata e la sua giovane vita. Attraverso la sua storia si può scoprire il valore della resilienza, quel saper cogliere nonostante tutto il lato positivo delle vicende più sgradevoli, quel saper trovare anche in mezzo alle difficoltà delle vere e preziose amicizie. Nascono, infatti, lungo tutto il racconto legami basati sull’empatia e sulla solidarietà, sull’inclusione e sul coraggio.