Vi siete mai chiesti quando nasce il concetto di matrimonio così come lo intendiamo oggi? Subito la risposta potrebbe sembrare facile: con la religione cristiana. In realtà non è così. Rintracciare nel tempo l’origine del legame matrimoniale è praticamente impossibile; sappiamo, infatti, che è un’istituzione presente in tutte le culture del mondo, passate e presenti. Esistono diversi tipi di matrimonio: la poliginia (più mogli per un solo marito); la poliandria (più mariti per una sola moglie) e la monogamia che è la forma più diffusa. I riti matrimoniali sono arricchiti dai culti e dalle tradizioni proprie di ogni popolo, e per questo motivo sono molto diversi gli uni dagli altri. Uno dei rituali più famosi e, forse proprio per questo, ancora oggi uno dei più praticati, è quello dell’handfasting. La parola handfasting significa letteralmente “legatura delle mani”. La tradizione nacque in seno al culto celtico. I celti furono un popolo indoeuropeo che emigrò dall’Asia intorno al secondo millennio a. C. e si stabilì nei territori dell’Europa centrale fino all’Italia del nord e alla penisola iberica. Soprattutto però la loro presenza fu importante per l’isola britannica, perché a causa dell’espansione dell’impero romano la loro tradizione (prettamente trasmessa oralmente) venne quasi completamente cancellata in tutti i loro territori, eccetto che nell’odierna Gran Bretagna. In quest’isola, infatti, nasce il rito dell’handfasting e sopravvive all’avvento del cristianesimo, con cui addirittura si fuse in età medievale. Il rito veniva utilizzato dai due sposi in assenza di un officiante e aveva, in un primo momento, breve durata, circa un anno, dopo il quale poteva essere rinnovato. Mano a mano che la fede nella Chiesa si diffondeva, la presenza di un sacerdote durante la cerimonia diventava sempre più necessaria, ma in luoghi scarsamente popolati come le Highlands scozzesi, trovarne uno non era cosa facile, proprio per questo motivo il cerimoniale si conservò a lungo. Con il passare del tempo l’handfasting divenne così importante da essere inserito all’interno della cerimonia religiosa cattolica, prima dello scambio delle promesse. Il rito, prevede ancora oggi che le mani degli sposi siano unite e, attorno a queste, vengono intrecciati dei nastri, di colori diversi. Durante la creazione del legame si possono recitare delle parole, ne riportiamo un esempio tratto dalla serie tv “Outlander” (dal settimo episodio della prima stagione, del 2014) in cui Sam Heughan, interpretando Jamie Fraser dice: “Tu sei sangue del mio sangue, ossa delle mie ossa, ti dono il mio corpo così saremo una cosa sola. Ti dono il mio spirito finché l’anima nostra non sarà resa”.

Oggi in Gran Bretagna il rito è ancora in uso e si è diffuso anche in altri luoghi, anche grazie alle trasposizioni cinematografiche. In Italia questo culto viene ripreso soprattutto durante i matrimoni civili. Il matrimonio è un’istituzione che tende sempre di più a scomparire in questi tempi di cinismo e disillusione, in cui l’amore vero sembra essere una favola raccontata ai bambini, in cui ogni rapporto interpersonale sembra destinato ad avere una data di scadenza. E certamente, in questi ultimi giorni, in cui ancora una volta due donne sono state crudelmente sottratte alla vita per mano di partner, il sentimento che conduce all’amore sembra essere quanto mai deceduto. Eppure, possiamo arrenderci totalmente? Abbandonare ogni speranza e cancellare questa unione di anime? Io la risposta non ce l’ho ancora, ma per il momento mi unisco a chi, come il naufrago spera che dopo l’onda si celi la terra, confida che si possa ancora divenire “una cosa sola”.

fonti: https://www.treccani.it/enciclopedia/celti/

https://www.treccani.it/enciclopedia/matrimonio/

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