Cosa è per te la fratellanza?
Poter chiamare papà il padre di un mio amico.
Per noi africani i genitori, gli anziani in generale, hanno tanto valore. Sono diamanti. Per questo li accudiamo fino alla morte.
Hai fratelli di sangue?
Sì, 2 fratelli e 3 sorelle da parte di madre, in più tutti i fratelli figli delle altre mogli di mio padre.
Quindi siete tantissimi! Come riesce tuo padre e sfamare tutti quanti?
In Africa è facile, basta un sacco di riso e tanta buona volontà delle mamme. Loro si recano al mercato e prendono tutto il necessario cercando di assecondare i gusti di papà. Alcune hanno pure una bancarella. Ogni giorno tocca ad ognuna di loro andare a fare la spesa e cucinare, così come dormire col marito. Fanno a giro.
Non nascono naturali gelosie?
Può capitare ma il marito deve essere bravo a non fare differenze. Può succedere che le mogli più anziane si coalizzino contro quella più giovane per gelosia.
A volte invece vanno tutte d’accordo.
Sicuramente si prendono cura sia dei propri figli che di quelli delle altre.
E tra voi fratelli nasce il sentimento della gelosia?
No, siamo molto solidali tra noi. Anche dopo la morte di un fratello per parte di padre, non abbandoniamo la famiglia di questi, anzi, possiamo prendere sua moglie come sposa e, con essa, i suoi figli.
Attualmente tu vivi come ospite in una comunità e tra voi beneficiari vi chiamate fratelli.
Sì, chi mi sta accanto è mio fratello. Tra noi fratelli, così come tra noi ragazzi della comunità, vige una regola fondamentale: si deve rispettare il più grande.
La sua parola deve essere l’ultima e il suo esempio è molto importante per noi.
All’esterno della comunità hai sentito questa fratellanza?
Dopo il viaggio in barca sono stato accolto da gente molto gentile, volontari, medici, mediatori… si sono subito interessati al mio stato di salute fisico e mentale. Sono molto grato per questo, ho sentito forte il sentimento di fratellanza, l’appartenenza alla specie, tutti esseri umani che si aiutano tra loro.
E dopo?
Dopo ho avuto esperienza di sentimenti contrastanti. Nella comunità dove vivo adesso sono tutti molto premurosi, cercano di riproporre un piccolo modello di famiglia e li sento vicini. Sento le loro cure e il loro affetto.
Perché allora parli di sentimenti contrastanti?
Perché fuori dalla comunità non è sempre così. Io vado a scuola, gioco a calcio, faccio volontariato quando posso in un centro per anziani. Non sempre sento la fratellanza, la solidarietà. Mi capita di essere guardato storto, con sospetto. Alcuni, per fortuna pochi, in passato mi hanno anche deriso per il colore della mia pelle.
Ti ha fatto male?
Si, in fondo nessuno di noi sceglie dove nascere e le sue condizioni di vita. Io sto solo provando a costruirmi un futuro. Non ho rabbia nei loro confronti, perché un po’ li capisco, comprendo la paura del nuovo e del “diverso”.
Grazie Mohamed, vuoi aggiungere qualcos’ altro?
Ho sempre sognato di chiudere gli occhi e riaprendoli trovarmi nella mia terra, dove tutto e’ come prima ma più bello, migliorato. Sogno di invitare le persone che ho conosciuto in Italia e fargli mangiare il mango, le nostre banane perché sono più buone, il Fufu.
Sogno di unire tutti i miei fratelli di sangue e quelli che ho conosciuto qui, perché la fratellanza è questo: mettere insieme, offrire ciò che si ha e ciò che si è.
Mohamed (nome di fantasia) è in Italia dal 2021 e da allora vive in comunità. Oggi è impegnato in un tirocinio come OSS in una struttura per anziani e sogna di costruire una famiglia con una donna italiana.
Lo ringraziamo per aver accettato la nostra intervista.