Quasi un editoriale

Fratellanza

La parte divertente del programmare il nostro giornale è anche questa: pensare ad un tema da svolgere, proporlo ai tanti collaboratori e poi aspettare che i lavori arrivino pian piano entro la scadenza prefissata.Ogni volta con una certa trepidazione…. Piacerà questa volta l’argomento che proponiamo? Sarà facile per tutti avere una buona ispirazione o, quanto meno una idea che faccia sgorgare pensieri e parole?Insomma il primo pensiero va a chi scrive questi pezzi e non a chi li leggerà. Operaincerta è questo perché, sin dalle origini, la sua “missione” è stata quella di scrivere qualcosa che avrebbe fatto piacere leggere soprattutto a noi stessi.Poi perché

Gli articoli

Nella vita e nell’arte. I fratelli Mancuso

Sono nati a Sutera, in provincia di Caltanissetta. Lorenzo nel 1952, Enzo nel 1957. A metà degli anni settanta si sono trasferiti a Londra e hanno lavorato in fabbrica, dedicando il loro tempo libero al recupero del patrimonio musicale della loro terra. Negli anni ottanta sono rientrati in Italia, stabilendosi in Umbria, e hanno continuato la loro attività concertistica esibendosi in piccoli teatri in Italia ma, specialmente all’inizio, soprattutto in Germania e Francia. Loro sono i fratelli Mancuso, musicisti e polistrumentisti. Operaincerta li ha incontrati. Enzo, Lorenzo, perché da Sutera avete deciso di andare a lavorare a Londra?Enzo: Siamo andati a Londra per seguire, diciamo

Sintiti picchi c’è veramenti di sentiri

Un po’ come le due maschere del teatro latino, tragica e comica! È così che l’uomo Ciccio Busacca mi viene presentato da chi l’ha conosciuto personalmente ed ha avuto modo di frequentarlo anche dopo una delle sue memorabili esibizioni da cantastorie. Mi raccontano e ho anche letto in qualche articolo che costituisce testimonianza diretta, che nei momenti conviviali, che si consumavano nel dopo evento o durante i pomeriggi in attesa degli spettacoli, il Ciccio Busacca delle storie tristi e delittuose, si trasformava in una sorta di giullare brioso che sapeva intrattenere con un repertorio allegro e scanzonato. Guardando attentamente, decine di servizi e documentari con

I fratelli Grimm e il canone della fiaba

Da Gramsci a Calvino, la «matria» per la fraternità dei popoli Come per una formula magica, basta pronunciare i nomi di Jacob (1785-1863) e Wilhelm Grimm (1786-1859) per un tuffo nell’infanzia e nel mondo delle favole, tra i personaggi resi ancora più celebri dalle animazioni di Walt Disney. Eppure nulla di tanto rientrava nei piani dei due fratelli, giuristi prestati alla filologia per raccogliere storie popolari che tutto erano, in origine, fuorché tenere fiabe per bambini. C’erano una volta due di nove fratelli, dunque, studenti di Legge per volontà della madre, una vedova che sognava per loro la professione del marito avvocato. Rigoroso e concentrato nello studio

Fratelli in Italia (non d’Italia)

Cosa è per te la fratellanza?Poter chiamare papà il padre di un mio amico.Per noi africani i genitori, gli anziani in generale, hanno tanto valore. Sono diamanti. Per questo li accudiamo fino alla morte. Hai fratelli di sangue?Sì, 2 fratelli e 3 sorelle da parte di madre, in più tutti i fratelli figli delle altre mogli di mio padre. Quindi siete tantissimi! Come riesce tuo padre e sfamare tutti quanti?In Africa è facile, basta un sacco di riso e tanta buona volontà delle mamme. Loro si recano al mercato e prendono tutto il necessario cercando di assecondare i gusti di papà. Alcune hanno pure una

Fratelli e Tabù: l’ultima frontiera di Cormac McCarthy

Bobby e Alicia si amano. Bobby è legato ad Alicia da un amore devoto e contemplativo, intriso di un senso di perdita e di peccato. Alicia non ha che Bobby. È il suo sogno romantico ed erotico, l’unica ragione per cui lei viva. Quello di Bobby e Alicia è un amore impossibile. Di cognome si chiamano entrambi Western e sono fratello e sorella. Bobby e Alicia Western (il loro è un classico cognome parlante, che evoca una condizione crepuscolare che dai personaggi dilaga a un pezzo di mondo) sono rispettivamente i protagonisti di Il passeggero e Stella Maris, i due libri che concludono la carriera

Uno sguardo all’orizzonte infinito: due sorelle, un unico destino!

