
Ci sono periodi dell’anno in cui un essere umano decide di fare un voto, il cosiddetto fioretto. In questo particolare periodo dell’anno cadono sia il Ramadan che la Quaresima, momenti in cui la gran parte dei fedeli decide di digiunare. Cosa spinge una persona a tale sacrificio? Cosa spera di ottenere? La voglia di aderire a un sistema o libero arbitrio?
Un ragazzo pachistano della comunità, il primo giorno di Ramadan, ha chiesto scusa a noi operatori per tutte le volte che ci aveva fatto arrabbiare prima di iniziare questi lunghi giorni di digiuno. Il suo desiderio è stato quello di approcciarsi con cuore pulito al suo Ramadan. Quanta fede e tenerezza in questo gesto semplice ma potente!
Ma, come sempre, proviamo ad ironizzare, perché non prendersi troppo sul serio è il segreto per vivere sereni… così ecco la nostra descrizione fuori campo.
Il Ramadan è quel particolare periodo in cui per qualche oscuro motivo Allah avrebbe indicato ai suoi adepti un digiuno intermittente durante le ore diurne.
Per la loro salute ci auguriamo che negli anni possa subentrare un profeta che riduca loro le spezie!
I pasti sono per i musulmani occasioni per riunirsi con gli altri membri della comunità e rompere il digiuno insieme. La colazione prima dell’alba (suhoor) normalmente si fa alle 4, prima della prima preghiera della giornata (fajr). Il pasto serale (iftar) può iniziare solo al termine della preghiera del tramonto (maghreb), normalmente intorno alle 19:30.
Indipendentemente da come ogni fedele decida di celebrare i tradizionali ritrovi del suhoor e dell’iftar, lo spirito di questa tradizione secolare rimane quello di un periodo di riflessione e misericordia.
Il significato che ognuno dà a questa celebrazione è altamente soggettivo. Noi, per via del lavoro che svolgiamo con passione da anni, abbiamo individuato alcune “categorie di credenti”:
- il rigoroso: costui statisticamente proviene dall’Africa sub sahariana, solitamente guida la preghiera dei compagni, punta 8 sveglie diverse durante la giornata per non sbagliare di un minuto gli appuntamenti con i pasti e le preghiere. Non beve, non fuma, non commette peccati, non guarda le donne e rifiuta di studiare il genere femminile della grammatica italiana. Indefesso.
- il politeista: questo individuo, solitamente proveniente dal nord Africa, tende a credere a più Dei a seconda dell’orario e della fame che ha. Tendenzialmente mangia 8 volte al giorno, trasformando il suo credo da cristiano a musulmano, in base a chi apparecchia la tavola. Affamato.
- lo zig zag: termine caro agli africani, indica una persona che non prosegue dritta nella rettitudine ma che va avanti per sotterfugi e vie traverse. Nel caso specifico “lo zig zag” non ha statisticamente un paese d’origine, ogni cultura ne vanta qualcuno, e in questo periodo digiuna per tre giorni, poi smette per uno e ricomincia, poi finge un malessere per avere l’acqua.. insomma, segue un sacrificio tutto suo. Ingegnoso.
Chi vive quest’ambiente sa quanta verità c’è dietro questa descrizione canzonatoria, ma ne deriva anche qualcosa di più profondo.
Ci sono forze che non possiamo controllare, meccanismi indotti probabilmente, eppure quante volte abbiamo sperimentato la gioia che deriva dall’adesione, dalla condivisione, nella relazione con gli altri, di una esperienza forte come il digiuno. E se qualche Dio vorrà accettare questo sacrificio per aiutarci a migliorare la Terra che ben venga. In fondo un “voto” è pur sempre un atto di umanità.