INTERVISTA A GIOVANNA, UN’ULTRA OTTANTENNE ARTIGIANA DI PREZIOSI MANUFATTI

Giovanna, classe 1938, è un’infaticabile “artigiana di preziosi manufatti”. Una passione che l’accompagna da più di settant’anni.
L’ho intervistata qualche pomeriggio fa, mentre era alle prese con una delle sue creazioni, nonostante le sue mani siano ormai molto sofferenti e deformate a causa di un’artrite reumatoide.

A che età hai iniziato a lavorare? Di cosa ti occupavi?
Ho iniziato quando avevo 13 anni a lavorare presso una sartoria. Lì ho imparato a imbastire, fare impunture, a creare modelli e a specializzarmi, appunto, nel settore sartoriale femminile. Ho lavorato lì per più di dieci anni, poi ho scelto di mettermi in proprio, lavorando a casa.

Perché questa scelta?
Perché potevo accudire con più facilità la casa e la famiglia. Avevo un piccolo giro di clienti; più tardi, però, quando le mie due figlie hanno iniziato a frequentare la scuola, ho scelto di ritirarmi dall’attività.

Come impiegavi il tempo libero?
Ho sempre continuato a lavorare: cucivo i vestiti per le bimbe che crescevano con una certa velocità, preparavo il corredo per loro e, di tanto in tanto, realizzavo degli abiti per qualche parente o amica.

Che tipo di corredo?
Servizi da tavola, tende, lenzuola, asciugamani che ricamavo con tanta pazienza, precisione e passione.

A che tipo di ricamo ti dedicavi?
Lo sfilato siciliano. È un’arte antica che si tramanda da generazioni e che io ho imparato da mia madre, la quale, a sua volta, l’ha imparata dalla sua. Viene eseguita su tela di lino con fili di cotone pregiato. Il lavoro consiste nello sfilare i fili della tela con lo scopo di ottenere una “rete” che, nel momento in cui viene tramata, consente di ottenere un reticolato con un motivo decorativo precedentemente disegnato (fiori, foglie, volute, rosoni, figure, animali…). Ogni opera può essere realizzata con tre differenti metodi: il 400 (di grande pregio con il ricamo eseguito a“punto tela”), lo sfilato 700 (con il ricamo eseguito a“punto rammendo”) e il 500 (con il motivo da ricamare lasciato sulla tela e sfilato intorno). Comunque, una mia specialità è sempre stato il “ricamo a punto pieno”.

E oggi all’età di quasi 87 anni ti dedichi ancora al ricamo?
Purtroppo no. Le mie dita sono doloranti e deformate a causa dell’artrite, inoltre, penso di non avere più la precisione di un tempo, però non ho smesso di creare.

Vuoi dirci, allora, di cosa ti occupi?
Lavoro molto all’uncinetto, dando vita a centrini di varie dimensioni, faccio greche per centritavola o per asciugamani in lino oppure abbellisco cestini come, per esempio, le fuscelle della ricotta (in siciliano note come “vascedde” ).
Le decoro sempre all’uncinetto e così vengono fuori dei portaoggetti che possono tornare utili per mettere trucchi, penne… Ad oggi ne ho create circa 300, in buona parte regalate ad amici e parenti.
Qualche anno fa ho realizzato anche delle bambole in stoffa che ho poi regalato ai miei nipoti e alle mie figlie.

Qualcuno della tua famiglia ha ereditato queste passioni?
Le mie figlie e le mie nipoti, anche se molto creative, stanno facendo altro nella loro vita, ma sono contente di ciò che io ho realizzato. Sicuramente sono e saranno le custodi dei miei lavori.
Insomma, cara Giovanna, sei davvero instancabile! E’ davvero un piacere ammirare i tuoi filati e manufatti: sono un inno all’arte e alla bellezza. Complimenti! Allora, ti auguriamo di continuare a creare con le tue preziose e insostituibili mani di fata ancora tante altre splendide e pregiate opere.

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