Molti di voi sicuramente conoscono il celebre “Diario di Anne Frank”, tradotto in quasi 70 lingue, e la storia delle due sorelle Frank, Margot e Anne, che assieme ai genitori furono costretti a nascondersi perché ebrei, in una soffitta ad Amsterdam per circa 2 anni (dal 14 giugno 1942 al 4 agosto 1944). Nelle pagine del Diario, Anne riflette la luce che arriva da fuori e la trasforma in parole; si avvicina al misticismo passando per la parola, fissa il cielo con la voglia di farsi toccare da lui ancor prima di raggiungerlo. Anne lo adopera per dialogare con il suo Io più profondo e

Entra nella bolla

La notizia arrivò come un fulmine a ciel sereno. Non si aspettava che una tale fortuna fosse capitata proprio a lui. Riccardo chiamò la sorella per annunciare la bella notizia e le disse che la confusione stava prendendo il sopravvento, che tanti erano i dubbi che stavano facendo capolino nella sua testa. Mollare il lavoro e lasciare il padre così, in mezzo ad una miriade di casini? Provare questa strada e vedere se è il giusto percorso da fare? Abbandonare tutto e tutti e ricominciare da zero? È davvero possibile ricominciare da zero? Pensieri su pensieri che si facevano strada la notte tra i sogni

Quando l’unicità ci unisce come fratelli

“Siete gemelle?”. C’è stato un periodo della mia vita in cui io e mia sorella venivamo scambiate per gemelle, nonostante fossimo diverse e ci separassero tre anni e mezzo di vita. Lo trovavamo divertente e in qualche modo ci faceva sentire più complici. Una volta, lavorammo insieme a una fiera per un fine settimana. Il primo giorno io lavorai nel turno del mattino e lei quello del pomeriggio. Il secondo giorno, le persone degli stand vicini mi parlavano come se mi conoscessero già, il ché mi sembrò curioso. Fu solo al terzo giorno che ci rendemmo conto che in realtà loro pensavano che io e

Fratelli ovali – Intervista a Paolo e Alessandro Garbisi, rugbisti

Nello sport tante sono state le coppie di fratelli a salire agli onori della cronaca.Nel calcio ci sono stati i fratelli Baresi, Franco e Beppe, o i fratelli Inzaghi, Pippo e Simone. Nel motociclismo i due Marquez, Marc e Alex, nel canottaggio gli Abbagnale, Carmine e Giuseppe, e potremmo continuare con altre coppie, magari meno conosciute rispetto a quelle citate finora, ma fermiamoci qui.Anche nel rugby ci sono state coppie (in un caso terzetti) di fratelli famosi. Limitandoci solo agli italiani, tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta sono arrivati in Nazionale i tre fratelli Francescato, Lello, Bruno e Rino. Lo stesso

Fratelli?

29 giugno 1916. San Martino del Carso.Il XIX Battaglione Fanteria della Brigata Brescia viene falcidiato dal gas nervino austriaco.Le brulle doline carsiche sono costellate di morti, le trincee e i rifugi, le pietraie lunari rese scarne dalle artiglierie. Ne parla (e ne scrive) Massimo Bubola, nel suo Ballata senza nome, sorta di ‘Spoon River’ italica dedicata al milite ignoto. Massimo Bubola, oltre che grande chitarrista e compositore, legato a doppio filo ad alcune delle opere più brillanti di Fabrizio De André, è uno storico riconosciuto nell’ambito della Prima Guerra Mondiale. Il suo capillare e devoto lavoro di ricostruzione umana, il suo vagare tra le postazioni belliche, quella febbrile ricerca di lettere e dispacci al solo scopo di tramandare gli orrori di una guerra che, per noi italiani sulle Dolomiti, fu una consegna al massacro:

Parenti serpenti

Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione. Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a

La Fratellanza fra bisogno animico ed espediente evolutivo

A voler essere benignamente pignoli, a chi ci chiede: “parlaci della fratellanza”, dovremmo rispondere: “A cosa ti riferisci quando parli di fratellanza? … e sì; perché le fratellanze sono tante. Cominciamo col dire che la fratellanza che sta all’origine di tutto è il legame biologico che lega due soggetti nati dagli stessi genitori o dalla stessa madre (fratelli uterini)  o dallo stesso padre (fratelli consanguinei). A questo concetto squisitamente biologico, di per sé neutro sul piano della dinamica dei comportamenti, ab immemorabilia, è stato attribuito – in virtù della medesima appartenenza al clan – un vincolo di reciproco affetto che l’esperienza ci dimostra essere, in ogni

