Storia, teatro, tradizione. Identità, finzione, mistero e realtà. Dietro a una maschera, o davanti ad essa, tutto questo e molto altro.

Nel mese del Carnevale dedichiamo il nostro mensile al tema delle maschere. Confine tra un mondo reale ed uno immaginario. Rivelazione, ovvero doppia velatura, di ogni personalità.

A molti di voi non sfuggirà dalla memoria la celebre teoria di Luigi Pirandello che mette in guardia sulla possibilità di incrociare lungo il nostro cammino molte maschere e pochi volti. Lo scrittore agrigentino sa bene che ognuno di noi è costretto ad indossare maschere utili per affrontare la vita sociale, come fossimo attori di una perenne recita capace solo di farci perdere in autenticità. Navigare nelle complesse dinamiche relazionali sarebbe impossibile, sembra avvertirci Pirandello, senza celare il nostro vero volto.

Ma le maschere hanno un ruolo anche rituale, mistico. Rappresentano la capacità che hanno gli Dei di trasformare se stessi in animali, creature favolose capaci di interagire con il livello degli umani. Molte divinità della cultura indiana sembrano indossare maschere appariscenti e finanche mostruose. Se per maschera intendiamo anche il travestimento, sarà facile inserire in questo tema anche gli abiti che contraddistinguono nettamente una appartenenza religiosa.  

Da un punto di vista antropologico, l’idea che si debba talvolta “indossare un altro volto” ha un forte legame con le tradizioni e le culture nel mondo. Dai carnevali italiani alle celebrazioni africane, ogni maschera racconta una storia, una storia di comunità, di riti e di appartenenza.

Nel mondo del teatro, poi, la maschera è tutto. Per gli antichi greci era il modo essenziale ed immediato per comprendere il senso di una rappresentazione. In tempi più recenti resta un simbolo potente. La maschera di Pulcinella è un esempio molto calzante. Un volto nero, misterioso che racconta un popolo, una città piena di mille colori come Napoli.

I grandi personaggi del cinema e del teatro, non a caso, sono assurti al ruolo di maschere.  

E non sono forse delle maschere quelle con cui ci confrontiamo oggi navigando tra social network colmi di profili “fake” o di persone che si celano dietro una immagine di sé molto alterata, filtrata e resa a bella posta per essere meglio percepiti dai nostri followers?

Il tema della maschera, dunque, ci interroga sulla possibilità e sul rischio che ognuno di noi possa perdere il contatto con chi siamo veramente. Ci fa chiedere se sia possibile esplorare nuove dimensioni della nostra identità attraverso essa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *