
A Centuripe, comune della provincia di Enna, sono state rinvenute moltissime terracotte teatrali, maschere e statuette durante gli scavi iniziati da Paolo Orsi tra il 1907e il 1910 e protrattasi fino a tempi più recenti. Le numerose maschere ellenistiche fanno riferimento a due tipologie e funzioni diverse ma coeve: le maschere teatrali e quelle antefisse, cioè modellate a rilievo per essere appese alle pareti.
Le maschere nel teatro antico e non solo, sono indossate dagli attori per caratterizzare i personaggi della tragedia e della commedia, ma anche per convogliare e amplificare la voce. Il rapporto tra maschera e teatro è indissolubile e dialoga con la finzione, con l’ambiguità e l’alterità tra la vita vissuta e la vita rappresentata.
Centuripe, nonostante fosse un importante centro amministrativo e militare dell’Impero romano fin dal primo secolo a.C., è andata col tempo in lento declino ed oggi pochissimi conoscono il Museo archeologico della città, che ospita una collezione comunale (precedentemente esposta nella vecchia sede sin dagli anni Venti) e i materiali dagli scavi condotti a Centuripe dal 1968. Il nuovo allestimento, inaugurato nel 2020, si arricchisce dei materiali provenienti dagli scavi più recenti ed anche di molti reperti provenienti da vecchi scavi, prima non esposti per motivi di spazio.
https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-regionale-di-centuripe

Tra i più interessanti reperti a tema teatrale, esposti nelle vetrine del museo di Centuripe, si possono ammirare: una splendida maschera satiresca, maschere con barba per personaggi anziani, e senza barba per quelli giovani, maschere femminili con particolari acconciature di capelli, maschere sia per la commedia (sorridenti) sia per la tragedia. La bellezza di questi manufatti risiede nell’armonia delle forme, nelle proporzioni dei lineamenti e soprattutto nella cura dei particolari: le abili mani degli artigiani hanno modellato riccioli di barba, ciocche di capelli, sinuose labbra, incavi nasali e orbite oculari; le maschere anche se monocrome appaiono come volti espressivi tanto da farci immaginare i personaggi viventi sulla scena o volti guardinghi appesi nelle case romane.

Anche al Museo archeologico di Lipari è esposta una ricchissima collezione di reperti legati all’arte scenica: statuette e modellini di maschere per ogni genere di teatro dalla satira alla tragedia, inevitabile quindi mettere in relazione le due raccolte archeologiche. Le maschere e statuette di Centuripe sono quantitativamente inferiori e cronologicamente successive: la produzione lipariana finisce nel 252 a.C. quando la città fu distrutta dai romani e in concomitanza a Centuripe si inizia la produzione di manufatti similari, che terminerà alla fine del I sec.a.C. In entrambe le località le numerose maschere sono state per lo più rinvenute nelle necropoli e questo sottolinea ancora una volta il rapporto tra la vita e la morte e tutte le contraddizioni apparenti che il dio del teatro, Dionisio, incarna e rappresenta. La maschera in questo caso la si può concepire come il mezzo attraverso il quale l’uomo abbandona la propria identità terrena per integrarsi in una nuova realtà; e cos’è la morte se non una nuova dimensione che imita e dissimula la vita un po’ come fa il teatro?
L’argilla di ottima qualità, che si trova nel suo territorio di Centuripe, è tutt’ora utilizzata dai ceramisti contemporanei come la bottega Ken Art ceramica. L’artigiano ripropone il gusto e la creatività degli antichi ceramisti, riproducendo fedelmente le opere greco-romane e riproponendole al pubblico in tutta la loro bellezza, in una collezione variegata con opere che risultano difficilmente distinguibili dagli antichi originali. https://www.kenart.it