The Blues Brothers

The Blues Brothers – film di John Landis (1980) “L’avrò visto 10, 20 volte, neanche so più quante”. Ho ascoltato (e pronunciato io stesso) questa frase un sacco di volte in riferimento alla pellicola di John Landis. Quando questo avviene il termine “mi piace” risulta riduttivo perché l’opera, con un suo percorso misterioso e non sempre calcolato, si trasforma in un vero e proprio fenomeno di culto. Altra testimonianza di ciò è la quantità di citazioni che molti di noi recitano a memoria ricordando esattamente lo svolgimento della sequenza. Per quanto mi riguarda, forse per la mia indole più incline alle trattorie per camionisti che

Vietato avere fratelli

La procreazione è sempre stata un fatto strettamente personale, legato alla libera e spontanea volontà del soggetto. In Italia, attualmente, si parla di culle vuote, sottolineando il fenomeno della scarsa natalità. Il calo delle nascite nel nostro Paese è uno dei più bassi d’Europa e si assesta, secondo i dati Istat, alla media di 1,21 figli per donna. Le cause di questa crisi sono dovute a vari fattori, non solo legate al problema economico, ma ad un cambio strutturale della popolazione femminile in età fertile che continua a diminuire. Nonostante le numerose politiche volte a favorire l’incremento delle nascite, solo il fenomeno migratorio ha portato

Cari fratelli dell’altra sponda

“Cari fratelli dell’altra sponda, cantammo in coro giù sulla terra, amammo in cento l’identica donna, partimmo in mille per la stessa guerra”…. Dubito fortemente che le migliaia di persone che ogni anno sfidano la morte per tentare di salvarsi la vita, abbiano mai conosciuto queste parole di De Andrè rese eterne nel testo della canzone Il Testamento. Dubito ancora di più che i tanti che non ce l’hanno fatta siano stati consolati dal ricordo della condivisione del drammatico viaggio della vita. Perché “quando si muore, si muore soli.” Sono soli, i nostri fratelli dell’altra sponda, quando li lasciamo affamati. Sono soli, quando sono oppressi e

Di fratelli, di Dio, di giustizia e di equità.

Nel corso del XVIII secolo il filosofo e matematico Gottfried Wilhem von Leibniz si pose il problema della Teodicea, ovvero della Giustizia divina, che si può riassumere nella seguente domanda: se Dio è infinitamente buono ed onnipotente perché esiste il male? Tralasciando le argomentazioni addotte dal filosofo, fortemente influenzate dalla sua formazione cristiana, e criticate abbondantemente da Voltaire nel “Candide, ou l’Optimisme”, cercherò di risolvere la questione interrogando il testo di riferimento dei cristiani su un particolare argomento: i fratelli, contesto su cui l’arbitrio divino sembra esercitarsi con una certa fantasia. Ci concentriamo sulla coppia di fratelli primordiale, Caino ed Abele. Ci troviamo in Genesi

Fratello libro

Bisognerebbe essere capaci di creare silenzio intorno a sé, non per isolarci ma per rapportarci autenticamente con tutto ciò che ci sta attorno. Non parlo del silenzio che ci isola, non parlo di solitudine, non di misantropia, ma di vette di comprensione, di non indifferenza, rimanendo perfettamente noi stessi. Il frastuono è il contrario della comprensione, ne siamo avvolti, perdiamo la nostra voce e quella degli altri. Percorriamo linee rette perché più intuibili e probabilmente più scontate, le collaterali, invece, sono quelle che nascono nel terreno quando fertile dentro di noi. L’unione di percorsi impreziosisce tutte le vicende umane, la fratellanza ad esempio, troppo spesso

“Un fratello è un dono per il cuore, un amico per lo spirito”: con un gemello vale il doppio!

Sono l’ultimo di otto figli e, tra i numerosi fratelli e sorelle, ho da sempre un particolare legame con Lucio, il mio fratello  gemello che, essendo gli ultimi nati, siamo stati il vanto dei nostri genitori e del resto della famiglia. Crescendo le differenze tra me e il mio gemello (siamo eterozigoti) si sono accentuate, nonostante nostra madre si ostinasse a vestirci in maniera identica. E questo fino all’età di 10 anni. Così Lucio incorniciava il suo bel faccino con una folta chioma riccioluta che la mamma, ogni mattina, acconciava in un meraviglioso boccolo che adornava il viso dalla carnagione chiara e lo sguardo vivace.